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Lulu Group, cibo e bevande made in Italy volano da Malpensa al Medio Oriente e India

Taglio del nastro

di Micaela Cappellini

La svolta. Prima della pandemia e della guerra, il driver principale nella scelta dei fornitori era, per la maggior parte delle imprese, il prezzo, ora è la certezza della fornitura

3' di lettura

Il magazzino è già stipato di scatoloni, sulle bolle di spedizione ci sono scritte destinazioni come Abu Dhabi, Oman, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein. Dentro i pacchi, ci sono sia le grandi firme sia i piccoli marchi di nicchia del made in Italy agroalimentare: le mele Melinda e i succhi di frutta Zuegg, la pasta Filotea e il pandoro Bauli, le patatine Amicha Chips e le olive Annabella, le merendine Midi e i biscotti di Matilde Vicenzi.

A due anni dall’annuncio, è appena stata inaugurata ed è già pienamente operativa la centrale acquisti che il gruppo emiratino della grande distribuzione Lulu ha realizzato presso il World Trade Center di Lonate Pozzolo, a due passi dallo scalo internazionale di Malpensa. Una occasione di sviluppo per le imprese di servizi del Varesotto e una opportunità di business per tutto il food italiano, davanti al quale si apre una platea potenziale di 250 ipermercati sparsi per 25 Paesi tra Medio Oriente e Asia.

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Con un fatturato di 8 miliardi di dollari l’anno, il gruppo Lulu ha sede ad Abu Dhabi ma è stato fondato da un imprenditore indiano, Yusuff Ali. «Il primo prodotto italiano l’ho importato nel lontano 1976, era un concentrato di pomodoro nel tubetto», ha raccontato il magnate, intervenendo personalmente al taglio del nastro dell’hub di Malpensa. Negli obiettivi della centrale di acquisto lombarda ci sono esportazioni per 200 milioni di euro in due anni e l’aggiunta di un nuovo tassello sulla Via del Cotone: da Malpensa, infatti, i prodotti alimentari made in Italy prenderanno non solo la via dei Paesi del Golfo, ma anche quella dell’India, un Paese su cui l’Italia ora scommette molto e che il patron di Lulu, dati i suoi natali, conosce molto bene.

Quella di Malpensa non è l’unica centrale acquisti che Lulu ha in Europa, l’altra si trova a Madrid. Ma nelle intenzioni del gruppo c’è quella di trasformare l’hub milanese nel riferimento per tutti i prodotti alimentari provenienti dall’area Schengen. La struttura appena inaugurata gestirà direttamente l’approvvigionamento, la lavorazione, lo stoccaggio, il confezionamento e l’esportazione dei prodotti alimentari, dai dolci alla pasta, dall’olio al caffè. Inoltre, per le piccole e medie imprese gli uffici del centro di Malpensa si faranno carico della traduzione delle etichette e soprattutto dell’ottenimento delle necessarie certificazioni per accedere ai mercati del Golfo.

Per il Medio Oriente, quello della sicurezza alimentare è un tema prioritario, date le caratteristiche climatiche di un territorio non sempre adatto alla coltivazione e alla produzione di cibo: «In qualità di operatore strategico del settore - ha detto il presidente del gruppo, Yusuff Ali - la nostra strategia è quella di creare delle unità di approvvigionamento e di lavorazione degli alimenti in tutto il mondo per garantire una fornitura ininterrotta e assicurare prezzi competitivi eliminando gli intermediari. L’Italia ha una cucina unica, una grande varietà di frutta, verdura e stiamo lavorando a stretto contatto con Ita per incrementare l’esportazione di questi prodotti nei nostri ipermercati e per promuovere i marchi italiani organizziamo festival del cibo made in Italy nei nostri ipermercati». Il gruppo Lulu si è anche detto interessato alla collaborazione con le cooperative agricole per l’approvvigionamento di frutta e verdura, in particolare mele, uva, kiwi e olive, ma la gestione logistica di questi prodotti freschi non passerà attraverso il nuovo centro di Malpensa, che non è attrezzato per la catena del freddo.

Sul modello di quello appena inaugurato, e oltre a quella in Spagna, il gruppo ha altre centrali di acquisto nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Turchia, in Vietnam, in Thailandia, in Cina e in Sudafrica. «L’hub Lulu di Malpensa - ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombradia, Guido Guidesi - costituisce un investimento strategico per lo sviluppo della nostra regione. È una porta d’accesso a mercati importanti tra l’Italia e il mondo arabo».

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