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Lungo i cammini della Sardegna francescana

E’ nata l’iniziativa “Noi camminiamo in Sardegna”, promossa dall’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna con la Conferenza episcopale sarda, Terre di Mezzo e Cipnes

di Gianni Rusconi

6' di lettura

La Sardegna vera, quella dell’entroterra e dei piccoli borghi. Ma anche quella affacciata sulla costa che non guarda alle vacanze nelle spiagge alla moda e ricorda invece la storia religiosa e le vie di comunicazione del passato remoto. In comune il fatto di essere luoghi ideali per la rigenerazione fisica e mentale lontano dal caos e dagli affollamenti. Nasce con l’obiettivo di valorizzare questo patrimonio “Noi camminiamo in Sardegna”, promosso dall’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna con la Conferenza episcopale sarda, l’editore Terre di Mezzo e del Cipnes, Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna-Gallura)

Sette destinazioni per sette cammini

“Noi camminiamo in Sardegna” è un progetto-evento che punta alla scoperta dell’identità più profonda ed autentica dell’Isola attraverso un modello di turismo lento ed esperienziale, fatto di natura selvaggia e tradizioni popolari, oltre che del proverbiale senso di comunità e accoglienza di chi vive in questi territori. Sono 14 gli itinerari da scoprire a piedi con percorsi che si snodano lungo le vie percorse nel corso dei secoli dai pellegrini. Nel complesso si tratta di circa 800 chilometri di sentieri e sterrati (oltre 70 i comuni interessati) distribuiti in 14 diversi itinerari spirituali. Le sette destinazioni di pellegrinaggio comprendono Borutta (Monastero San Pietro di Sorres), Dorgali (sulle orme della beata Maria Gabriella Sagheddu), Galtellì (dal borgo di Grazia Deledda al Monte del Cristo miracoloso), Gesturi, Genoni e Laconi (tappe della via francescana in Sardegna), Orgosolo (i luoghi della beata Antonia Mesina), Luogosanto (dalla Chiesa dell’Eremita alla Porta Santa della Gallura) e Sant’Antioco (sulle tracce dell’omonimo martire). I sette cammini coinvolti sono il Cammino minerario di Santa Barbara (da Nuxis a Tratalias), il Cammino di San Giorgio Vescovo in Sardegna (da Osini al Santuario di Suelli), il Cammino di Santu Jacu (da Nugheddu Santa Vittoria a Ittireddu, nel sassarese), il Cammino di Sant’Efisio (da Cagliari a Nora), il Cammino 100 Torri (da Villasimius a Orosei), la Via dei Santuari (da Biru ‘e Concas a Sorgono a Nostra di Gonare a Orani-Sarule, in Barbagia) e il Cammino francescano in Sardegna (da Cagliari a Laconi).

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Le chiese di Gesturi fra storia e spiritualità

Fra le destinazioni di pellegrinaggio, quella che va da Gesturi a Laconi passando per Genoni, è una porzione dell’itinerario francescano che solca il territorio dell’altopiano della Giara e del Sarcidano. Siamo suppergiù nel centro dell’isola, nella regione geografica della Marmilla e oggi provincia Sud Sardegna, ai margini della pianura che volge verso Cagliari e ai piedi di un’oasi naturale unica al mondo: la Giara. L’itinerario fra luoghi di fede e paesaggi avvolgenti parte dal centro urbano di Gesturi, piccolo borgo di epoca medioevale in cui è visitabile (gratuitamente) la casa Natale del beato Fra Nicola, perfettamente conservata nello stile delle abitazioni campidanesi ad architettura contadina di due secoli fa. Il paese è noto soprattutto per le sue sette chiese, fra cui spiccano quelle in stile tardo gotico (XXVII secolo) di San Sebastiano, di Santa Maria Egiziaca con il suo iconico altare e la “cattedrale” di Santa Teresa d’Avila e la bellissima ed essenziale chiesa di Santa Barbara che risale al 1437 con la sua torre campanaria alta 35 metri. Fuori dal circuito religioso, una tappa d’obbligo è al museo della Giara, aperto dal 2014 e ospitato in una struttura di inizio ’900: al suo interno si trovano reperti di età neolitica e del bronzo ritrovati nei dintorni e una dettagliata cartellonistica sulla storia zoologica di queste terre.

L’altopiano della Giara e il geo sito di Genoni

Alloggiare a Gesturi (due indirizzi utili sono i B&B Antica Locanda e il Borgo Antico XIX, mentre per mangiare piatti tipici si può andare al ristorante La Taverna del Conte) è la soluzione perfetta per salire all’altopiano di origine vulcanica della Giara, tavolato a 560 metri di altitudine di 45 km quadrati catalogato come SIC, Sito di Importanza Comunitaria. Un ecosistema naturale che ha pochi eguali in Italia (e non solo), la cui base rocciosa risale al miocene superiore (dai 23 ai 5 milioni di anni fa), quando l’intera area era ricoperta dall’acqua, ed entro i cui confini si trovano 300 siti di interesse archeologico fra nuraghe (da non perdere il complesso di grande rilevanza storica di Broncu Madugui, fra i pochi facilmente raggiungibili), menhir e domus de gianas (tombe ipogeiche che risalgono all’età neolitico), oltre 350 diverse varietà vegetali di macchia mediterranea (le formazioni boschive coprono poco meno della metà della sua superficie), vere e proprie distese che ricordano la savana africana e una trentina di laghetti, i “paulis”: costellati da antichissimi massi di basalto, in questo periodo sono completamente asciutti ma lo spettacolo dei ranuncoli acquatici che ne ricoprono la superficie in primavera ci dicono essere meraviglioso. Attraversando la Giara dall’ingresso di Gesturi a quello di Genoni si cammina completamente in piano per circa 14 km su un comodo sentiero naturalistico (percorribile anche in mountain-bike ma privo di aree attrezzate per la sosta) che taglia in due l’altipiano, ai cui lati dimorano rocce antichissime che regala alla vista uno scenario dalle sembianze lunari. Dove c’è più vegetazione è facile incontrare i famosi cavallini della Giara, ampiamente utilizzati in passato per i lavori agricoli e oggi tutelati come “bene” pubblico: sono 600 gli esemplari rimasti che vivono in libertà in questo ambiente unico, che regala in alcuni punti la vista del mare da un lato (il golfo di Oristano) e i monti del Gennargentu dall’altra. Scendendo da una comoda strada carrozzabile verso Genoni, una tappa da mettere in programma (su prenotazione e con ingresso a pagamento di 3,5 euro) è al geosito di Duidduru e al relativo Parc Museo gestito dalla cooperativa Giunone, che organizza anche escursioni sul punto più alto della Giara, nei pressi del cono di uno dei due vulcani da cui prese vita l’altipiano). Qui si possono vedere da vicino e toccare con mano decine e decine di fossili marini (c’è anche quello di un dente di megalodonte) che attestano la storia vecchia di milioni e milioni di anni di questo luogo. Tornando alla sfera religiosa, sempre a Genoni, è meritevole di una visita anche l’ex convento dei Frati Minori Osservanti, popolata dai francescani a partire dal 1600, struttura recentemente restaurata ed estremamente suggestiva, con un panorama che guarda verso l’Altopiano della Giara. Laconi, il Parco Aymerich e Punta CarradoreDa Genoni a Laconi occorrono almeno due ore di cammino (circa 15 minuti di auto), con uno sfondo che in entrambi i casi segue la configurazione delle colline ricordando quello, di grande fascino, delle crete senesi. Una soluzione per dormire in questo borgo posto al confine tra il Sud della Sardegna e la Barbagia, spendendo poco e trovando comunque un alloggio confortevole con ottima cucina a base dei prodotti del territorio, è l’Oasi Francescana, struttura gestita dai frati cappuccini e raggiungibile in circa 10 minuti a piedi dal centro storico.

Il percorso di Sant’Ignazio

Un’esperienza “obbligata” è il Percorso Devozionale di Sant’Ignazio, ideale proseguimento e parte integrante del Cammino Francescano: si parte dalla casa natale del beato, risalente ai primi del 1700 e aperta alle visite, e ci si infila in stretti e pietrosi viottoli del centro storico per arrivare alla chiesa parrocchiale in stile romanico gotico del XVI secolo scoprendo via via gli aneddoti che hanno segnato la vita umile e povera del Santo. Laconi è nota anche per la storia e le vicissitudini della famiglia nobile Aymerich (i cui antenati giunsero nell’Isola nel 1400 con l’invasione degli Aragonesi), che qui trovò dimora per secoli ospitando in visita di cortesia diverse generazioni di reali italiani nel castello medievale (risalente all’anno 1000) e nel palazzo (oggi sede museale con un’area dedicata ai menhir) che portano il nome della stessa famiglia. Aymerich è anche il nome del parco urbano, il più grande dell’isola, che domina il paese e si estende per 35 ettari di un meraviglioso bosco all’inglese fatto di platani e ciliegi, ruscelli, cascate e laghetti, oggi ad accesso gratuito e in futuro a pagamento. Dal parco si può salire in circa un’ora e mezza di cammino attraversando una foresta di macchia mediterranea fino alla punta Carradore (700 mt di altezza), una balconata naturale su cui troneggia la croce in metallo dedicata a Sant’Ignazio e dalla quale ammirare scorci panoramici senza confini che spazia dall’altopiano della Giara fino alla costa occidentale. Per tornare a Laconi si può scendere attraverso una strada battuta immersa nella natura, completando un percorso ad anello di circa 7 km, mentre in due ore abbondanti di ulteriore cammino si raggiunge il cuore dell’altopiano ondulato e ricchissimo di vegetazione del Sarcidano, il più esteso di tutta la Sardegna.

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