Lusso, stime 2023 riviste al rialzo grazie alla spinta di Cina ed Europa
Alla fine dell’anno il mercato dei beni personali di lusso potrebbe arrivare a 380 miliardi di euro di valore. Secondo l’Altagamma Consensus redditività delle imprese in salita del 10 per cento
di Marta Casadei
3' di lettura
La riapertura della Cina, unita alla ripresa del Giappone e soprattutto alle performance positive del mercato europeo ravvivato dai turisti, hanno inciso positivamente sull’andamento del mercato dei beni di lusso, riuscendo a fare da contraltare a un rallentamento della spesa negli Usa. La fotografia arriva dall’aggiornamento estivo del Monitor Altagamma-Bain, presentato ieri a Milano: «Non mancano gli elementi di incertezza, ma l’alto di gamma continua a vivere un momento positivo, con l’opportunità di essere un asset per il made in Italy», ha detto Matteo Lunelli, presidente di Altagamma.
Inizio dell’anno positivo trainato dalla Cina
L’anno è iniziato bene: il primo trimestre ha registrato una crescita del 9-11% sull’anno precedente e il report stima che il mercato dei beni personali di lusso chiuderà il 2023 con un valore tra i 360 e 380 miliardi di euro, con aumento che nel peggiore dei casi sarà tra il 5 e l’8% e nel migliore arriverà all’12 per cento. «Le previsioni fatte per il 2023 lo scorso anno, che invece si è chiuso in leggera frenata a causa del rallentamento del mercato americano, non tenevano conto della riapertura della Cina post Covid che non sapevamo quando sarebbe avvenuta- spiega Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain&Co - ed è stata proprio la ripartenza del mercato cinese a gennaio a trainare la crescita di questi primi mesi». In Asia, oltre alla Cina, anche il Giappone sta registrando risultati positivi, mentre sulla Corea del Sud - che nel 2022 ha performato molto bene - pesa la scarsa fiducia dei consumatori locali spaventati da previsioni non positive riguardo al Pil.
In Europa non solo turisti: tengono anche i consumi locali
In generale, la fascia più alta del lusso - inclusi gioielli e orologi - sta vivendo un momento positivo: «Le difficoltà sono più che altro nella fascia più bassa del comparto oltre che in alcuni mercati come gli Stati Uniti che stanno rallentando a causa dell’inflazione e dei risparmi ridotti». In Europa, dove la ricchezza è meno sensibile all’andamento dei mercati azionari, i consumi sono sempre elevati e sono ulteriormente accresciuti dalla presenza di turisti americani, mediorientali e anche asiatici: «I turisti sono un driver importante, ma sono altrettanto importanti i consumatori locali: i marchi hanno dato loro molta attenzione nel periodo della pandemia, in assenza di turisti, e bisogna vedere se riusciranno a mantenere alta l’attenzione su questo tipo di clientela anche ora che stanno tornando i cinesi». Che rimangono i più grandi consumatori del lusso al mondo. Nonostante le possibili incognite, tra cui quella che riguarda l’andamento dei consumi in Europa nel secondo semestre del 2023, secondo Bain il mercato dei beni personali di lusso arriverà a toccare i 530- 570 miliardi di euro nel 2030.
Secondo il Consensus redditività a +10%
Contestualmente ieri è stata presentato anche un aggiornamento dell’Altagamma Consensus, che si basa sul sentiment di analisti internazionali (tra cui Bcg, Pwc, Bernstein, Mediobanca e Vontobel) che conferma una crescita oltre le stime precedenti in Asia (dal +9% stimato a novembre al +14% attuale ) e performance più positive più positive del previsto anche in Medio Oriente (+10%), dove sono confluiti molti russi, Giappone ed Europa. Il consumatori cinesi saranno best performer con una stima di crescita del 20%, il doppio rispetto a quanto previsto lo scorso novembre, quando appunto il Governo di Pechino non aveva ancora abbandonato la politica Covid free. In termini di prodotto, invece, le crescite maggiori riguarderanno la pelletteria (+11%), gioielli e orologi (+10%).
Secondo il Consensus la redditività delle aziende del lusso metterà a segno +10% quest’anno: «Una notizia positiva per il made in Italy visto che le aziende del lusso sono un traino per l’intera filiera», ha detto Stefania Lazzaroni, dg di Altagamma. L’aumento della redditività - che non è esteso a tutte le tipologie di aziende, ma principalmente alle grandi - dipende anche dall’intrecciarsi di due fattori: i prezzi di materie prime ed energia, in calo rispetto all’anno scorso, e i listini dei marchi che sono comunque aumentati.
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