Lvmh pronta ad acquistare la storica conceria Nuti Ivo
Il gruppo francese sta definendo l’acquisizione della maggioranza dell’azienda del distretto di Santa Croce sull’Arno (Pisa). Eppure Assopellettieri denuncia: «Nella filiera manca personale»
di Silvia Pieraccini
2' di lettura
La filiera della pelle, diventata negli ultimi 20 anni uno dei motori dell’industria toscana, continua ad attrarre gli investimenti dei marchi del lusso. La spinta arriva, in questa fase, soprattutto dal colosso francese Lvmh che, attraverso la divisione Metiérs d’Art (riunisce le partecipazioni societarie nei fornitori), sta definendo – secondo quanto risulta al Sole 24 Ore - l’acquisizione della maggioranza della storica conceria Nuti Ivo, uno dei nomi più importanti del distretto di Santa Croce sull’Arno (Pisa), specializzata nella pelletteria di lusso (nel 2021 ha fatturato 58,7 milioni di euro con 8,65 milioni di utile netto) e parte di un gruppo familiare formato da sette concerie con più di 130 milioni di ricavi.
Obiettivo: salvare il know -how
L’operazione sarà presto comunicata al mercato: «Per adesso non posso dire niente – ha spiegato Matteo De Rosa, ceo di Lvmh Metiérs d’Art, divisione da 600 milioni di euro di ricavi, a Firenze per gli Stati generali della pelletteria italiana – ma a breve ci saranno novità. Vogliamo salvaguardare le eccellenze dei distretti, non solo toscani ma anche del Sud, in Puglia e Sicilia. La nostra strategia oggi è acquisire non solo quote di minoranza, ma anche di maggioranza in quelle realtà che non hanno passaggio generazionale e che rischierebbero di veder compromesso il know how, per metterlo a disposizione di tutti, non solo dei nostri marchi». Lvmh possiede già, dal 2019, il 20% della conceria Masoni di Santa Croce, che nell’agosto scorso ha acquisito una partecipazione di minoranza in un’altra conceria del distretto toscano, Ulivieri & Nardi.
Le altre operazioni del gruppo in Italia
L’acquisizione della conceria Nuti Ivo segue altre tre operazioni che Lvmh ha realizzato, o sta definendo, in queste settimane in Toscana relative a marchi in portafoglio: Fendi ha inaugurato nei giorni scorsi uno stabilimento di borse da 30mila mq e 50 milioni di investimento nel comune fiorentino di Bagno a Ripoli; Givenchy aprirà tra pochi mesi una fabbrica di borse negli spazi lasciati liberi proprio da Fendi a Ponte a Ema, sempre nel comune di Bagno a Ripoli; Louis Vuitton, il brand di punta del gruppo, sta progettando la costruzione di un grande stabilimento di borse a Pontassieve (Firenze).
L’allarme Assopellettieri: manca personale
«I brand del lusso realizzano la maggior parte dei propri utili grazie alla pelletteria prodotta in Italia», ha sottolineato Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri, aprendo nel Salone de’ Cinquecento in Palazzo Vecchio gli Stati generali della pelletteria e chiedendo al futuro governo una politica industriale per il settore. Se infatti le aziende che lavorano contoterzi per i grandi marchi stanno diventando più grandi e più strutturate per affrontare il mercato, le imprese che producono marchi propri, e che spesso hanno dimensioni piccole e micro, stanno soffrendo e chiedono incentivi per rinnovarsi e digitalizzarsi. Ma il grande nodo che accomuna tutti, grandi e piccoli, brand e aziende indipendenti, è la mancanza di personale: la grande sfida che la pelletteria made in Italy dovrà affrontare nei prossimi anni.
Consigli24: idee per lo shopping
Scopri tutte le offerteOgni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link, Il Sole 24 Ore riceve una commissione ma per l’utente non c’è alcuna variazione del prezzo finale e tutti i link all’acquisto sono accuratamente vagliati e rimandano a piattaforme sicure di acquisto online
loading...