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Lvmh, a Radda in Chianti la fabbrica di borse Celine

Nello stabilimento tutto il ciclo produttivo, dai prototipi alla logistica. Assunti 117 artigiani, formati in sede, investiti 20 milioni di euro

di Silvia Pieraccini

Lavoratrici dell’impianto Celine di Radda in Chianti (Afp)

3' di lettura

Fino a oggi Radda in Chianti era un paesino della campagna senese conosciuto per le vigne, gli olivi, gli agriturismi e i grandi vini. Un paesaggio da cartolina che incarna perfettamente l’immagine più amata e più internazionale della Toscana. Ora Radda, 1.600 abitanti e una monocoltura turistico-vinicola, ha il suo primo stabilimento produttivo, il trentesimo in Italia del più grande gruppo del lusso al mondo, il francese Lvmh.

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È la manifattura di borse Celine, marchio nato nel 1945 a Parigi, da decenni radicato in Toscana dove ha un altro stabilimento produttivo con 250 persone (a Strada in Chianti nei dintorni di Firenze), che ha grandi ambizioni di crescita fondate sulla pelletteria made in Italy.

La nuova fabbrica - inaugurata da Toni Belloni, direttore generale di Lvmh, Sidney Toledano, presidente e Ceo Fashion Group Lvmh e Séverine Merle, Ceo di Celine con i vertici di Regione Toscana e Comune di Radda – ospita l’intero processo produttivo, dallo sviluppo del prodotto al taglio e l’assemblaggio delle borse, e si estende su 5.200 metri quadrati costruiti al posto di un mobilificio abbandonato, su un crinale che guarda la vallata di vigneti e oliveti diventati lo sfondo dell’attività produttiva grazie a grandi vetrate. L’investimento ha superato i 20 milioni di euro. L’attenzione alla sostenibilità (pannelli solari sul tetto, sistemi di recupero dell’acqua piovana, luci a led) è amplificata dalla facciata trasparente ricoperta da 27mila mattoni in vetro grigio che “confondono” l’edificio col paesaggio e aiutano l’isolamento termico.

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«Con questa manifattura dimostriamo ancora una volta di apprezzare il “saper fare” italiano – ha spiegato Belloni lodando maestranze e tradizione artigianale e ringraziando le istituzioni – e i nostri trenta stabilimenti dicono molto su questo fronte. La tendenza dei grandi marchi ad internalizzare la produzione continuerà, perché il mercato è cambiato, è sempre più veloce e noi dobbiamo essere sempre più vicini al cliente, sempre più reattivi».

È per questo che il gruppo Lvmh ha in vista un’altra acquisizione nella filiera della pelletteria «ma non siamo interessati alle concerie».

Nel frattempo si allunga la lista degli investimenti in Italia: «La nuova fabbrica di borse Fendi a Bagno a Ripoli aprirà nella seconda parte del 2020 – ha precisato Belloni – ma amplieremo anche le manifatture di pelletteria Loro Piana e Bulgari a Firenze, e definiremo il progetto di uno stabilimento di borse Louis Vuitton in Toscana. Per la gioielleria, invece, abbiamo in programma di raddoppiare la fabbrica Bulgari di Valenza».

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I riflessi sull’occupazione fanno felici le amministrazioni locali. Per adesso la manifattura di Radda occupa 129 persone, età media 34 anni, ma entro il 2021 arriverà ad avere 300 addetti, raddoppiando di fatto la produzione toscana. Nel 2018 Celine production, la società cui fanno capo i due stabilimenti di Radda e di Strada in Chianti, ha fatturato 139,8 milioni (+15,4% sull’anno precedente) con un utile netto di 6,83 milioni. Lvmh non comunica i ricavi complessivi della maison Celine, che sono stimati in circa 1 miliardo.

«Con questa operazione abbiamo dimostrato che pubblico e privato possono lavorare insieme su obiettivi condivisi – ha detto il sindaco di Radda, Pier Paolo Mugnaini – e abbiamo realizzato una diversificazione economica che per un territorio come il nostro significa riduzione del rischio». Per una volta i tempi di realizzazione hanno rispettato i programmi grazie anche agli accordi firmati con la Regione: «Abbiamo vinto la scommessa della contemporaneità – ha detto l’assessore Stefano Ciuoffo - si può ancora vivere lontano dai grandi centri urbani e costruirsi un futuro».

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