LyondellBasell esporta in Germania il riciclo chimico studiato a Ferrara
Dopo il progetto pilota del centro di ricerche Giulio Natta, a Wessling sarà operativo nel 2026 un impianto capace di trattare 50mila tonnellate di plastica
di Sara Deganello
I punti chiave
3' di lettura
Una goccia cade nel becher, qualcuno prende nota. È l’olio di pirolisi, prodotto dalla reazione tra le scaglie di plastica e il catalizzatore nel reattore del laboratorio che ha sviluppato il processo di riciclo chimico nel centro ricerche Giulio Natta, all’interno del petrolchimico di Ferrara, oggi sede della multinazionale LyondellBasell. L’azienda ha inaugurato il primo impianto pilota con tecnologia MoReTec (molecular recycling technology), che rompe le molecole della plastica postconsumo, compresi i materiali multistrato e misti – finora non recuperabili – e realizza olio di pirolisi, appunto. Servirà al posto della virgin-nafta di origine fossile ¬ un prodotto della raffinazione del petrolio ¬ per alimentare il processo di steam cracking per ottenere monomeri come l’etilene e il propilene, usati successivamente per fare nuovi polimeri.
Il procedimento permette la produzione di plastica riciclata riutilizzabile in applicazioni complesse come l’imballaggio alimentare e il biomedicale. Un confine precluso finora alla materia prima seconda ricavata dal riciclo meccanico.
A Wesseling impianto da 50mila tonnellate
«Abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto a Ferrara tre anni fa mettendo in funzione un impianto semi-industriale con una capacità di trattamento di 50 tonnellate all’anno di materia plastica. Grazie a questi studi ora ne verrà costruito uno industriale da circa 50mila tonnellate all’anno nel sito di LyondellBasel di Wesseling, vicino a Colonia, in Germania: sarà operativo dal 2026. La nostra idea è quella di continuare gli studi per aumentare il volume produttivo. Un punto di forza di questa tecnologia è la sua scalabilità», spiega Gabriele Mei, vicepresidente della catalisi e del processo industriale e presidente della Basell Poliolefine Italia, che aggiunge: «La collocazione in Germania è legata alla presenza in loco di un impianto cracker, che utilizza cioè l’olio di pirolisi ricavato dal riciclo chimico per creare nuovi monomeri e quindi nuova plastica».
Sostenibilità al centro
L’Italia, e il polo di Ferrara, sono al centro della strategia di sviluppo della multinazionale, focalizzata sullo sviluppo di processi e prodotti che contribuiscano all’economia circolare: «La necessità di affrontare i temi del clima e della circolarità non è mai stata così impellente e, durante il mio primo anno in LyondellBasell, sono state intraprese azioni decisive per portare avanti i nostri obiettivi di sostenibilità e per accelerare i progressi rispetto agli impegni esistenti. Intravediamo opportunità per creare valore con le nostre azioni e siamo pronti e preparati per sbloccare tutte le possibilità per un futuro più sostenibile e a basse emissioni di carbonio», ha dichiarato nel Rapporto di sostenibilità Peter Vanacker, ceo dell’azienda che ha prodotto e commercializzato con il proprio marchio Circulen, dal 2019, oltre 175mila tonnellate di polimeri riciclati e creati a partire da fonti rinnovabili e conta di arrivare almeno a 2 milioni di tonnellate al 2030.
50 milioni di budget per R&D
In questo contesto, il lavoro di Ferrara è fondamentale: «Il budget per R&D in Italia per quest’anno è di circa 50 milioni, il 40% del totale a livello globale», sottolinea Mei. Un terzo dei 6mila brevetti di LyondellBasell ha origine qui. «Dei circa 700 dipendenti dell’R&D nel mondo, sono 400 quelli impiegati a Ferrara – oltre 900 quelli totali nel sito – e una quarantina quelli che si sono dedicati a MoReTec», aggiunge Antonio Mazzucco, direttore del centro ricerche Giulio Natta. E per il 2023 l’azienda prevede circa 90 assunzioni in Italia, l’80% delle quali proprio a Ferrara.
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