M5s accelera sul taglio agli stipendi dei parlamentari
di Andrea Gagliardi
2' di lettura
Il M5s è pronto a premere l’acceleratore su quella che è una storica battaglia: il taglio degli stipendi dei parlamentari. Più che a una delibera dell’ufficio di presidenza, si punta ad una proposta di legge da mandare al più presto all’esame delle Camere. Un testo ancora non c’è. E neppure delle linee guida. Ma a dare alcune indicazioni su quella che potrebbe essere la portata del taglio c’è la proposta di legge concernente il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento, presentata la scorsa legislatura, prima firmataria la deputata Roberta Lombardi.
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Indennità dimezzata
La proposta dimezza l’indennità mensile dei parlamentari, fissata in 5mila euro al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali e assistenziali, rispetto agli attuali 10.435,00 euro lordi (per un netto di circa 5mila euro). Non solo. È previsto inoltre che ai membri del Parlamento, a differenza di quanto accade oggi, non sia riconosciuta alcuna indennità aggiuntiva, emolumento o rimborso di spese, per lo svolgimento di altri incarichi interni alla Camera di appartenenza.
Rimborso unico per le spese di soggiorno e viaggio
Se attualmente i deputati percepiscono una diaria mensile di 3.503 euro a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma e oltre 3mila euro trimestrali per le spese di trasporto e viaggio, la proposta di legge targata M5s prevede una voce unica per il rimborso delle spese di soggiorno, di viaggio e di alloggio a Roma, con un limite massimo di 3.500 euro. Inoltre il riconoscimento del rimborso per le spese sostenute per l'alloggio viene limitato ai parlamentari non residenti nel comune di Roma. Confermato invece il rimborso spese di 3.690 euro mensili, attribuito ai parlamentari per l'esercizio del mandato rappresentativo e per
potersi avvalere di consulenti e collaboratori.
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