ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa competition tra M5s e Pd

M5s-Pd: Conte segna un goal, ma su termovalorizzatore e Ucraina Schlein non cambierà linea

Il presidente del M5s mette in difficoltà la segretaria dem sull’ecologia e insiste sul no alle armi per guadagnare spazio a sinistra. Ma lei pensa a tenere unito il partito e fa il giro delle ambasciate per rassicurare gli alleati sulla politica estera

di Emilia Patta

(ANSA)

2' di lettura

In fondo la mossa del presidente del M5s Giuseppe Conte, che ha presentato alla Camera un ordine del giorno legato al decreto Pnrr che invita il governo a fare marcia indietro sul termovalorizzatore di Roma voluto dal sindaco del Pd Roberto Gualtieri, è il primo goal segnato nella partita contro Elly Schlein per la palma di partito guida dell'ex “campo largo”. Da quando è stata eletta segretaria la movimentista ed ecologista Schlein non si è mai voluta esprimere su quel termovalorizzatore di Roma che l'estate scorsa è stato il pretesto di Conte per far saltare il governo di Mario Draghi assieme al no all'invio di armi alla resistenza ucraina. E di certo il no che il Pd si appresta a votare contro l'ordine del giorno del M5s (e ce ne è anche un altro firmato dai Verdi di Angelo Bonelli) sarà piuttosto indigesto per Schlein, che in segreteria ha nominato come responsabile Ambiente una contraria della prima ora come Annalisa Corrado.

La sfida di Conte sul termovalizzatore e il no obbligato di Schlein

Eppure il no del Pd è un no obbligato: impossibile per Schlein andare contro un dirigente dem come l'ex ministro dell'Economia e sindaco di Roma Gualtieri, contro il presidente del partito ed ex sfidante alle primarie Stefano Bonaccini, contro Areadem di Dario Franceschini che l'ha appoggiata al congresso e soprattutto contro almeno la metà deputati col rischio di una clamorosa spaccatura del gruppo. Ma il risentimento contro Conte resta, ed è forte. Come dice Francesco Boccia, un grande sponsor di Schlein ora capogruppo in Senato, «questa è una cosa che di solito la fa, in maniera ostruzionistica, un partito che prova a mettere in difficoltà un altro partito… noi facciamo opposizione al governo Meloni, mi auguro che gli altri partiti di opposizione facciano lo stesso invece di creare problemi ad altri partiti di opposizione».

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Tra M5s e Pd competition dura almeno fino alle europee del 2024

Problemi al Pd invece Conte li vuole creare, eccome. Anche nel campo delle opposizioni la dead line è il voto per le europee del 2024, e il presidente del M5s vuole contendere a Schlein spazio a sinistra per tentare la risalita e superare i dem. E' anche per questo che su 17 capoluoghi di provincia che andranno al voto a giugno solo 6 hanno visto siglare un accordo tra pentastellati e dem: altro che campo largo. Ma Schlein ha il pensiero lungo e sa che per lei la priorità è tenere unito il partito e mantenerne la pluralità: soprattutto ora che il Terzo polo è imploso e che qualche voto potrà essere recuperato anche da quella parte.

Il giro delle ambasciate per rassicurare gli alleati sull'Ucraina: non sono come Conte

Schlein sa anche che per un partito che ha l'ambizione di tornare al governo il posizionamento internazionale è fondamentale: nonostante Conte la sfidi anche sul pacifismo e sul no all'invio di armi in Ucraina, la posizione atlantista impressa al Pd da Enrico Letta e che trova il suo riferimento nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella non cambierà. Come dimostra il giro delle ambasciate – Usa, Germania e Ucraina – fatto nelle scorse ore per ribadire che la linea del suo partito sul sostegno anche militare alla resistenza ucraina non cambia e non cambierà. In fondo un modo per prendere le distanze dal possibile futuro alleato Conte, sempre più anti-armi e sempre più critico nei confronti della Nato.


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