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M5S-Pd, perché l’ultimatum di Di Maio non è sui 20 punti del programma

I venti punti dell’ultimatum di Luigi Di Maio, guardati nel merito, configurano in realtà una piattaforma che avvicina molto le parti

di Alberto Orioli

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8' di lettura

Ha colpito tutti l’ aut aut di Luigi Di Maio sul nuovo programma in 20 punti presentato a Giuseppe Conte. E colpisce ancora di più se lo si legge nel dettaglio. Ne deriva la sensazione che si sia voluto accompagnarlo appositamente con una narrativa di guerra mentre nel merito configura una piattaforma che avvicina molto le parti. Una politica del “volto dell’arme” che rende quindi legittimo dubitare che l’ultimatum non sia volto ai contenuti programmatici ma ad altro. Un messaggio verso una base in contrasto con l’eventuale alleanza? Un modo per blindare alcune caselle nel Governo? Un annuncio volto a ristabilire la primazia di una leadership di partito (Di Maio) verso una leadership di governo (Conte) sempre più insidiosa?

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Lo sapremo quando il negoziato sarà concluso.
Per adesso ecco la carrellata dei punti programmatici e la rassegna delle posizioni espresso finora da M5S e Pd.

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1 / Taglio dei parlamentari
«Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula».
Se si parte dalla condivisione dell’obiettivo di legislatura anche il Pd sottoscrive, solo che propone un adeguamento della legge elettorale in senso proporzionale e con la revisione inevitabile dei collegi. Non sembra sia difficilissimo avvicinare le posizioni.

2/ Una manovra equa
«Stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa».
Sono solo titoli su cui è difficile immaginare divergenze tra M5S e Pd. Tutti sono d’accordo sullo stop all’aumento dell’Iva, naturalmente le divisioni possono esserci sul come trovare le risorse per farlo. Ma di questo non c’è traccia nel documento. Sul salario minimo il Pd punta a un raccordo con la contrattazione: dove ci sono i minimi contrattuali non serve il minimo per legge (anche per seguire le istanze sindacali). È la strada proposta anche da Ursula von Der Leyen nel suo discorso di investitura al Parlamento europeo: per i 5 Stelle invece la proposta iniziale è più dura e tende a scavalcare i sindacati. La materia va negoziata evidentemente. Quanto al cuneo fiscale le ipotesi sul tavolo sono almeno due: per il M5S si tratta di sterilizzare il contributo dell’1,61% che le imprese pagano per la Naspi (la vecchia indennità di disoccupazione) e del 2,7% che pagano le imprese agricole per la disoccupazione del settore. Il Pd ha elaborato una proposta di detrazioni fiscali (in cui si assorbirebbero gli 80 euro) per coinvolgere 20 milioni di lavoratori , parte dei quali oggi esclusi dai benefici, includendo nell’operazione i redditi fino a 55mila euro annui lordi. Nel caso dell’idea M5S i benefici fiscali vanno tutti alle imprese nel secondo finiscono in busta paga dei lavoratori. Non è poca distanza me le stesse parti sociali convergono su un taglio profilato sulle buste paga dei lavoratori.

3 / L’attenzione all’ambiente
«Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile».
La distanza più importante è sulle trivelle e sugli inceneritori. Qui i due attori politici hanno visioni opposte. Sulle trivelle c’è ancora un anno prima che scada l’autorizzazione ai carotaggi che oggi hanno le compagnie per agire nell’Adriatico. Un tempo congruo per trovare mediazioni. Sugli inceneritori la situazione è più grave perché l’emergenza è in atto.

4 / Legge sul conflitto di interessi
«Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo».
Il conflitto di interessi è stato approcciato ma mai risolto dal Pd (e dalle formazioni da cui è nato) ma il tema sembra ormai abbastanza maturo. Nella dialettica di queste ore non sono pochi però a sottolineare come il tema del conflitto di interessi debba interessare anche il rapporto tra i 5 Stelle e l’azienda di Casaleggio. Quanto alla riforma Rai in stile Bbc è una suggestione che periodicamente si affaccia alla discussione su cui nessuno si dice contrario ma che, alla fine, non trova mai la priorità nell’agenda politica.

5 / La riforma della giustizia
«Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva».
Sono temi ormai condivisi e diventati addirittura popolari dopo lo scandalo Csm dei mesi scorsi. Il dimezzamento dei tempi è obiettivo di tutti. Quanto alle nuove modalità di elezione del Csm le parti sono divise sul tema del sorteggio. La riforma Bonafede non sarà presa dal Pd a scatola chiusa. Ma lo sanno anche i grillini.

6 / L’autonomia differenziata
«Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili».
Questo punto lascia aperti molti scenari compreso quello dell’ autonomia disegnata proprio dall’Emilia Romagna con il benestare della dirigenza del Pd. Senza più l’obbligo di interloquire con la Lega anche per il M5S sarà più semplice un raccordo con il modello autonomista temperato proposto dagli emiliani.

7 / Legalità
«Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino».
Non c’è alcun cenno ai decreti sicurezza . La modifica del regolamento di Dublino è l’obiettivo di tutti. Anche dell’Europa targata von Der Leyen : se il rapporto con Bruxelles migliora sono possibili risultati più concreti anche su questo. La tracciabilità dei flussi finanziari è nel dna del Pd perché è nata con l’azione di Vincenzo Visco, in parte rielaborata dal Governo Renzi, ma non ancora sfruttata fino in fondo. Non sembra che le parti siano particolarmente lontane.

8 / Piano di investimenti per il Sud
«Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese».
La banca del Sud era una invenzione di Tremonti che ha funzionato poco. Il Pd ha un programma molto più articolato sul tema del divario territoriale su gran parte del quale anche i 5 Stelle potrebbero confluire.

9 / Riforma del sistema bancario
«Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali».
Le banche possono essere un tema divisivo. Ma può avere un valore il fatto che non si parli più della commissione d’indagine sulle banche, la cui costituzione aveva il sapore dell’ordalia per il Pd.

10 / Tutela dei beni comuni
«La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica».
Il bene comune così come declinato in questo punto non sembra possa configurare grandi divergenze ideologiche con il Pd.

11 / Politiche di genere
«Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vita lavoro».
Il Pd ha cassetti pieni di proposte di legge sul tema e non sono diverse da quelle elaborate in casa 5 Stelle.

12 / Tutela dei minori
«Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo».
Il Pd non può che convenire perché non può accettare di passare per il “partito di Bibbiano”.

13 / Stop armamenti ai Paesi in guerra
«Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco».
È un tema di bandiera ai limiti dell’ingenuità e potrebbe richiedere tempi lunghissimi per definire azioni di riforma concreti. Tuttavia non sembra ci siano distanze incolmabili tra M5S e Pd sul punto.

14 / Investimenti per la crescita fuori dai parametri di Maastricht
«Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht».
È il grande tema dell’offensiva che l’Italia dovrà portare in Europa per modificare le regole di applicazione dei criteri di Maastricht. La stessa von Der Leyen si è detta favorevole e ha avuto il grande appoggio di Christine Lagarde prossima presidente della Bce. La strada è tracciata e un’Italia non più sovranista avrà molte carte da giocare ai tavoli di Bruxelles. Su questo M5S e Pd parlano la stessa lingua.

15 / Giovani e futuro
«Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico».
Sono per lo più slogan. Il fondo previdenziale integrativo pubblico è l’ultima idea di Pasquale Tridico che vuole portare la concorrenza ai fondi pensione. Non è privo di implicazioni ancora da valutare e su cui il Pd era stato scettico. C’è l’esigenza di un confronto puntuale di merito.

16 / Ricerca, università e formazione artistica e culturale
«Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale».
La scuola e la formazione sono temi strategici per entrambi i partiti. Gli “ingenti investimenti” rimandano naturalmente alle politiche di bilancio. Ma l’Europa ancora una volta potrebbe essere di aiuto.

17 / Tutela del cittadino
«Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’Aire».
Sono solo parole per adesso dato che sotto il governo giallo-verde, ad esempio, sono aumentati - e di molto - gli infortuni (e le morti purtroppo) sul lavoro. La formulazione è fatta in modo talmente generico da impedire un rifiuto da parte del Pd.

18 / Riforma della sanità
«Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del Fsn e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo».
Idem come sopra. Non si segnalano divergenze strategiche incolmabili.

19 / Tutela degli animali
«Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio».
Altro tema su cui le parti non sembrano avere l’atteggiamento da scontro ideologico.

20 / Sostegno alle filiere agricole
«Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo».
Argomento strategico affidato a poche parole ma decisivo per il made in Italy. Tutto da approfondire. M5S e Pd non sembrano lontani sul punto.

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