Macfrut al via: export record ma le nuvole arrivano dai costi della logistica
Ismea: bene la crescita, ma l’aumento dei costi di produzione, tra carburanti, fertilizzanti e energia elettrica, a marzo 2022 fa segnare un +21% su base annua
di Emiliano Sgambato
I punti chiave
4' di lettura
L’edizione numero 39 di Macfrut – la vetrina internazionale dell’ortofrutta in programma alla Fiera di Rimini fino a venerdì – si è aperta «nel segno dell’ottimismo nonostante il clima di grande incertezza e le tensioni internazionali conseguenti alla guerra in Ucraina che speriamo possano rapidamente rientrare»: l’auspicio è del presidente di Macfrut, Renzo Piraccini.
«Ottimismo – ha osservato – prima di tutto per quanto riguarda i numeri della manifestazione, che pur tenendosi dopo solo 8 mesi da quella precedente vede un ritorno alla normalità, con una superficie espositiva lorda di 40mila mq con 830 espositori di cui il 28% esteri. Ma ottimismo anche per quanto riguarda il settore ortofrutticolo che ha chiuso il 2021 con la cifra record di 5,6 miliardi di esportazioni, con un +6% sul 2020 e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre un miliardo». Infine «una campagna commerciale che si apre finalmente sotto i migliori auspici, dopo due anni in cui le avversità atmosferiche e fitosanitarie hanno provocato gravi danni in molte aree produttive».
Ismea: poca creazione di valore
Lo scenario del settore è stato tracciato da Ismea in un convegno: il comparto vale il 10% della Sau (superfice agricola utile, ndr) italiana, è forte di «un sistema di Op che storicamente fa della filiera ortofrutticola una delle più organizzate»; il valore alla produzione delle Indicazioni Geografiche è di circa 400 milioni di euro per 550mila tonnellate annue di prodotto certificato; l’export è cresciuto quasi del 20% dal 2015 con un incremento dell'avanzo commerciale del 35% nello stesso periodo.
Non mancano però le sfide da affrontare, costituite, spiega Ismea, «dall'aumento dei costi di produzione, che fra carburanti, fertilizzanti e energia elettrica, a marzo 2022 fa segnare un +21% su base annua, e un +12% rispetto al dicembre 2021».
Sul mercato, il confronto del primo trimestre 2022 con l'analogo periodo del 2021, rispecchiando l'aumento dei costi di produzione, fa rilevare un'accelerazione dei prezzi dell'ortofrutta al dettaglio e una contrazione dei volumi acquistati (significativo il calo delle quantità rispetto alla media degli ultimi 3 anni), «anche se nell'analisi generale vanno considerati anche fenomeni congiunturali legati alla scarsa disponibilità di alcuni prodotti (ad esempio pere, kiwi, pomodori e zucchine)».
«Il settore ortofrutticolo, nonostante ormai si stiano diffondendo numerose best practices, ha ancora difficoltà a “creare valore” e a farlo percepire al consumatore finale – ha dichiarato il presidente di Ismea Angelo Frascarelli –. Una quota importante di consumatori percepisce la categoria ortofrutticola come prodotto a basso costo, e il percorso per la creazione di valore nel prodotto passa, oltre che dalla necessaria crescita del sistema delle OP, anche da quegli ambiti più adatti a generare valore, come le filiere con prodotti a indicazione geografica, il bio, le filiere integrate, i mercati esteri, nonché qualità, gusto e facilità d'uso».
Coldiretti: le mine di logistica e costi
Il record storico raggiunto dall’export è messo ora a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto: «Il conto della logistica sul settore – evideniza Coldiretti – arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi». La guerra in Ucraina e rincari energetici «spingono l'aumento dei costi correnti per la produzione della frutta italiana a +51% ma si sale addirittura al +67% per l'ortofloricoltura».
I prodotti che in valore crescono di più all’estero sono le albicocche (+75%), le mele (+5%), i kiwi (+2%), i pomodori (+10,5%), le lattughe (+4%), i cavoli (+10%), stabile l’uva (+0,4%) mentre calano gli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%).
I consumatori che apprezzano di più frutta e verdura italiane sono i tedeschi che mettono nel loro carrello della spesa quasi il 30,4% di tutto quello che viene spedito all’estero, con un valore che sfiora 1,7 miliardi nel 2021 in crescita del 5%. Seguono la Francia con oltre 580 milioni di euro di acquisti e l’Austria con quasi 354 milioni. «In questo scenario – nota Coldiretti – l’impennata dei prezzi dei carburanti rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con l’Italia che deve già affrontare per il trasporto merci una spesa aggiuntiva di 13 miliardi di euro rispetto ai concorrenti degli altri Paesi».
Ma le difficoltà non frenano la voglia di fare: «Vogliamo crescere ancora di più – ha detto il presidente Coldiretti Ettore Prandini – la sfida sarà nell’utilizzare al meglio le risorse del Pnrr per investire sulla logistica dove abbiamo un gap competitivo rispetto ai nostri amici spagnoli, di 13 miliardi all’anno».
Africa al centro anche nelle prossime edizioni
«Penso che siano giorni importanti per la filiera agroalimentare, per il settore primario, per l’ortofrutta, per il settore avicolo: riapre una fiera importante per il Sistema Paese, nuovamente in presenza, nuovamente con tante persone: è un bel segnale di ripresa», ha detto a margine dell’inaugurazione il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. «Le preoccupazioni ci sono, le difficoltà sono tante e c’è l’esigenza di tenere alta l’attenzione sul tema di sicurezza alimentare diffuso su tutto il pianeta. Noi abbiamo i nostri problemi ma le criticità che stiamo vivendo si possono riflettere in maniera drammatica sui cittadini delle aree più povere del pianeta dove l’accesso al cibo può diventare un tema ancora più gravoso rispetto al passato».
La rassegna romagnola – affiancata dal Poultry Forum, dedicato alla filiera avicola – vede al centro tanti temi, a partire dall’International Cherry Symposium, che vedrà confluire in fiera i maggiori esperti mondiali della ciliegia e dallo Spice & Herbs Global Expo, il salone internazionale delle spezie, erbe officinali ed aromatiche. Tra i temi principali spicca l’Africa, che, a giudizio di Piraccini, «rappresenta il continente delle opportunità» e «rimarrà uno dei focus prioritari di Macfrut anche per i prossimi anni, tant’è che abbiamo programmato per l’autunno tre missioni di presentazione della fiera, con la presenza delle imprese italiane della filiera, in tre aree strategiche del continente africano».
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