Macron-Merkel, piano da 500 miliardi per la ripresa della Ue. Palazzo Chigi: buon punto di partenza
I due leader lanciano l’ipotesi di un fondo da includere nel budget comunitario. Macron: è un accordo franco-tedesco, la Commissione trovi l’unanimità su questa intesa
di Alberto Magnani
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Un piano per la «ripresa dell'economia europea», raccogliendo 500 miliardi di euro sul mercato con l’emissione di bond a lunga scadenza. È la proposta avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Merkel, all’interno di una « iniziativa franco-tedesca » che include progetti anche sul fronte del «recupero della sovranità sanitaria», la transizione ecologica e il ripristino della «sovranità economica» della Ue.
«Non è un accordo dei 27 paesi dell'Unione europea, è un accordo franco-tedesco. Ma non c'è accordo fra i 27 se prima non c'è un accordo franco-tedesco», ha sottolineato Macron, aggiungendo che «ora è la Commissione europea che deve presentare la sua proposta. Dovrà costruire un'unanimità attorno a questo accordo. C'è ancora del lavoro da fare, ma è un passo avanti senza precedenti».
Von der Leyen: proposta costruttiva
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha accolto con interesse la proposta. «Accolgo con favore la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania. Riconosce la portata e le dimensioni della sfida economica che l'Europa deve affrontare e giustamente pone l'accento sulla necessità di lavorare su una soluzione con il bilancio europeo al centro».
Anche Palazzo Chigi ha reagito positivamente all’accordo, parlando di un «passo in avanti» per la ripresa dalla pandemia. «Quanto dichiarato da Macron e da Merkel rappresenta un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall’inizio auspicata dall’Italia per una risposta comune ambiziosa alla pandemia».
Come funziona il «fondo franco-tedesco»
Il piano da 500 miliardi è il fiore all’occhiello, e la proposta più concreta, in un documento vasto e scandito da una visione complessiva della ripresa economica Ue. A quanto si apprende dal documento, l’idea dell’asse Parigi-Berlino è che il fondo trasmetta risorse soprattutto ai «settori e le regioni più colpiti, sulla base dei programmi di bilancio dell'UE e in linea con le priorità europee». Francia e Germania spingono a favore di «dotazioni», di fatto schierandosi a favore delle sovvenzioni chieste da paesi come Spagna e Italia e non per i prestiti sponsorizzati dai governi «frugali» dell’Europa del Nord. Il resto del documento insiste su battaglie care all’asse tra Francia e Germania.
L’istituzione del fondo, presentato come secondo punto del documento, rientra in un programma in quattro punti. Il primo è recupero della «sovranità sanitaria», intesa come lo sviluppo dell’industria Ue nel settore medicale e di un vaccino europeo, oltre a una task force comunitaria; il secondo è appunto il fondo da 500 miliardi descritto sopra; il terzo è la transizione ecologica e informatica, mantenendo la rotta del Green new deal comunitario e accelerando sulle reti di quinta generazione; il quarto è un richiamo alla «sovranitàeconomica» della Ue, declinata come una riforma delle leggi sulla concorrenza europee (per favorire la nascita di «campioni industriali», evitando veti come quello che ha ostacolato la fusione Siemens-Alstom) e un appello a «diversificare le catene di valore».
Le tensioni in Europa sul recovery fund
L’accordo tra Parigi e Berlino cerca di dettare la via ai colleghi europei sul cosiddetto Recovery fund, il fondo per la ripresa che dovrebbe essere incluso nel bilancio pluriennale della Ue 2021-2027. L’Eurogruppo ha dato mandato alla Commissione di architettare il cosiddetto Recovery fund, fondo per la ripresa, ma al momento non sono chiare né le dimensioni effettive né la composizione dello strumento.
La spaccatura è fra i paesi di Nord e Sud Europa: i primi insistono perché il fondo elargisca denaro sotto forma di prestiti, i secondi insistono per il ricorso a sussidi senza indebitamento da parte delle economie più bisognose. Il piano della Commissione dovrà essere approvato successivamente da Europarlamento e i leader europei riuniti nel Consiglio.
Per approfondire
● Ue, i tre pilastri del recovery fund
● La Ue vede recessione record per il 2020
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