Macron sceglie un premier di centro-destra: sarà Edouard Philippe, sindaco di Le Havre
di Marco Moussanet
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Il premier di Emmanuel Macron è Edouard Philippe, deputato della destra e sindaco di Le Havre. L'annuncio è stato dato nel primo pomeriggio, sulle scale dell'Eliseo, dal segretario generale della presidenza, Alexis Kohler.
Le previsioni della vigilia sono quindi state pienamente rispettate. Sul nome e soprattutto sull'etichetta politica del nuovo capo del Governo. Che conferma la strategia “trasversale” del nuovo presidente.
Giovane e «Enarca»
Philippe, 46 anni, ha un profilo che assomiglia molto a quello di Macron. Ha un'età che contribuisce a sottolineare la svolta anche generazionale in corso sulla scena politica francese. Avvocato specializzato in diritto pubblico, ha studiato a SciencesPo prima di frequentare l'Ena, la prestigiosa scuola dell'amministrazione pubblica dalla quale escono tutti i potenti del Paese. Ha inframezzato la propria carriera politica con delle esperienze professionali nel settore privato: prima in uno studio legale americano, poi ad Areva, l'ex gioiello del nucleare francese. Infine non è “né di destra né di sinistra”. Proprio come il movimento creato da Macron.
Né di destra né di sinistra
Nel senso che all'inizio era di sinistra, ma la cosiddetta “seconda sinistra” di Michel Rocard, l'anima socialdemocratica e liberal-liberista del partito socialista. Ben presto, nel 2001, è però passato all'allora Ump (oggi “Les Républicains”, LR), dov'è sempre stato molto vicino all'ex premier Alain Juppé. Il centrista, il moderato del partito. Di Juppé è persino stato il portavoce alle primarie della destra dello scorso novembre. Dopo la sconfitta del suo “maestro” ha comunque partecipato alla campagna di François Fillon, salvo abbandonarla quando è scoppiato il Penelopegate. Accarezzando l'idea di creare, con altri colleghi, una sorta di “movimento dei sindaci”.
Sindaco popolare
Nato a Rouen, si è però candidato sindaco a Le Havre. Dov'è molto popolare e apprezzato, come dimostra il fatto che nel 2014 sia stato rieletto al primo turno, con il 52% dei voti. Figlio di due insegnanti di francese, è perfettamente germanofono. Si è addirittura diplomato al liceo francese di Bonn, a quel tempo diretto dal padre.
Missione: strappare voti ai Républicains
Al di là delle affinità tra i due uomini, che si conoscono e si apprezzano da tempo, Philippe ha inoltre il profilo giusto in vista delle legislative di metà giugno. Che Macron deve assolutamente vincere per avere una maggioranza parlamentare (e quindi un Governo) indispensabile per poter realizzare il suo programma di riforme. Per centrare anche questo obiettivo cruciale, il presidente - dopo aver dissanguato il partito socialista - deve andare a cercare consensi a destra, provando a strappare a LR, che per ora resiste, almeno alcune figure rappresentative, in grado di portare voti. Gli serviva quindi un premier – al quale spetterà appunto il compito di guidare anche la campagna delle legislative – proveniente da quel mondo.
I pesi massimi della destra hanno immediatamente commentato sottolineando lo scarso peso politico del nuovo premier, ma Philippe potrebbe invece essere la persona giusta per condurre con successo questa incursione oltre le linee nemiche.
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