Made in Italy Challenge, le imprese al fianco dei giovani talenti
Johnson & Johnson, Cisco, Illimity, Technacy ed Egea all'hackathon organizzato da FT Talent e 24 Ore Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore e Financial Times
di Davide Madeddu
2' di lettura
Sostenibilità e digitalizzazione. La sfida delle imprese passa per questi due punti che diventano anche un’opportunità per i giovani. In mezzo c’è la trasformazione dello scenario economico e sociale e delle imprese. È il filo rosso che ha cucito le diverse storie raccontate nel corso della prima giornata del Made in Italy Challenge, l'hackathon organizzato da FT Talent e 24 Ore Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore e Financial Times.
Dal digitale alla sostenibilità
Non a caso, a parlare di un legame forte tra digitalizzazione e sostenibilità è stato o Enrico Mercadante, Director Architecrures & Innovation Southern Europe, Cisco che ha ricordato come ci si trovi davanti «due forze partite all'inizio da lontano» e che oggi sono diventate due «trend inscindibili». Nel cammino ci sono poi gli obiettivi della decarbonizzazione e la digitlalizzazione che «pesa ancora per il 5% per le emissioni di gas serra ma ha la potenzialità per migliorarne e indirizzarne per il 15%. Naturalmente - ha aggiunto sta a noi prendere questo strumento per indirizzarlo e ripensare i processi, una città, un'azienda». E quindi l'economia dei dati che richiede nuove competenze e si trasforma in un'opportunità per i giovani. A guardare verso nuovi scenari in un sistema in cui le cose «si stanno muovendo molto più velocemente di quando ho iniziato» è stato anche Gavin Wood, Company Group Chairman, Johnson & Johnson Medical Devices EMEA, che ha posto poi l'attenzione sullo sviluppo e le opportunità offerte dalla prospettiva digitale. E in questo contesto rientra poi la ricerca e l'assistenza medica.Non meno importante il capitolo connettività che accompagna la trasformazione. «Oggi è indispensabile capire qual è il treno da prendere e in quale direzione si deve andare - ha detto Vittorio Foschi Ceo Technacy -. In questo mondo tecnologico sta cambiando tutto. Alcune operazioni di qualche anno fa erano quasi impensabili. Se uno perde il treno rischia di sparire perché ora le tecnologie e l'innovazione sono alla portata di tutti». In questo scenario che guarda alla sostenibilità rientra anche la finanza e il sistema bancario. «Le imprese grandi o piccole devono essere consce che in futuro la loro possibilità di credito verrà valutata se sarà eligible o non eligible per green scope - ha detto Corrado Passera, founder & ceo di illimity -. La banca deve quindi accompagnare le imprese lungo questa strada, soprattutto se sono piccole. Ad esempio in Italia quasi tutte le aziende non hanno la dichiarazione non finanziaria. Noi dobbiamo aiutare le Pmi per comunicare e rendicontare e rispondere del loro livello Esg per avere credito nel tempo. In Italia essere piccoli e non rispondere a questi criteri può portare a problemi ad ottenere credito». Poi le competenze e le peculiarità che in un contesto globale e locale diventano ricchezza, come ha sostenuto PierPaolo Carini, CEO Egea: «Il piccolo è bello è finito anche in Italia, dobbiamo essere grandi e dobbiamo essere all'altezza. Devi essere globale». Poi un altro aspetto: quello dell'identità della comunità. «È un'ulteriore differenziazione che, come si dice a Alba, è ricchezza. Perché la diversità è ricchezza».
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