Made in Italy in corsa a gennaio
Crescita del 19% grazie al balzo degli Stati Uniti. Per la Russia +26,7%. L’aumento dell’energia manda in rosso la bilancia commerciale
di Luca Orlando
2' di lettura
Una crescita del 26,7%. Che difficilmente si ripeterà. Il dato di gennaio dell’export italiano verso Mosca sarà probabilmente l’ultimo o quasi di questo tenore per molto tempo, con i primi effetti delle sanzioni verso la Russia che certamente da marzo ma forse anche già in qualche misura in questo ultimo scorcio di febbraio, inizieranno ad incidere sull’interscambio.
Russia peraltro non isolatanei progressi, in un mese in cui il made in Italy cresce in modo deciso in quasi tutti i mercati extra-Ue, ad eccezione di Cina e Svizzera.
A gennaio Istat stima per l'interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un aumento congiunturale per entrambi i flussi, più ampio per le importazioni (+10,1%) rispetto alle esportazioni (+5,3%).
L'incremento su base mensile dell'export è dovuto all'aumento delle vendite di beni strumentali (+12,1%), beni di consumo durevoli (+7,3%) e beni intermedi (+4,9%) mentre diminuiscono le esportazioni di energia (-4,7%) e beni di consumo non durevoli (-1,0%). Dal lato dell'import, la crescita congiunturale è determinata principalmente dall'energia (+31,8%). Diminuiscono gli acquisti di beni di consumo durevoli (-5,3%).
Nel trimestre novembre 2021-gennaio 2022, rispetto ai tre mesi precedenti, l'export cresce del 4,2%; l'aumento, generalizzato, è particolarmente sostenuto per energia (+26,9%). Nello stesso periodo, l'import segna un rialzo congiunturale dell'11,0%, cui contribuiscono soprattutto gli aumenti particolarmente accentuati degli acquisti di energia (+30,2%) e quelli di beni di consumo non durevoli (+9,3%).
A gennaio 2022, l'export cresce su base annua del 19,0%, undicesimo mese consecutivo in progresso. Progresso forse scontato rispetto a gennaio 2021, anche se va sottolineato il fatto che in termini di valori ci troviamo oltre i livelli di gennaio 2020, in una fase di pre-pandemia. L'aumento è diffuso a tutti i raggruppamenti ed è più elevato per energia (+51,3%) e beni strumentali (+23,6%). L'import registra una crescita tendenziale più intensa (+65,5%), anch'essa estesa a tutti i raggruppamenti e molto sostenuta per energia (+166,9%).
Evidente l’impatto dei rincari energetici sul saldo commerciale, che finisce in rosso per oltre quattro miliardi e si confronta con un attivo di quasi due miliardi nel gennaio 2021.
Effetto del deficit energetico (-6.433 milioni), che si amplia in misura rilevante rispetto a gennaio dello scorso anno (-2.204 milioni). L'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici si riduce da 3.978 milioni per gennaio 2021 a 2.259 milioni per gennaio 2022.
In termini geografici le crescite delle vendite sono diffuse. Le più ampie riguardano Stati Uniti (+38,8%), Regno Unito (+33,1%) e Russia (+26,7%). Diminuiscono le vendite verso Cina (-8,9%) e Svizzera (-3,4%).Gli acquisti da Regno Unito (+133,0%), India (+86,8%), Russia (+84,2%), paesi OPEC (+68,8%) e Cina (+62,6%) registrano incrementi tendenziali molto elevati.
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