ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùShipping

Maersk e MSC divorziano: è la fine del «patto sui container»

Stop nel 2025 all’alleanza 2M con cui i vettori condividono navi sulle maggiori rotte

di Sissi Bellomo

 Stop al patto fra Maersk e MSC

2' di lettura

I due giganti dei container via mare firmano le carte per il divorzio. Si scioglierà nel 2025 l’alleanza 2M, che Maersk e MSC – i più grandi vettori del mondo in questo segmento del trasporto merci – avevano costituito un decennio prima per condividere l’impiego delle flotte sulle principali rotte transatlantiche, transpacifiche e Asia-Europa.

La notizia era nell’aria. Da tempo nel settore si vociferava che gli accordi scricchiolassero. E i patti siglati nel 2014 prevedevano per l’appunto una durata di dieci anni, prorogabile a meno di preavviso da comunicare al partner due anni prima della scadenza.

Loading...

Le ripercussioni

La comunicazione è puntualmente arrivata e si apre ora un periodo incerto, che potrebbe avere ripercussioni ad ampio spettro, anche sull’andamento dei noli marittimi e sugli equilibri tra gli altri operatori. Accanto all’alleanza 2M – ora destinata a dissolversi – ne esistono infatti altre due: la Ocean Alliance (di cui oggi fanno parte Cosco, CMA CGM, Evergreen e OOCL) e THE Alliance, che riunisce Hapag-Lloyd, ONE, HMM e Yang Ming. Anch’esse erano state create lo scorso decennio, con intenti simili, ossia per meglio gestire e “dosare” la capacità di trasporto, evitando un crollo repentino dei noli nei periodi di bassa domanda o comunque di eccesso di navi.

La fine dell’alleanza 2M rimescola le carte, con effetti ancora imprevedibili, anche per i due protagonisti dovranno convivere nei prossimi due anni da ”separati in casa”. Il divorzio è stato annunciato come consensuale, attraverso una nota congiunta in cui il nuovo ceo di Maersk, Vincent Clerc, e Soren Toft, al timone di MSC dal 2020, spiegano che «molto è cambiato dal 2015, quando le due compagnie hanno firmato l’accordo decennale». Il mancato rinnovo (che, assicurano, non avrà impatti sui clienti) «spiana la strada a entrambe le compagnie per continuare a perseguire le proprie strategie individuali».

Percorsi diversi

I due partner hanno preso in effetti percorsi diversi. Il colosso danese A.P. Moller-Maersk sta cambiando pelle, con forti investimenti in magazzini e l’estensione dell’attività al trasporto merci per via aerea, tanto che ormai preferisce definirsi una «compagnia logistica integrata». La svizzera Mediterranean Shipping Company (MSC), controllata dalla famiglia Aponte, ha invece aumentato enormemente la flotta navale, fino a superare l’alleata Maersk soffiandole lo scettro di primo operatore nei trasporti marittimi containerizzati. MSC ormai dispone di capacità per 4,6 milioni di teu (container da 20 piedi), a fronte dei 4,3 milioni di teu di Maersk, e ha ordinato navi per aggiungerne altri 1,8 milioni: un incremento che equivale all’attuale capacità del quinto operatore mondiale, la tedesca Hapag-Lloyd, fa notare Alphaliner.

MSC – scriveva già ad ottobre Lars Jensen, analista specializzato di Vespucci Maritime – è ormai avviata a raggiungere «dimensioni tali da non aver più bisogno di essere membro di un’alleanza per mettere in campo una rete ampia e competitiva sulle principali rotte commerciali est-ovest». Parole che oggi suonano come una profezia.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti