criminalità organizzata

Mafia, sequestro da 150 milioni al re dei supermercati di Palermo

Carmelo Lucchese è proprietario della Gamac ed è ritenuto organico alla cosca di Bagheria. Sigilli a 13 negozi a marchio Conad e Todis

di Nino Amadore

Mafia, sequestro per 13 supermercati a Palermo e provincia

3' di lettura

Una rete commerciale cresciuta grazie all’aiuto della mafia. È la principale accusa, ma non l’unica, alla base della decisione del Tribunale misure di prevenzione di Palermo che ha disposto il sequestro per la Gamac, società con sede legale a Milano e base operativa a Carini, che gestisce 13 supermercati a marchio Conad e Todis a Palermo e provincia e ha un valore stimato di 100 milioni.
I militari della Guardia di finanza, che hanno eseguito il provvedimento nell’operazione denominata “Schiticchio”, hanno sequestrato un patrimonio di 150 milioni a Carmelo Lucchese, 54 anni, l’imprenditore che ha sviluppato l’attività di famiglia fino a farla diventare un impero della grande distribuzione alimentare. Il tutto, ritengono gli investigatori, con il supporto della mafia e in particolare delle cosche di Bagheria cui Lucchese apparteneva anche se non era partecipe, spiegano gli investigatori. Ed è grazie alla vicinanza ai boss bagheresi che Lucchese è riuscito a scoraggiare la concorrenza «anche attraverso il danneggiamento», a risolvere le controversie sorte con alcuni soci «ottenendo in loro pregiudizio la possibilità di rilevare l’impresa contesa e beneficiando di una dilazione dei pagamenti», evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e «grazie alla mediazione mafiosa della famiglia di Bagheria, contrattare la messa a posto con altre articolazioni palermitane di Cosa nostra».

In una logica di reciproco vantaggio - spiegano gli investigatori -, l'imprenditore ha remunerato con ingenti somme gli esponenti mafiosi, assumendo anche loro familiari nei propri punti vendita, quale riconoscimento del loro determinante intervento in momenti cruciali nel percorso di espansione commerciale dell'attività imprenditoriale. Uno scambio continuo quello tra Lucchese e i boss che gli avrebbe consentito di crescere. «In coincidenza temporale con i più significativi interventi della mafia in favore della Gamac - spiegano gli investigatori - si è registrata una crescita esponenziale della società che si è trasformata da impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d’affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni nel 2019».

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Le indagini degli specialisti del Gico della Guardia di finanza e del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, coordinate dalla Procura antimafia del capoluogo siciliano, hanno riscontrato la disponibilità manifestata da Lucchese alla famiglia mafiosa di Bagheria di un appartamento per dare rifugio a Bernardo Provenzano nell’ultimo periodo di latitanza. Oltre al sequestro delle quote societarie della Gamac, affidata a un amministratore giudiziario, i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno posto i sigilli a 7 immobili di cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo; 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative; 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan.

E oggi fa riflettere l’allarme lanciato proprio nel periodo delle feste natalizie 2020 dalla Fisascat Cisl che aveva paventato una possibile vendita o addirittura chiusura dei supermercati Gamac palermitani, con il rischio del posto di lavoro per 400 persone. «Secondo voci di corridoio, infatti, i 13 punti vendita a marchio Todis e Conad di Palermo e provincia - aveva scritto in una nota la segretaria della Fisascat Sicilia Mimma Calabrò - sembra che possano essere chiusi o ceduti. Secondo indiscrezioni sembrerebbe che, nelle more di una definizione di eventuali percorsi di cessione possano intanto tornare in capo al mondo Conad».

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