ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’assemblea di Confindustria

Malpensa e autunno demografico i nodi di Varese

Roberto Grassi: «Sullo scalo un’occasione di sviluppo persa. Ora dobbiamo tornare attrattivi per coinvolgere talenti e rilanciare il territorio».

di Luca Orlando

4' di lettura

«Quanti? Almeno una decina». «La ricerca può durare sei mesi, anche un anno». «Dodici posizioni aperte su 200, e non si trovano proprio». Claudia Mona (aerospazio), Luigi Galdabini (macchine utensili) e Alberto Ribolla (impiantistica) operano in comparti diversi ma hanno un problema comune: il reperimento del personale.

Nodo evidente, quello del mismatch tra domanda e offerta, in particolare per i profili tecnici, che a Varese è reso ancora più grave dalla “concorrenza” della Svizzera e più in generale dal calo demografico che colpisce il territorio.

Loading...

Non a caso è proprio questo il tema al centro dell’assise 2023 degli industriali varesini, con il presidente Roberto Grassi (rieletto alla guida di Confindustria Varese per un altro biennio) ad evidenziare i nodi creati dall’autunno demografico le progettualità da sviluppare per migliorare l’attrattività del territorio, con l’obiettivo, tra gli altri, di fare di Varese una wellness destination.

«Le proiezioni demografiche al 2031 - spiega Grassi - ci avvertono che la provincia progressivamente si squilibra. Con una popolazione anziana dai 65 anni in su che toccherà il 27,5% (contro il 24,5% attuale), con una popolazione attiva che potrebbe scendere al 61,5% ed una fascia di giovani attorno all'11%. Un ragazzino ogni 3 nonni circa. I territori che progrediscono sono quelli che conservano vitalità, che hanno in sé l'entusiasmo e la creatività dei giovani capaci di intraprendere sempre nuove iniziative e cambiare il mondo. Di questo abbiamo estremo bisogno anche a Varese. Solo negli ultimi 5 anni sono saliti del 18,4% i varesini iscritti all'AIRE (l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero), superando quota 65.000. È come se fossero emigrate le città di Gallarate e Luino messe insieme. E purtroppo non è la sola via di fuga. Su un altro fronte, quello svizzero, ‘perdiamo' circa 32.000 persone che ogni giorno varcano il confine come frontalieri. L'equivalente della città di Saronno».

Ancora più preoccupante nella provincia è la quota di giovani NEET, un bacino di circa 24.500 tra ragazzi e ragazze (molto più della città di Tradate) tra i 15 e i 29 anni che per diverse ragioni non risultano né occupati né inseriti in un percorso di istruzione. Varese Wellness Destination .

«Di fronte a queste dinamiche demografiche, il risultato è quello di una provincia che fa sempre più fatica a permettere alle persone di realizzarsi nel lavoro e nelle proprie passioni. Nel nostro personale Bilancio sociale di territorio, tutte queste voci andrebbero ascritte alla colonna delle Perdite. Perdite di energie, entusiasmi, capacità, welfare. Perdite che ci richiamano alla necessità di affrontare il tema demografico anche attraverso nuove e più efficaci politiche di integrazione del flusso migratorio. Se ben governato può essere strumento di sviluppo e di progresso economico e sociale. E in questo le imprese devono giocare un fondamentale ruolo di inclusione nella società. Molte lo stanno già facendo con processi spontanei. Ma servono anche qui progetti di sistema, nazionali e territoriali, che permettano di scalzare la paura con un sentimento diffuso di opportunità. Ciò vale anche per percorsi di reinserimento nella comunità attraverso il lavoro nelle carceri».

«Ma in generale - aggiunge - deve essere più attrattivo anche tutto il territorio. Non ci possono essere isole aziendali felici in un contesto di aridità di occasioni. Così come non ci può essere un territorio attrattivo senza imprese disposte a ripensare i modelli organizzativi di gestione del lavoro e della sua conciliazione con la vita privata delle persone. Con tutti i loro bisogni. Da quelli di svago a quelli di cura del proprio ambito familiare».

Nella visione di Confindustria Varese la provincia ha le carte in regola per candidarsi a trasformarsi in una wellness destination, diventando un'area in cui lo sport può rivestire, insieme alla comunicazione delle bellezze naturali ed alla valorizzazione della cultura e delle sue ricadute creative, un elemento di sviluppo economico.

«Se ben comunicata e narrata la Varese dello sport può essere un volano di attrattività di giovani e, perché no, di una rinnovata imprenditorialità di settore – ha proseguito Grassi –. Ma se lo sport è uno dei temi attorno ai quali costruire la nuova immagine di una Varese accogliente in tutti gli ambiti di vita, non possiamo tralasciare di coltivare un'altra attitudine che merita di essere valorizzata: quella della cultura e dell'arte. È anche così che si attraggono i giovani e che si creano ambienti culturali in cui la creatività può essere valorizzata alimentando bacini di idee, di confronto e di fermento».

Un disegno ambizioso di “riqualificazione non solo urbana, ma di stili di vita” quello di cui parlano gli industriali varesini. Un progetto, come sottolineato da Grassi, “che si costruisce solo insieme e che mira a valorizzare il brand di una ‘Varese in cui si fanno bene le cose'. «Fare di Varese una wellness destination ampiamente intesa non sarà facile. Sarà un percorso lungo e impegnativo. Avremo bisogno dei giovani, della loro forza, della loro creatività. Ma anche del loro coraggio di sbagliare».

Altro nodo irrisolto riguarda lo scalo di Malpensa, dopo lo stop all’ampliamento dell’area cargo arrivato dal ministero dell’Ambiente.

«Tutte le forze politiche, sia quelle all'opposizione ma che hanno governato in passato, sia quelle che oggi sono nella maggioranza che sostiene l'attuale Esecutivo, devono assumersi la responsabilità di aver bloccato negli anni, con una lunga serie di provvedimenti sbagliati, lo sviluppo di una delle infrastrutture più strategiche per la crescita dell'industria del Nord del Paese e di aver messo in discussione le legittime aspirazioni di un intero territorio e del suo sistema produttivo. È un'occasione persa di cui pagheremo i danni per molto tempo, in termini di posti di lavoro. Siamo delusi e amareggiati. Non ci sentiamo rappresentati».

Qualche risposta a Grassi, anche se interlocutoria, arriva dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (varesino), che in un videomessaggio inviato all’assemblea spiega che «se a legislazione vigente le regole sono queste, è chiaro che un ragionamento politico sulla strategicità dello scalo vada fatto».

Così come - aggiunge - è possibile pensare di utilizzare le risorse in arrivo grazie al nuovo accordo sul lavoro transfrontaliero con la Svizzera per provare a ridurre la pressione fiscale e contributiva nelle zone di confine.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti