Mancano 250mila artigiani, network tra i centri per l’impiego
L’Unione e la Regione in campo con una serie di iniziative per sensibilizzare i giovani e assicurare la continuità dell’attività nelle botteghe e micro imprese. Al via la campagna promozionale
di Enrico Netti
3' di lettura
Oltre 250mila addetti. A tanto ammonta il deficit di tecnici e artigiani in Lombardia, un gap che mette a rischio la sopravvivenza di tante storiche realtà e attività legate al saper fare, alla manualità che in passato si tramandava in bottega di generazione in generazione. Oggi l’artigianato è un comparto a rischio vocazioni e con il varo di un pacchetto di dieci mosse può ritornare in auge. Le possibili soluzioni sono emerse durante il convegno «Artigianato senza più nuove risorse umane. A rischio il futuro del settore» promosso dall’Unione Artigiani e dalla Confederazione delle libere associazioni artigiane italiane (Claai) alla presenza, tra gli altri, di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito e di Simona Tironi, assessore lombardo al Lavoro.
Nel suo intervento in ministro ha parlato di un passaggio sperimentale per la riforma della formazione professionale. «Un campus 4+2, quattro anni di formazione professionale più altri due di Its a cui i ragazzi potrebbero accedere direttamente. Un progetto di filiera formativa - ha spiegato il ministro - da attuare con le Regioni, imprese, scuole e sindacato. Nei prossimi giorni daremo via al dialogo. Il ministro ha annunciato anche l’intenzione, qualora vi fosse la necessità e la disponibilità degli istituti professionali statali, di offrire cattedre agli imprenditori, esperti e tecnici, in un progetto di rinforzo del rapporto tra le scuole e il mondo del lavoro». Durante il convegno è stato presentato un percorso di dieci iniziative mirate per fare riprendere quota ai mestieri tecnici e artigiani. Si parte con l’implementazione della Dorsale unica informativa nazionale tra le scuole e tra le scuole e il mondo del lavoro. L’obiettivo è la validazione e certificazione delle competenze mediante la progressiva interoperatività delle banche dati centrali e territoriali esistenti e l’istituzione del repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali. Potrà essere una prima soluzione la nuova piattaforma digitale nazionale Siisl per creare un network tra centri per l’impiego, imprese, formatori, domanda e offerta di lavoro con tutti gli elementi sulle competenze dei lavoratori. Al via anche una campagna per la promozione dei mestieri tecnici e artigiani per cancellare lo stigma della formazione professionale valorizzando il lavoro manuale. Un’altra campagna sarà destinata alle famiglie per divulgare le opportunità professionali che l’artigianato offre. Previste attività che favoriranno la formazione continua degli adulti e di coloro che sono esclusi o espulsi dal mercato del lavoro. Verranno tracciati percorsi per l’inserimento di cittadini extracomunitari formati nel paese d’origine, si pensa alla defiscalizzazione di almeno una parte dei contributi delle imprese che supportano i centri di formazione, uniformare procedure e standard di qualità della formazione in tutte le regioni e, per finire, semplificare la gestione burocratica dei Cfp in vista dell'atteso boom di nuovi iscritti di ogni età ed esperienza inclusi i Neet, indotto dall’obbligo di formazione previsto dalla nuova normativa sul reddito di inclusione. Il tutto per formare le future generazioni di artigiani come falegnami, carpentieri, fabbri, idraulici, riparatori, muratori, tappezzieri, parrucchieri, ottici senza trascurare quelli della logistica e quelli legati all’industria turistica. «Qualunque cambio di rotta proveremo a definire a partire da oggi, avrà bisogno di almeno 6 o 7 anni per garantire i primi risultati utili ma il sistema artigiano non ha più tempo – avverte Stefano Fugazza, presidente di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza -. Le nostre imprese sono agli ultimi minuti dei tempi supplementari: non c’è più ricambio generazionale, i titolari sono sempre più anziani, i giovani imprenditori artigiani under 30 sono calati in Italia del 40% negli ultimi cinque anni».
loading...