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Manoscritti antichi e rari e autografi di celebrity in cima agli aggiudicati delle aste italiane

di Stefano Cosenz

Pandolfini la prima edizione dell'«Encyclopédia» di Denis Diderot del 1751-1765 in 17 volumi

4' di lettura

Uno dei settori che confermano le migliori performance nel mondo delle aste nazionali è quello dei libri antichi, dei manoscritti e degli autografi con risultati che spesso sfiorano il 100%. La ragione del successo anche in questo caso sta in una partecipazione di collezionisti e istituzioni che oltrepassa i confini nazionali, fatta anche di appassionati in settori collezionistici spesso diversi attratti dal contenuto storico e culturale di un antico volume legato ai propri studi o alla propria professione. Mentre si registra una flessione per i livres de peintre novecenteschi che hanno visto superate la loro fase di punta, al contrario spuntano alte cifre i manoscritti medievali. Gli antichi volumi sulle architetture di Roma e le sue antiche stampe seicentesche e settecentesche richiamano da Sotheby's collezionisti dall'Italia e dall'estero.

L'asta di Pandolfini di Firenze del 14 febbraio ha quasi raggiunto il 90% dei lotti venduti (120 su 144, fatturato oltre 372mila euro contro un monte stime di 50mila), con rilanci che hanno spesso superato il doppio e il triplo delle base d'asta. Chiara Nicolini, che dirige il dipartimento di libri, manoscritti e autografi, afferma che «i risultati di questa vendita del 2018 hanno confermato come le attuali preferenze dei collezionisti siano rivolte ad opere importanti ed interessanti: nel caso dei manoscritti, vengono privilegiate eccezionalità e rarità, mentre nel settore degli autografi, attirano in modo quasi esclusivo le celebrità. Per quanto riguarda le opere a stampa, invece, il mercato vuole bestseller letterari, artistici e scientifici, che possono avere valutazioni molto alte qualora siano in ottime condizioni. Sono, invece, inferiori le cifre di riferimento per i livres de peintre novecenteschi che hanno visto superata la loro fase di punta. Anche in questo settore la provenienza geografica degli acquirenti è ben distribuita tra Italia ed estero».

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Grande boom di vendita per i manoscritti medievali che, stimati tutti tra i 5mila e 6mila euro, hanno spuntato cifre decisamente superiori dopo lunghe e combattute licite. La «Regola delle Monache di Santa Maria della Passione in Genova» manoscritto su pergamena del 1411 di Gregorio Da Piacenza, con stima 6-8mila euro, è passato di mano a 15mila euro. Il top lot dell'asta, lo splendido «Atlante rinascimentale» di Abraham Ortelius del 1597, stimato 20-25mila euro ne ha realizzati 37.500. Buona performance anche per la prima edizione dell'«Encyclopédia» di Denis Diderot del 1751-1765 in 17 volumi, stimata 15-20mila euro e aggiudicata a 20.625 euro e per il «Chef-D'Oeuvre inconnu» illustrato da Pablo Picasso, aggiudicato a 15mila euro. En plein della sezione dedicata agli autografi.

White gloves (100% di venduto) nell'asta milanese di Sotheby's del 20 febbraio in occasione della quale è stata dispersa la Biblioteca di Sergio Rossetti dedicata alla città di Roma, con un fatturato di 1.175.382 euro. La vendita, come ha illustrato Filippo Lotti, ad di Sotheby's Italia e noto esperto del settore, che ha curato la stessa asta, ha richiamato collezionisti di tutto il mondo, anche non bibliofili, e librai antiquari, nonché biblioteche internazionali e istituzioni pubbliche. Lo share era rappresentato per il 50% da acquirenti internazionali. Folta pure la partecipazione online. La vendita, pur rappresentando un omaggio alla Capitale e raccontandone tutti gli aspetti artistici, architettonici e di costume dal XV al XIX secolo, è stata organizzata a Milano per volere della famiglia. Rossetti, infatti, scomparso nel 2013, era milanese, pur essendosi trasferito a Roma nel 1960 per ragioni professionali, ove nacque la sua passione per l'arte e l'architettura della Città Eterna.

I realizzi all'asta hanno ampiamente superato le stime massime. Un esempio vale per tutti: i due rari volumi su Roma di Francesco Borromini del 1720-1725, da una stima di 5-7mila euro ne hanno realizzati 35mila. I grandi classici dell'architettura romana occupano i primi posti della top ten, e tra questi il «Templum Vaticanum et ipsius origo», Roma, 1694, di Carlo Fontana, la più completa opera per apparato iconografico e descrittivo sulla Basilica Vaticana (in marocchino rosso con le armi di Clemente IX) che da una stima di 10-15mila euro è stato acquistato per 32.500. Il volume del 1637 del noto incisore e stampatore seicentesco Giacomo Lauro, «Antiquae Urbis splendor, hoc est, praecipua eiusdem templa, amphitheatra, theatra, circi, naumachie….», 166 tavole incise e testi dello stesso, con legatura in pelle coeva, decorata alle armi di Urbano VIII Barberini, da una stima di 4-6mila euro, ne ha realizzati 18.750. Nella sezione dedicata alle mappe della città di Roma, la prima rarissima edizione della «Nuova pianta di Roma data in luce da Giambattista Noli» del 1748 dello stesso Giovanni Battista Noli, grande tavola incisa raffigurante l'intera città di Roma, stimata 4-6mila euro, ne ha raggiunti 20mila. Da segnalare, infine, un'unica collezione di 599 tavole realizzate dai maggiori incisori del XVI e XVII secolo, in splendida legatura settecentesca in pieno marocchino rosso, che da una stima di 5-7mila euro è volata a 30mila euro.

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