Manovra, Abi: rendere strutturale taglio cuneo e fondo prima casa per giovani. Ance: su immobili tasse punitive
Il dg dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, ascoltato dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla manovra ha ribadito che «occorre porre un tetto al debito pubblico italiano, che non può crescere in cifra assoluta all’infinito». La presidente dell’Ance Federica Brancaccio ha lamentato come dalla relazione tecnica al ddl bilancio «emerga un consistente aumento del prelievo fiscale sulla casa per circa 1,9 miliardi di euro nel triennio».
I punti chiave
- Abi: taglio cuneo strutturale e poi allargare platea
- In riforma fisco priorità a misure per semplificazioni imprese
- Sforzo banche su superbonus ma tempi lunghi
- Rendere permanente fondo prima casa per giovani
- Ance: su casa tasse punitive, 1,9 miliardi in 3 anni
- Proroga superbonus per lavori già avviati
- Più risorse a Ponte Stretto o sarà solo un simbolo
- Confedilizia: per affitti lunghi incentivi e tutele
- Cgil: questione cruciale è rilancio investimenti, crescita e Pil
- Cisl: bene difesa redditi, ma dubbi su temporaneità
- Uil: per i giovani pensione dopo i 70 anni
8' di lettura
Dalle banche, ai costruttori, fino ai sindacati, sono diversi i dubbi sollevati su molti dei provvedimenti contenuti in manovra nel corso del primo round di audizioni sulla finanziaria di fronte alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Il primo tra i moniti rivolti all’esecutivo arriva dai banchieri. L’Abi «rappresenta l’importanza di mantenere l’equilibrio nei saldi di finanza pubblica in un contesto connotato da una politica monetaria restrittiva, da una elevata incertezza e da una forte volatilità dei mercati finanziari. La dinamica del debito pubblico richiede ormai nuovi paradigmi di contenimento». Così il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, ascoltato dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera sul Ddl di bilancio. Sabatini ha ribadito che, «come rappresentato dal presidente Antonio Patuelli in più occasioni, occorre porre un tetto al debito pubblico italiano, che non può crescere in cifra assoluta all’infinito e che sottrae risorse alle iniziative sociali pubbliche e penalizza la competitività internazionale delle imprese».
Abi: taglio cuneo strutturale e poi allargare platea
Per Sabatini inoltre serve rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e poi estenderlo. Nello specifico «occorre trasformare queste misure in interventi strutturali in grado di aumentare stabilmente il salario netto – e, quindi, il potere d’acquisto dei lavoratori - e ridurre gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro, così da rendere più competitive le imprese. L’attenzione successiva dovrebbe essere rivolta anche alle fasce di media remunerazione».
In riforma fisco priorità a misure per semplificazioni imprese
Vanno poi previste delle «priorità nelle varie parti della riforma fiscale, attivando da subito i provvedimenti per le imprese e la produttività». La profondità e l’ampiezza delle modifiche previste comporterà infatti «tempi di attuazione che, come indicato dallo stesso Governo in sede di presentazione alle Parti sociali, copriranno la residua durata della legislatura». In questo scenario «sarebbe conveniente attivare fin da subito, anche fuori dal processo di attuazione della delega, rispettandone i principi ispiratori, i provvedimenti fiscali e le semplificazioni che più direttamente influenzano l’operato delle imprese e le loro iniziative produttive»
Sforzo banche su superbonus ma tempi lunghi
Il dg dell’Abi ha inoltre sottolineato lo «sforzo del settore bancario per cercare di riattivare» il circuito delle cessioni di credito del superbonus ma si tratta «di una procedura con tempi più lunghi di quella dell’F24 che avevamo proposto e che non è stata adottata». Sabatini ha riconosciuto come siano state prese delle misure «che hanno consentito di migliorare la posizione giuridica dell’acquirente ma si tratta di un processo comunque lento». Poi ha ricordato come «un soggetto pubblico aveva annunciato la creazione di una piattaforma» per far incontrare la domanda e l’offerta, iniziativa che «non si è realizzata» e ha rilevato come una piattaforma Abi non potrebbe essere possibile per problemi di antitrust.
Rendere permanente fondo prima casa per giovani
L’Abi chiede inoltre di rendere «strutturale», «evitando il succedersi di proroghe, come nel corso del 2023», il fondo prima casa in favore dei giovani di età inferiore a 36 anni che «rappresenta un valido aiuto soprattutto per una fascia di popolazione che, spesso, proprio per la giovane età, non possiede risorse proprie sufficienti per coprire i costi di acquisto dell’abitazione non coperti dal mutuo». In questo modo, si consentirebbe «a banche e famiglie di avere certezza sulle regole e programmare soluzioni di finanziamento appropriate»
Ance: su casa tasse punitive, 1,9 miliardi in 3 anni
Nella manovra l’aumento della tassazione sugli immobili «appare ingiustificatamente punitivo. Dalla relazione tecnica al ddl, emerge infatti un consistente aumento del prelievo fiscale sulla casa per circa 1,9 miliardi di euro nel triennio». Lo ha sottolineato la presidente dell’Ance Federica Brancaccio in audizione in Senato, auspicando che le maggiori entrate «siano quantomeno destinate alla riduzione della pressione fiscale sulla casa e servano a finanziare incentivi utili alla rigenerazione urbana delle nostre città», partendo dalla proroga del Superbonus per i lavori in dirittura d’arrivo nei condomini.
Foti (Fdi): da Ance fake news sulla casa
Sul punto della tassazione degli immobili è arrivata la smentita del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti. «Questa mattina - ha puntualizzato Foti in una nota - l’Ance, in audizione sulla legge di bilancio, ha dichiarato e scritto nel documento depositato che nel disegno di legge di bilancio c’è un aumento di imposizione sulla casa, per 2 miliardi. Una fake news, in quanto innanzitutto i circa 2 mld (per la precisione 1,9) farebbero riferimento al periodo 2024-2026. Inoltre hanno inserito tra l’aumento di tasse l’incremento della ritenuta per i bonifici per i crediti di imposta, che non è un aumento di imposte sulla casa. Si tratta di una temporanea perdita di liquidità per le imprese edilizie, ma non è un aumento di imposizione sulla casa».
Ance: proroga superbonus per lavori già avviati
Tornando all’audizione dell’Ance, è «necessaria» la proroga del superbonus per consentire il completamento dei lavori già avviati, ha sottolineato Brancaccio. «L’Ance - ha aggiunto - condivide la necessità di chiudere la stagione del 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia ma sottolinea che la Legge di Bilancio non affronta le due principali criticità in atto relativo al Superbonus: la necessità di una limitata proroga per i lavori condominiali in corso, colpiti da numerosi rallentamenti, e lo sblocco dei crediti incagliati»
Fondi per Ponte Stretto non a discapito di altri interventi
Non solo. I finanziamenti destinati al Ponte sullo Stretto devono essere «aggiuntivi» e non andare «a discapito di interventi diffusi sul territorio necessari per rendere competitiva quell’area del Paese». È la richiesta arrivata dalla presidente dell’Ance Federica Brancaccio nel corso dell’audizione sulla Manovra in Senato (commissioni Bilancio riunite). I costruttori hanno sottolineato come «l’articolato del Disegno di Legge dispone, infatti, nuovi stanziamenti per circa 13,3 miliardi di euro nel periodo 2024-2038, di cui 4,1 miliardi per il triennio 2024-2026. Gli stanziamenti risultano destinati per oltre i 3/4 alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina nei prossimi tre anni. Tale quota raggiunge l’87% dei fondi stanziati se si considera la totalità degli stanziamenti pluriennali previsti fino al 2038».
Confedilizia: per affitti lunghi incentivi e tutele
Confedilizia, dal canto suo, è contraria all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi e tale contrarietà «permarrebbe anche qualora la norma approvata in Consiglio dei ministri fosse - come preannunciato - modificata nel senso di escludere l’incremento di tassazione in caso di locazione breve di un solo appartamento». Lo ha sottolineato il presidente dell’associazione, Giorgio Spaziani Testa, in audizione sulla manovra in Senato. «Se l’intento del Governo è quello di favorire le locazioni di lunga durata, - ha spiegato - la strada da seguire non è quella delle norme fiscali punitive bensì quella degli incentivi e delle tutele. Quanto agli incentivi, la Confederazione ha proposto l’azzeramento dell’Imu - o, in subordine, il suo dimezzamento - in caso di locazione degli immobili abitativi attraverso i contratti cosiddetti concordati, a canone calmierato (l’onere sarebbe di circa 250 milioni di euro nella prima ipotesi e di circa 80 nella seconda) e un chiarimento legislativo circa l’applicabilità in tutta Italia della cedolare secca al 10 per cento per gli stessi contratti”. Quanto alle tutele, la Confedilizia suggerisce di accelerare gli sfratti attraverso l’affidamento delle esecuzioni anche a soggetti diversi dagli ufficiali giudiziari.
Sindacati divisi
I sindacati invece sono divisi. Cgil e Uil ribadiscono la bocciatura tout court, denunciando la sostanziale incapacità dell’esecutivo di rispondere alle emergenze nazionali. Anzi, proprio il lavoro è il «grande assente di questa manovra»: non c’è niente sui salari, sulla precarietà, sulla sicurezza, sulla sanità pubblica. «Non ha respiro sociale», chiosa la Uil, mentre la Cgil afferma: «Questo governo ammette di non avere una politica in grado di incidere sulla realtà». Meno dure Cisl e Ugl che, a fronte di una serie di elementi positivi tra cui soprattutto il taglio del cuneo, segnalano però pesanti criticità sulle pensioni, invocando una sostanziale marcia indietro sui nuovi paletti di Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna e lo stralcio – da parte della Cisl – del taglio sulle pensioni future dei dipendenti pubblici.
Cgil: questione cruciale è rilancio investimenti, crescita e Pil
«Non chiediamo la ’manovra per i mercati’, ma rivendichiamo una manovra per i lavoratori, i pensionati, i precari, le giovani generazioni, perché il vero problema non è tanto il debito pubblico (il numeratore), ma il Pil (il denominatore) che, anche a causa delle politiche del Governo, sta flettendo. La questione cruciale, dunque, è come si rilanciano, anche al fine di mettere in sicurezza la finanza pubblica, gli investimenti, la crescita e il Pil. Dall’altra parte, non possiamo nemmeno condividere la valutazione positiva ed entusiastica di taluni, che l’hanno definita una ’manovra espansiva». È la posizione della Cgil, espressa dal segretario confederale Christian Ferrari, nella audizione sul Ddl di bilancio con la manovra. «Purtroppo - aggiunge - non c’è alcun “miracolo italiano”».
Cisl: bene difesa redditi, ma dubbi su temporaneità
Le risorse messe in campo dal complesso della manovra (Legge di bilancio, decreto fiscale e decreto anticipi) «non sono ancora sufficienti a dare uno sprone espansivo alla politica di sviluppo nazionale. La spinta anticiclica resta così affidata in gran parte al completo utilizzo delle risorse del Pnrr, rispetto al quale diventa essenziale l’attuazione dei progetti, con il rafforzamento ad ogni livello della governance partecipata dalle parti sociali». Lo ha sottolineato il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, in audizione al Senato. Il sindacato giudica positivamente che «buona parte delle risorse impiegate nel 2024 siano utilizzate per la difesa dei redditi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle famiglie, ma solleva interrogativi sul mancato finanziamento strutturale di queste misure che pone problemi non semplici per le leggi di bilancio dei prossimi anni».
Più in particolare, la Cisl promuove la conferma per il 2024 del taglio del cuneo; la defiscalizzazione dei fringe benefit anche per i lavoratori senza carichi familiari; la proroga della detassazione della contrattazione decentrata; lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, misure a sostegno della famiglia e della natalità. Chiede invece di modificare durante la discussione parlamentare «gli elementi penalizzanti introdotti sulle norme di accesso alla pensione e il taglio alle rendite pensionistiche retributive dei lavoratori degli enti locali, della sanità, degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, degli ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari»
Uil: per i giovani pensione dopo i 70 anni
La manovra non prevede alcun superamento della legge Fornero sulle pensioni, «addirittura è previsto un inasprimento delle condizioni di accesso». Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale sono riproposte «con requisiti e penalizzazioni ancora più stringenti, mentre per i giovani che andranno in pensione con il sistema contributivo puro, si prospettano precarietà e un’uscita dopo i 70 anni». Lo ha sottolineato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, in audizione al Senato, evidenziando anche come nella legge di bilancio non ci sia «niente riguardo a una pensione di garanzia per i giovani, nulla per valorizzare il lavoro di cura delle donne, permane il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, nessun riferimento all’estensione della 14esima a tutti i pensionati sotto i 1.500 euro lordi al mese, come chiesto dalla Uil».
Inoltre il taglio del cuneo, che impegna 10 dei 24 miliardi della manovra, «non prevede lo stanziamento di risorse aggiuntive rispetto a quelle già in essere ed è valido solo per il 2024. La nostra richiesta - ha ricordato la sindacalista - è sempre stata renderlo strutturale per dare stabilità a lavoratori e lavoratrici. Insieme alla riduzione dell’Irpef a tre aliquote, il taglio del cuneo aumenta le buste paga di soli 100 euro netti, insufficienti a recuperare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, calato fino al 20%». «La lotta all’evasione fiscale, priorità ed emergenza del nostro Paese, resta solo accennata: dopo i 14 condoni in un anno l’approccio sembra rimanere quello di un fisco forte con i deboli e remissivo con i forti», ha aggiunto Buonomo.
loading...