LA BATTAGLIA CON BRUXELLES

Manovra, il debito è vecchio ma sono i numeri del governo ad aprire la procedura Ue

di Gianni Trovati

L'Europa boccia la manovra: ecco i numeri della discordia

2' di lettura

«La commissione europea colpisce il governo giallo-verde per colpa del debito lasciato da Padoan», ha sostenuto più di un esponente di governo, soprattutto dalle parti del Movimento 5 Stelle. «È una fake news», hanno ribattuto dal Pd.

E la polemica che monta prova a coprire con il solito format dello scambio incrociato di accuse il problema di fondo: l'Italia ha un debito troppo alto da molti anni, e per questo era da tempo la candidata ideale fra i grandi paesi a incappare nella procedura basata sul debito. E nell'incrocio di matematica e politica che guida la governance europea, il programma 2019 accende la miccia.

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Il debito del 2017
Alla base della procedura c'è il debito lasciato dai governi di centro-sinistra? Tecnicamente, l'indicazione è ineccepibile. Le lenti di Bruxelles hanno messo sotto esame il debito del 2017, pari al 131,2% del Pil e 6,6 punti sopra l'obiettivo di riduzione concordato.

Preventivi e consuntivi
Il 23 maggio scorso la commissione aveva annunciato l'avvio di un nuovo rapporto sul debito, in base al meccanismo previsto dall'articolo 126, paragrafo 3 del Trattato quando il passivo di un Paese è troppo alto e troppo restio a scendere. A quell'altezza di tempo, però, Bruxelles aveva deciso che tutto sommato i numeri italiani potevano rientrare nelle griglie Ue, soprattutto perché il Paese aveva rispettato il «braccio preventivo» del Patto di stabilità.

Che cosa è cambiato
Nel giudizio della Ue, a cambiare il quadro è la «modifica sostanziale» portata dal piano fiscale per il 2019. Secondo i calcoli della commissione, il deficit aggiuntivo, unito alla spesa per interessi in crescita e ai rischi di impatto negativo sul Pil prodotti in particolare dalle scelte fiscali su imprese e banche, terranno il nostro debito al 131% anche nel 2019, contro il 129,2% stimato dal governo. Per il 2018 la differenza nelle stime è decisamente più modesta, con i due decimali che separano il 131,1% calcolato a Bruxelles dal 130,9% indicato a Roma. Anche in questo caso è la spesa per interessi a motivare in gran parte il differenziale.

Il risultato
Su questi presupposti, la commissione stima che il debito italiano l'anno prossimo sarà 6,7 punti di Pil sopra l'obiettivo, contro i 6,6 punti del 2017 e 2018 e i 5,2 del 2016. Lo “spread” fra gli obiettivi di riduzione indicati dal Patto e i livelli prodotti dal programma italiano, insomma, si allarga invece di stringersi. E accende i motori della procedura d'infrazione.

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