ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl vaglio di Bruxelles

Manovra, dal Pos alla flat tax: ecco le misure che attendono l’ok dall’Europa

A Roma la task force della Commissione sullo stato di avanzamento del Pnrr. Resterà fino al 2 dicembre. Sotto esame le novità sul contante

di Manuela Perrone

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3' di lettura

L’iter della legge di bilancio alla Camera è cominciato. Da adesso in poi è corsa contro il tempo per completare l’approvazione anche al Senato entro il 31 dicembre. Ma il primo ostacolo da superare è quello delle possibili osservazioni dell’Unione europea, con cui - ha confermato la premier Giorgia Meloni - «sono in corso interlocuzioni». A partire dalle norme “sorvegliate speciali”: quelle che favoriscono l’uso del contante al posto dei pagamenti elettronici e la nuova flat tax per autonomi e professionisti.

La missione di Bruxelles a Roma

I tecnici della direzione generale della Commissione europea che si occupano di conti pubblici ed economia (Ecfin) e della task force istituita per seguire lo stato di avanzamento dei Pnrr, guidati da Celine Gauer e Declan Costello, sono a Roma da lunedì. E resteranno nella Capitale fino a venerdì 2 dicembre, quando si terrà la Conferenza annuale sul Pnrr alla presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Raffaele Fitto (Affari europei) e Gilberto Pichetto Fratin (Transizione ecologica), del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, e del presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga. Sotto la lente c’è ufficialmente soltanto il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma il confronto arriva in una fase delicata, alla luce delle richieste di modifica del Pnrr che il Governo si appresta ad avanzare e delle misure della manovra che potrebbero essere giudicate un freno alla realizzazione di milestone e target nei tempi concordati.

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La norma Pos il primo scoglio

Il primo passaggio delicato nel dialogo con l’Ue riguarda l’obbligo di accettare pagamenti con carta di credito e Bancomat soltanto sopra i 60 euro, e senza incorrere in sanzioni (la soglia è raddoppiata rispetto alla prima bozza della legge di bilancio, che fissava l’asticella a 30 euro). Formalmente, l’Ue non ha alcun potere di disciplinare le soglie sotto le quali è permesso il pagamento in contanti. Ma potrebbe ritenere la norma - soprattutto se letta insieme all’innalzamento a 5mila euro del tetto per l’uso del cash - in conflitto con l’impegno anti-evasione fiscale che l’Italia ha messo nero su bianco proprio nel Pnrr.

La verifica della compatibilità con gli obiettivi Pnrr

In sintesi: compito degli esperti di Bruxelles sarà quello di valutare se la misura sia o meno compatibile con l’attuazione del Piano secondo il cronoprogramma concordato con l’Unione europea, che negli ultimi report sull’Italia plaudeva all’aumento dei pagamenti elettronici nel nostro Paese. In caso di luce rossa, il Governo non sembra intenzionato ad andare allo scontro: non si esclude che l’intervento sul Pos sia rimodulato o che salti del tutto.

Il monito del presidente Mattarella

La norma, ampiamente contestata dalle opposizioni, è comunque fin qui passata indenne fino alla bollinatura da parte della Ragioneria generale dello Stato e alla firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che però non ha mancato, il 29 novembre, durante la sua visita in Svizzera, di far sentire la sua voce sottolineando come «non c’è dubbio che il problema dell’evasione fiscale sia grave per qualunque Paese e lo sia in maniera importante per l’Italia» e aggiungendo che il Pnrr molto fa su questo tema, «e non vi sono segnali che venga cambiato».

Si attende il disco verde Ue sulla flat tax

Si aspetta il via libera di Bruxelles anche sulla nuova tassa piatta del 15% per professionisti e autonomi con ricavi fino a 85mila euro (sinora il limite era fissato a 65mila euro). In questo caso, è stato necessario inoltrare, lo scorso 4 novembre, una richiesta di deroga formale alle autorità europee competenti, perché il superamento della soglia è previsto da una direttiva europea, ma soltanto a partire dal 2025. In linea con le regole comunitarie e con il contrasto all’evasione è comunque la scelta di far cessare il regime forfettario dall’anno stesso in cui i ricavi superano l’ammontare di 100mila euro. Da quello stesso momento chi sfora tornerà anche a emettere fatture Iva.

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