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FdI: reddito di infanzia e assegno di gioventù per rilanciare la natalità

La pdl riconosce nelle difficoltà economiche il principale ostacolo all’avere figli o all’allargamento della famiglia

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2' di lettura

Avviare una “rivoluzione del welfare”, per sostenere la natalità, la genitorialità e l'occupazione femminile. Questo l’obiettivo di una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia in primavera e di cui si torna a parlare in concomitanza con l’elaborazione della Manovra 2024. Che il governo Meloni abbia tra le sue priorità la lotta all’inverno demografico attraverso il sostegno alla genitorialità non è un mistero.

Il problema della denatalità in Italia

La proposta di legge di FdI rientra dunque in questo solco e, seppure non ritenga di essere la soluzione completa al problema della denatalità in Italia, vuole comunque introdurre cambiamenti concreti. Lo fa proponendo diverse misure, che vanno dagli aiuti economici alle famiglie a interventi più strutturali come quelli sugli asili nido. Ma sono i primi a “fare più rumore”. La pdl infatti propone due corposi contributi, da individuare, insieme alla rimodulazione delle prestazioni a favore della genitorialità, come “diritto delle famiglie” e non come sussidio.

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Doppio canale

Il primo contributo che la pdl propone di introdurre è il «reddito di infanzia», da erogare a tutte le famiglie con un reddito inferiore ai 90mila euro. Prevederebbe 400 euro al mese per i primi 6 anni di ogni figlio a carico, cumulabili con l’assegno unico universale (che spetta ai figli dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni). La cifra indicata verrebbe aumentata in presenza di figli con disabilità o di famiglie con un solo genitore. La seconda misura, l’«assegno di gioventù», sarebbe in pratica un proseguimento del precedente bonus per l'infanzia. Viene infatti previsto per ogni figlio dai 7 ai 25 anni per una cifra di 250 euro al mese, purché il bambino/ragazzo sia registrato presso un istituto scolastico o universitario e sempre per i nuclei familiari sotto i 90mila euro di reddito. La sua finalità è proprio quella di sostenere l’istruzione dei giovani.

Il nodo finanziamento

Reddito d0infanzia e assegno di gioventù, così come proposte, costano molto. Solo per il primo si parla di un sostegno pari a 28.800 euro nei 6 anni, e per il secondo si arriverebbe a 57mila euro. Dunque il problema principale per il governo è dove prendere i fondi per sostenere tale proposta. Voci di corridoio fanno riferimento alle risorse rimanenti dalla distribuzione dell’Assegno unico, stimate in almeno 1 mld di euro sui 18 stanziati. Ma per avere maggiori certezze occorre attendere le prossime settimane e l’approvazione della manovra 2024.

Effetti sull’occupazione femminile

La pdl a firma Tommaso Foti, capogruppo alla Camera per Fratelli d’Italia, riconosce dunque nelle difficoltà economiche il principale ostacolo all’avere figli o all’allargamento della famiglia. Ma riconosce anche come l’Italia non abbia, contrariamente ad altri Paesi europei, un piano nazionale delle politiche familiari organico e a medio termine. Anzi presenta servizi di assistenza, educativi e scolastici insufficienti, costosi e inadeguati, oltre a una scarsa tutela delle donne lavoratrici. Elemento, quest’ultimo, rilevante nel momento in cui si pensa che incrementare l’occupazione femminile, quindi far sì che le donne non siano costrette a lasciare il lavoro a causa della maternità, impatta sulla crescita del Prodotto interno lordo, sulla sostenibilità finanziaria della spesa sociale e sulla capacità delle famiglie di mantenersi (le famiglie monoreddito sono più a rischio di povertà).

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