ddl bilancio 2019

Manovra, sì definitivo della Camera. Corsa per la pubblicazione in Gazzetta entro domani

di M. Sesto e V. Nuti

Attesa per voto finale sulla manovra

5' di lettura

Al fotofinish, quasi fuori tempo massimo, al termine di una lunghissima seduta segnata da nuovi attriti e accuse reciproche tra maggioranza e opposizione, via libera definitivo dell'Aula di Montecitorio alla manovra del 2019. Alla votazione finale, che vede favorevoli M5S e Lega e contrari FI e FdI, e si conclude con 313 sì e 70 no, assistono il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro e il titolare del Mef Giovanni Tria. Pd e Leu non partecipano al voto, pur restando in Aula, per protesta. «Questa manovra ha un disegno pericoloso: questa maggioranza vuole modificare lo statuto della nostra democrazia. È regressiva per lo Stato sociale e per la democrazia», spiega il dem Emanuele Fiano in dichiarazione di voto finale.

Cinque Stelle e Lega difendono la “manovra del popolo”
Di taglio diametralmente opposto gli interventi dei parlamentari della maggioranza, come Francesco Silvestri (M5S), che annuncia il voto favorevole dei pentastellati parlando di «manovra scritta dal popolo e per il popolo», aggiungendo che «non esiste libertà se non c'è giustizia sociale: come possono essere liberi cinque milioni di poveri, i pensionati colpiti dalla Fornero ed i truffati dalle banche?». Noi, conclude, «non tagliamo le pensioni a nessuno se non a qualche pensionato d'oro. Abbiamo alzato le minime, eliminato una volta per tutte i vitalizi e rispettato l'impegno della quota 100. La legge Fornero era una ingiustizia ed andava superata adesso». In Aula difende la manovra anche Riccardo Molinari (Lega), rivendicando a merito della maggioranza «i soldi per il sociale» e il reddito di cittadinanza che permette di «spendere in favore di chi ha bisogno». Rivendicato anche «il superamento della Bolkenstein per gli ambulanti e gli stabilimenti balneari, l'introduzione della web tax che difende i piccoli commercianti: tutte promesse fatte dalla Lega che vengono mantenute, così come il sostegno ai piccoli comuni che non sono un peso ma una ricchezza di controllo territoriale e di identità per il nostro Paese».

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La firma di Mattarella e la corsa alla pubblicazione in “Gazzetta”
Nonostante le proteste dell'opposizione per l'esiguità dei tempi di dibattito riservati al Parlamento, l'approvazione del ddl di bilancio, “blindato” come già al Senato da un voto di fiducia, non è mai stata in discussione, ma il voto finale a ridosso di Capodanno ha evocato lo spettro dell'esercizio provvisorio: per evitarlo occorre infatti che la manovra sia pubblicata in “Gazzetta Ufficiale” entro lunedì 31 dicembre, ultimo giorno dell'anno. Cosa che in effetti avviene (la legge 30 dicembre 2018, n. 145 con il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 è stata pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 62 della Gazzetta Ufficiale n.302 del 31 dicembre 2018, per entrare regolarmente in vigore dal 1° gennaio 2019) anche grazie alla sollecita firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che arriva a poco più di due ore dall’approvazione parlamentare.

M5S e il post su «terrorismo e lobby», è polemica
Nel corso del pomeriggio, durante l'esame in Assemblea dei 244 ordini del giorno presentati, il dibattito si infiamma più volte, una coda delle polemiche e delle tensioni più volte registrate nei giorni scorsi. Il Pd denuncia i tagli all'editoria e con Alessia Rotta parla di «misure sbagliate che minano la libertà di stampa». Ma il M5S non ci sta e fa partire una dura controffensiva dal suo blog: «Siamo sotto attacco - sostengono i pentastellati in un post -. Il Governo, la Manovra del Popolo. La Democrazia è sotto attacco. È in corso una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana». E ancora: «C'è un vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico da parte di grandi lobby, poteri forti e comitati d'affari». Le parole del blog rimbalzano subito in Aula. Ed è la vicepresidente di Montecitorio Mara Carfagna, di FI, a respingere le accuse del Movimento: «La presidenza manifesta disappunto per queste affermazioni, giudicando quantomeno improprio paragonare il legittimo lavoro delle opposizioni ad un atto di terrorismo».

La presa di distanza di Roberto Fico
Tocca al presidente Roberto Fico intervenire e prendere le distanze dalle parole del blog: «Da presidente della Camera dico che la democrazia non è sotto attacco. Tutti si esprimono in modo libero, le opposizioni fanno il loro lavoro: è loro diritto opporsi alla legge di bilancio». Secondo il presidente della Camera dunque «non c’è nessun attacco delle lobby. Ognuno fa il suo lavoro e io lo difenderò sempre, qui dentro e fuori di qui». Dopo l’intervento di Fico, il post viene prontamente rimosso dal blog. Per la Lega interviene da remoto lo stesso vicepremier Matteo Salvini: «Ridicole le opposizioni che contestano una manovra economica che rimette nelle tasche degli Italiani più di 20 miliardi di euro. Gli Italiani non hanno nostalgia di Monti, Renzi e Fornero, avanti tutta!».

Gli ordini del giorno: editoria e Ires Terzo Settore
È battaglia anche sugli ordini del giorno. Il Pd cerca di farne passare uno che impegna il Governo a valutare gli effetti dell’applicazione delle norme sull’editoria contenute nella manovra ed eventualmente ristabilire le precedenti condizioni per tutelare la libertà di stampa ed evitare di colpire il pluralismo dell’informazione. Inizialmente il Governo dà parere favorevole, ma poi il viceministro Garavaglia dice di essersi sbagliato. e alla fine l’odg viene respinto dall’Aula. Forza Italia invece rivendica l’approvazione dell’ordine del
giorno per riportare l’Ires per il Terzo Settore dal 24 al 12 per cento. E caldeggia la calendarizzazione di una apposita proposta di legge azzurra per risparmiare il salasso alle aziende no-profit.

Ieri il sì alla fiducia
Ieri sera sul testo è stata votata la fiducia (327 i sì, 228 i no) che è servita a blindare i contenuti. Dunque, le misure non saranno più suscettibili di cambiamenti. La forma del provvedimento rimane quella impressa dal maxiemendamento presentato al Senato il 23 dicembre dopo l’accordo con l’Unione europea che ne ha modificato a fondo i saldi e, di conseguenza, la portata di molte norme.

GUARDA IL VIDEO: Pd in piazza contro la manovra, i militanti gridano: “Unità!”

Le proteste per i tempi d’esame ristretti
Il ristrettissimo spazio dedicato al confronto parlamentare sul Ddl di bilancio ha scatenato le opposizioni che ieri hanno inscenato dure proteste sia in Aula che in piazza. Forza Italia ha invaso i banchi del governo con i deputati coperti da gilet blu con slogan come “Basta tasse” o “Giù le mani dal no-profit”, mentre il Pd ha portato in piazza Montecitorio i propri militanti sulle note di “Bella ciao”.

I tempi di attuazione
Dopo la pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale”, comincerà la partita dell’attuazione. Il Ddl bilancio si compone infatti di una gran quantità di norme diverse, di cui almeno due terzi hanno bisogno di altri provvedimenti prima di divenire operative. Serviranno decreti attuativi, decreti ministeriali e circolari per mettere in piedi sul serio il cantiere avviato. In particolare, i due provvedimenti chiave - pensioni con quota 100 e reddito di cittadinanza - potranno essere avviati sono dopo che saranno varati (a metà gennaio) e poi convertiti gli appositi decreti che ne definiranno i contenuti.

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