Mappa dell’Italia selvaggia: sentieri nella natura per scollegarsi dal mondo (anche) digitale
di Serena Uccello
3' di lettura
“Quando ci incamminiamo verso la wilderness, come invita a fare la guida che avete tra le mani, una cosa dovrebbe esserci chiara: l'universo è selvaggio nella sua quasi assoluta interezza. Solo a causa del particolare e limitatissimo punto di vista umano, circoscritto a pochi istanti d'esistenza di un granello di materia perso nello spaziotempo – il nostro, contemporaneo, pianeta – viviamo la preoccupante impressione che la wilderness, la natura selvatica, sia sempre più rara e in via di scomparsa. Ciò non è vero su grande scala: nessuno può deviare la naturale selvaggia evoluzione del cosmo”.
Con queste parole Franco Michieli, geografo e garante internazionale di Mountain Wilderness, apre la sua prefazione a “L'Italia selvaggia – Guida alla scoperta di luoghi incontaminati per tutti i piedi” di Elisa Nicoli, edito da Altreconomia (pp. 255, 15 euro).
Il concetto di wilderness spiega l'autrice esiste solo nella lingua inglese ed è nato negli Stati Uniti: “L'italiano non fornisce una parola che lo possa tradurre in modo adeguato. Di fatto rappresenta sia una dimensione geografica, e quindi identificabile come ‘territorio selvatico', sia uno stato d'animo, che si potrebbe tradurre come ‘selvaticità' o ‘selvatichezza'. Tecnicamente la wilderness starebbe ad indicare un ambiente naturale che non è stato modificato in maniera sostanziale dall'essere umano”.
Il testo di Elisa Nicoli è sì una selezione ma è soprattutto un prontuario, ricco di indicazioni, suggerimenti, consigli pratici. Ad esempio vi siete mai chiesti come si fa a dormire comodi in un bivacco? Oppure cosa vi può servire per la vostra igiene? Ed ancora, il pronto soccorso, lo zaino giusto. Organizzato ciò che vi occorre, non resta allora che scegliere.
Ecco allora che dal Piemonte alla Sardegna, i luoghi indicati sono: Val Grande, Valle Cervo, Val Codera, Val di Vesta, Lagorai, Dolominiti Bellunesi, Val Tramontina, Fosso del Capanno, Valle dello Scesta, Cicerana, Majella, Monti della Meta-Mainarde, Orsomarso, Aspromonte, Cava d'Ispica, Supramonte. Per ogni luogo, la descrizione delle caratteristiche, come raggiungerlo, e poi dove fermarsi, aneddoti, storie del territorio, suggerimenti su dove trovare informazioni aggiuntive (blog, siti). Pronti a partire into the wild?
Val di Vesta
E' “un piccolo angolo di vera wilderness – scrive Nicoli - nascosto tra le pieghe dei monti che separano il lago di Garda dal lago d'Idro. La Valle di Vesta, in cui si infila un lungo fiordo dalla limpida acqua blu, creato da una diga che ha isolato la valle e l'ha completamente spopolata a metà del ‘900. Anche qui la vegetazione ripopola quelli che furono pascoli e piazzole di carbonai, soprattutto dopo che la Val di Vesta è diventata, nel 1998, area wilderness”. E se aveva l'urgenza di qualche giorno da veri eremiti questo è il posto che fa per voi perché qui “non c'è traccia d'essere umano”. La valle di trova nella zona della Valvestino nel Parco regionale dell'Alto Garda Bresciano. E' possibile raggiungerla partendo dal Lago d'Idro o dal Lago di Garda.
Fosso del Capanno
“Un mondo di acque abbondanti, verdi vallette dai ripidi pendii e grigi crinali di roccia in disfacimento. Il Fosso del Capanno è una piccola nicchia nascosta tra Emilia Romagna e Toscana, al confine con il Parco delle Foreste Casentinesi. E' talmente piccola, che la si può aggirare a piedi in un solo giorno. Grazie ad un bivacco ristrutturato potrete anche dormirci sopra, ammirandola dall'altro di una delle poche radure ancora pascolate che si aprono sul panorama”, scrive Nicoli . E' la prima zona d'Europa censita come area wilderness nel 1988. Si trova nell'estrema parte meridionale dell'Appennino tosco-romagnolo. Conta circa 500 ettari tra la SR71, il crinale tra Poggio Lombardona e Monte Zuccherodante e l'antica via che congiungeva l'Emilia Romagna con la Toscana, tra Gualchiere e il Passo Serra.
Orsomarso
“Una terra di mezzo, tra zone più conosciute. Una terra di mezzo, un po' selvaggia, un po' antropizzata, Un luogo dove i sentieri dopo due settimane dalla apertura, si richiudono su se stessi tra felci e arbusti. E' la parte Sud Ovest del Parco nazionale del Pollino, a ridosso del mare Tirreno. L'Orsomarso, attraversato da secoli da portatori di sale e sfruttato per decine dalle industrie del legname con tanto di ferrovie e teleferiche”. Si trova in provincia di Cosenza, appartiene al Parco Nazionale del Pollino, ma da esso è diviso dalla piana di Campotenese a Nord. Il confine a Sud è la SP 263 con il Passo dello Scalone.
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