Maastricht

Maratone di fiere a giugno, TEFAF stretta tra ArtBasel, Brafa e Masterpiece

La fiera rinvia l’appuntamento in concomitanza con altri tre eventi internazionali. Charlotte van Leerdam, Managing Director dell’evento annuncia le novità

di Nicola Zanella

3' di lettura

TEFAF Maastricht dopo la cancellazione dell'appuntamento previsto come sempre ad inizio marzo, a causa della recrudescenza della pandemia, annuncia lo slittamento a fine giugno (24-30), un mese particolarmente congestionato da importanti appuntamenti fieristici: ArtBasel a Basilea (16-19 giugno), BRAFA a Brussels (19-26 giugno) e Masterpiece a Londra (30-giugno-6 luglio).
L'attesa non è solo per scoprire i 7.000 capolavori di storia dell'arte, ma anche per capire i nuovi trend di mercato e ciò che in questi due anni è cambiato. Nell'ultima edizione di TEFAF tenutasi in presenza a marzo 2020 era emerso con vigore il concetto di cross-collecting, ossia la tendenza dei collezionisti a variare i loro acquisti in modo libero mescolando epoche e stili, tendenza che il lockdown e il relativo rafforzamento del digitale non hanno fatto che incrementare. Arteconomy24 ha parlato in anteprima di questi cambiamenti e delle strategie con cui sono stati affrontati con Charlotte van Leerdam, Managing Director di TEFAF; sicuri che Maastricht per una volta coperta di tulipani invece che di neve, saprà ancora una volta, accogliere al meglio il gotha del collezionismo mondiale.

TEFAF è stato l’ultima grande fiera prima del lockdown, com’è cambiato il mercato dell’arte presente a TEFAF in questi 2 anni? La fiera come ha deciso di affrontare questi cambiamenti?
Il cambio più evidente negli ultimi due anni, accelerato dalla pandemia ma non causato da essa, è stato il passaggio alla fruizione dell’arte attraverso mezzi digitali; è stato un periodo di “sperimentazione forzata” che altrimenti avrebbe forse necessitato di anni per realizzarsi. Il lockdown ha rappresentato un’opportunità per evolversi e innovare, di questo processo il benefit tangibile è stato quello di raggiungere un’audience più vasta di nuovi compratori. Per quanto ci sia spinti molto in avanti con il digitale, tuttavia nulla può rimpiazzare l’esperienza di vedere dal vivo i colori, la texture, il contesto di un’opera e, soprattutto, parlare con i galleristi che conoscono così profondamente le opere che espongono. Per questo c’è così grande voglia di fiere: riaprire le proprie porte permetterà sia ai collezionisti che agli amanti dell’arte in generale di ritrovarsi di persona e confrontarsi. In questo biennio l’esperienza fisica della circolazione tra gli stand sarà accompagnata da un’offerta digitale sempre più immersiva.

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Qual è la strategia di TEFAF per coinvolgere sempre più i giovani collezionisti?
Credo che vedremo un continuo incremento di collezionisti... di farfalle, ossia collezionisti che spaziano da un settore merceologico all’altro e che acquistano per era o per tema. Questo trend era cominciato prima della pandemia e con il gran numero di compratori che stiamo raggiungendo attraverso l’esperienza digitale sta crescendo in modo esponenziale. TEFAF, tra le varie iniziative, capitalizzerà tutto ciò attraverso i suoi contenuti digitali che hanno il pregio di rimuovere le barriere all’entrata e coinvolgere i collezionisti più giovani e una gran varietà di amanti dell’arte.

Le nuove date sono molto vicine ad Art Basel e ad altre fiere, non crede che può essere un problema per i collezionisti? O piuttosto è una strategia per avere un maggior numero di collezionisti extra europei?
Giugno sarà un mese straordinario per i collezionisti globali con quattro tra le fiere principale per quanto differenti una dall’altra che avvengono tutte in Europa. Tutte insieme forniranno un’offerta differenziata e per gli amanti dell’arte di tutto il mondo, quel mese non ci sarà posto migliore dell’Europa dove stare.

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