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Marchi (Eccellenze Italiane): «Per Blumarine nuovi contenuti di lusso». Focus su estero e accessori

L’amministratore unico della holding cui fa capo il marchio carpigiano racconta la strategia del brand di cui Walter Chiapponi ha appena preso la direzione creativa. Occhi puntati su Usa e Medio Oriente, tra gli altri

di Marta Casadei

3' di lettura

Di Blumarine dice che è un marchio che per tutti coloro che, come lui, sono nati a Carpi, nel distretto emiliano principe per la maglieria e la confezione, «è un punto di riferimento». E che l’acquisizione di Blufin (di cui cui Blumarine fa parte) nel 2019 da parte della sua Eccellenze Italiane holding è stata «una scelta di cuore, oltre che imprenditoriale». Marco Marchi, imprenditore del fashion che attorno al marchio Liu Jo (di cui è ceo e fondatore) ha costruito un gruppo da 500 milioni di euro di ricavi e il 20% di Ebitda (di cui è amministratore unico), ha scelto di rilanciare il marchio fondato da Anna Molinari insieme al marito Gianpaolo Tarabini e ha da poco accelerato ulteriormente in questo progetto, con la nomina di Walter Chiapponi - creativo italiano applaudito dai critici, che ha guidato Tod’s fino a settembre 2023 - a direttore creativo: «Con Walter c’è stato un atteggiamento molto positivo e questo ci fa ben sperare - ha detto Marchi a margine del 28° Pambianco Fashion Summit - e lui ha preso questo nuovo incarico con un entusiasmo e un impegno che credo sia l’ingrediente fondamentale per approcciare un brand con 45 anni di storia che ha segnato la storia di questo Paese a livello di stile. Sono felice e orgoglioso».

Il cambio di passo dopo il rilancio di Brognano

La prima fase del rilancio di Blumarine - acquisito peraltro in un momento che Marchi stesso ha definito «non semplice», tra la pandemia e il post Covid con l’aumento dei prezzi e le guerre - era stata affidata a un altro talento italiano, Nicola Brognano: «Nicola e Lotta Volkova (la stylist, ndr) hanno contribuito a togliere dall’anonimato un brand che era stato in parte dimenticato. Appena c’è stato il revamping si è attivata una straordinaria attenzione in mercati in cui il marchio non era particolarmente conosciuto, come gli Stati Uniti, e agli occhi di una generazione, la più giovane, che non è facile da conquistare». Ora è la volta di Chiapponi (che ha già un’esperienza in Blumarine alle spalle) «una persona in grado di lavorare la materia e dare contenuto di lusso di cui questo brand ha necessità». A breve, poi, ci sarà la nomina della stylist che affiancherà Chiapponi in questa nuova fase di sviluppo.

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Mercati esteri e accessori nel focus dell’azienda

A livello di mercati l’aspirazione è quella di ampliare la sfera d’influenza di Blumarine: dal Middle East, storico mercato di Blumarine che «rappresenta una grande opportunità», a nuove piazze come appunto gli Usa. Il ruolo di Chiapponi, che ha alle spalle l’esperienza da Tod’s, sarà anche quello di accelerare sugli accessori. Senza però prendere eccessiva velocità: «Dobbiamo essere coerenti e responsabili, ora la seconda fase ci porta a cercare di raggiungere obiettivi ambiziosi». Come quello di rendere di nuovo di successo un marchio storico italiano passato attraverso fasi diverse: «Siamo italiani e portare un’azienda del lusso al successo è un orgoglio per tutti noi, visto che le altre ce le hanno scippate tutte».

Contaminazioni lusso-premium e acquisizione per Liu Jo

L’idea alla base di Eccellenze Italiane Holding, creata nel novembre di 4 anni fa, era proprio quella di creare un aggregatore di realtà italiane e “lanciarle” nella competizione globale. Proprio al Pambianco Summit Marchi ha annunciato la costituzione di una newco con soci Liu Jo al 51% e Co.ca.mar (azienda produttrice di Liu Jo Man) al 49% che produrrà la linea maschile puntando a un fatturato di 70 milioni di euro nel 2024. Secondo Marchi la contaminazione tra marchi premium e lusso può essere un driver importante: «Ben venga la contaminazione, di cui io sono un grande sostenitore. Anche nel segmento premium i codici del lusso possono essere presi e reinterpretati».

Nel futuro, poi, potrebbe esserci la quotazione, sebbene non nell’immediatezza: «Non è necessaria», ha detto Marchi.

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