Mercato e Industria

Marchionne lancia Fca-Volkswagen

di Andrea Malan

Sergio Marchionne (Ap)

3' di lettura

Sergio Marchionne rilancia l’idea di Volkswagen come possibile partner, ma non trascura la vecchia passione per Gm - anche che quest’ultima tiene la porta chiusa a ogni forma di dialogo. «Volkswagen subirà l’impatto maggiore della fusione Peugeot-Opel e ha sicuramente altri problemi. Ma sono sicuro che al momento giusto tornerà a bussare alla nostra porta per fare due chiacchiere». Così si espresso l’amministratore delegato di Fiat Chrysler al Salone di Ginevra su possibili contatti con il colosso tedesco. Il manager italo-canadese è tornato a parlare del consolidamento del settore auto il giorno dopo la maxifusione annunciata lunedì tra Peugeot e Opel; ha definito l'operazione «un passo nella direzione giusta», anche se ha precisato che «io, per come è sistemata Fca, non l’avrei fatta - a meno che non fosse nell’ambito di una fusione con Gm». Proprio la General Motors resta per Marchionne «il partner più adatto di Fca».

La notizia del giorno era quella della vendita di Opel a Peugeot. Il numero uno di Fca ha fatto i complimenti a Carlos Tavares, che «ha realizzato un rapido risanamento di Peugeot», anche se un po' malignamente ha detto che il collega «è bravo, un grande operatore. È un ottimo cuoco, non so se diventerà un tre stelle Michelin ma a casa si mangia, non brucia la colazione».

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«Gli auguro di riuscire anche con Opel - ha proseguito - perché se l’operazione avrà successo, sarà un buon segno per tutti». E qui è arrivata la prima frecciata a Gm: «Se Carlos avrà successo, vorrà dire che la colpa dei problemi Opel era proprio di Gm...».

LE VENDITE DI AUTO IN EUROPA

Dati 2016, vendite in unità

LE VENDITE DI AUTO IN EUROPA

Marchionne ha ironizzato sui motivi del ritiro di General Motors dall'Europa, in particolare sul fatto che Gm parli di «significativo rischio geopolitico» per quanto riguarda la presenza nel vecchio continente. «Sono rimasto sbalordito - ha sbottato -. E allora cosa dovremmo dire del Brasile? Comunque se la pensano così, noi non siamo la risposta giusta ai loro problemi».

Marchionne non ha comunque escluso per il futuro nuovi approcci con il gruppo guidato da Mary Barra: «Noi potremmo bussare alla porta di tutti». Ha però aggiunto che «con la cessione di Opel, Gm è diventato per noi un partner un po' meno appetibile, diciamo che è venuto meno - secondo i nostri calcoli - un 15% delle possibili sinergie».

Poiché entrambi i gruppi hanno il grosso delle attività negli Usa, «la condivisione in Nordamerica è sempre stata la parte più importante del progetto, l'America Latina il secondo e l'Europa veniva al terzo posto. Io non avrei mai fatto l’operazione europea (Opel, ndr) da sola». In realtà il Marchionne del 2009 puntava proprio a quello, ovvero a comprare Opel da una Gm in difficoltà; ma quella di oggi è una Fiat diversa, una Fiat che punta molte carte sui marchi di gamma alta (Maserati, Alfa Romeo e Jeep). In ogni caso, la risposta di Gm alle nuove aperture di Fiat Chrysler non si è fatta attendere: il numero due Dan Ammann, presente qui a Ginevra, ha fatto sapere che un'eventuale fusione con Fca «non ci interessava prima della cessione di Opel e non ci interessa ora».

L’operazione Peugeot-Opel ha in effetti rivoluzionato la classifica del settore in Europa, almeno per quanto riguarda i volumi produttivi e quindi la fondamentale capacità di ottenere sinergie. Come si vede dalla tabella qui a fianco, ci sono tre raggruppamenti che producono nel Vecchio continente dai 2,5 ai 3,5 milioni di auto l'anno: Volkswagen (3,5 milioni), Renault-Nissan con Daimler (circa 3milioni) e la nuova Peugeot-Opel con 2,5. Sotto di loro, il vuoto fino al milione di auto circa di Ford, seguita a breve distanza da Bmw e Fiat Chrysler. I numeri sono tratti dalla classifica di vendita, ma sono una buona approssimazione anche dei livelli produttivi: chi produce il triplo degli altri è in grado di realizzare molte più sinergie, ma la risposta di Sergio Marchionne alla domanda se Fca abbia urgenza di crescere sta proprio nella strategia premium.

Anche Harald Kruger del resto, numero uno della Bmw, dà una risposta simile: «Le dimensioni di scala per me non sono un fattore di successo. Contano molto di più la velocità e le competenze». Kruger aggiunge poi che «la clientela di Bmw è diversa da quella di Peugeot e Opel, tutt’al più vedrete impatti su aziende diverse. Il consolidamento comunque proseguirà a causa degli enormi investimenti richiesti dalle nuove tecnologie».

La «bomba» dell’operazione Peugeot-Opel potrebbe dunque cambiare le carte in tavola nel mercato di massa in Europa? Matthias Mueller, numero uno della Volkswagen, non ne è convinto. «Prendevamo sul serio sia Peugeot che Opel già prima, e non cambierà molto quando saranno sotto lo stesso tetto. Noi abbiamo i nostri piani e continueremo a lavorare su di essi».

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