Marchionne: «Nel futuro di Fca più Jeep e meno Fiat»
di Mario Cianflone
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Il futuro di Ferrari? Ibrido, Suv e con volumi mai visti in 71 anni di storia. È lo stesso Sergio Marchionne ad illustrare al Salone di Ginevra i prossimi anni del marchio del Cavallino, già a partire dal 2019 con l’arrivo della prima ibrida a marchio Ferrari. Rispondendo ad una domanda de Il Sole 24 Ore il numero di Fca ha sottolineato come il Suv, anzi il Fuv ovvero acronimo di Ferrari Utility Vehicle, non sarà il primo modello ibrido ad entrare in gamma e che sarà commercializzato esclusivamente nella versione spinta dal motore termico ed elettrico, mentre per un modello full electric si dovrà ancora aspettare. L’arrivo dei nuovi modelli porterà inevitabilmente ad un aumento dei volumi, con un più 10% dall'arrivo del Fuv e oltre 10.000 vetture a partire dal 2020.
Questo sarà possibile grazie ad un profondo rinnovamento della gamma, con una maggiore attenzione per le Gran Turismo accanto a modelli iper prestazionali come la nuova 488 Pista. Se il futuro di Ferrari sarà caratterizzato dall'ibrido, passando agli altri marchi del gruppo la notizia principale arriva dalla crescita di Jeep e di un ridimensionamento di Fiat.
Lo storico marchio italiano vedrà un probabile sviluppo in Sud America mentre in Europa diventerà un «contenitore» della Panda e della famiglia 500, dicendo così addio all'erede della Punto. Tutt'altro sarà invece il ruolo di Jeep. «La strategia per Jeep – sottolinea Marchionne - è chiara. Abbiamo cercato di svilupparlo in modo globale, abbiamo la conferma che diventerà il più grande brand del gruppo. È un marchio eccezionale, su cui dobbiamo puntare. Sarà parte importante del piano che lanceremo il primo giugno». Sulla possibilità di una Jeep a Pomigliano, l'ad ha risposto che è «possibile, aspettate il primo giugno quando presenteremo il piano».
Marchionne ha anche parlato dell'interesse dei cinesi per il mercato dell'auto, che è ovvio. «Non parlo di Geely e Volvo, ma è normale che si cerchino alleanze per ridurre i costi di produzione. In che modo avverrà non lo so. Abbiamo visto varie cose che avvengono nel mercato. Io non sono così negativo sulle prospettive degli investitori cinesi. Oltre a Milan e Inter entreranno sul mercato e avranno un ruolo non marginale». Per quanto riguarda il capitolo Alfa Romeo, oltre alla sponsorizzazione del giro d'Italia, Marchionne ribadisce l'impegno sulla Formula Uno e conferma che i modelli del Biscione e quelli Maserati saranno sempre prodotti in Italia. Per quanto riguarda il tridente sono in arrivo anche due nuovi modelli che serviranno a rafforzare la gamma del marchio modenese e l'intera rete di vendita subirà un importante rafforzamento per essere sempre più competitiva con la triade tedesca rappresentata da Audi, Bmw e Mercedes, mentre per Alfa il futuro di MiTo ( e ci sarà) non sarà più con carrozzeria a tre porte.
Non poteva mancare una domanda sul futuro del diesel, visto che l'industria europea dell'auto sta ripensando e ridimensionando il ruolo delle motorizzazioni a gasolio. Su questo fronte Marchionne è lapidario. «Ne parleremo il primo giugno» (quando verrà presentato il nuovo piano industriale 2020-2025), e ribadisce che diminuirà la dipendenza dal diesel perché i motori a gasolio non sono industrialmente più convenienti a causa della stretta sulle emissioni». In ogni caso per Sergio Marchionne la scelta del metano e del Gpl restano attuali, ma la strada verso l'elettrificazione è tracciata ma ancora lontana. Passando al grande tema della guida autonoma, anche in questo caso il futuro di Fca, sarà comunicato il primo giugno e ci si attendo evoluzioni sul fronte di alleanze con aziende hi-tech (Fca è alleata con Google) perché secondo Marchionne per sviluppare questo nuovo mercato occorrono forti sinergie tecnologiche e industriali.
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