Marchionne, il “tesoretto”che il top manager lascia agli eredi
Fanno la parte del leone le partecipazioni azionarie del compianto top manager in tre società del gruppo Agnelli-Exor: FCA, Ferrari e CNH
di Lino Terlizzi
3' di lettura
LUGANO - Le discussioni sull’eredità di Sergio Marchionne sono in gran parte centrate, giustamente, sull’eredità in senso manageriale e aziendale lasciata dal top manager italo-canadese, che ha creato e poi guidato a lungo il gruppo Fiat-Chrysler (FCA) e che è deceduto un anno fa a Zurigo, all’età di 66 anni. Ma c'è anche, tra gli analisti e non solo, chi ha voluto e vuole discutere di eredità in senso più venale, cioè di quanto Sergio Marchionne ha lasciato agli eredi in termini di soldi.
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Il mensile elvetico Bilanz, che tutti gli anni pubblica una classifica dei 300 più ricchi residenti in Svizzera (Marchionne ha appunto avuto residenze nella Confederazione), nel novembre del 2017 stimava il patrimonio del manager in 500-600 milioni di franchi, cioè 455-545 milioni di euro al cambio attuale. Altre analisi, anche in Italia, nei giorni successivi alla morte di Marchionne, convergevano su una cifra attorno ai 550 milioni di euro. Il centro del discorso, per arrivare a cifre di questo ordine, è quello delle partecipazioni azionarie del compianto top manager in tre società del gruppo Agnelli-Exor: FCA, Ferrari e CNH.
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Rispetto ad un anno fa, il valore di mercato di FCA è diminuito, quello di Ferrari è aumentato, quello di CNH è rimasto più o meno stabile. Grosso modo le stime da questo punto di vista non cambiano quindi di molto. Alcuni analisti aggiungono le stime su altri beni e proprietà, e arrivano a un'indicazione attorno ai 660 milioni di franchi, cioè circa 600 milioni di euro.
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Qualunque sia la cifra esatta, è chiaro che si tratta di un ammontare rilevante. Dopo il decesso di Sergio Marchionne, c'è stato anche chi ha voluto polemizzare sul fatto che un ammontare di questo tipo fosse o meno meritato e giustificato. Al di là delle opinioni personali, resta il fatto oggettivo, sottolineato da molti esperti del settore auto, che Marchionne ha preso il timone della Fiat in una fase di difficoltà e l’ha portata fuori dalle secche, sino a un clamoroso matrimonio italo-americano con la Chrysler, che pochi avrebbero previsto solo qualche tempo prima. E ha poi reimpostato il nuovo gruppo, cercando di adattarlo il più possibile alle nuove sfide. Così, se il cosiddetto “tesoretto” suscita le critiche di alcuni, dall'altra parte ha la giustificazione di altri, le cui valutazioni si basano sulle capacità non usuali mostrate da Marchionne sul campo, per lunghi anni.
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Nei mesi scorsi ci sono poi state voci, raccolte da siti online in Svizzera e in Italia senza però conferme ufficiali, su contrasti attorno all'eredità che avrebbero in vario modo coinvolto, ma non è chiaro esattamente come, la compagna di Marchionne Manuela Battezzato, la ex moglie Orlandina, i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. I due figli di Marchionne in particolare, secondo queste voci, avrebbero contestato a FCA la mancata erogazione del bonus 2018. Ma anche qui le voci non hanno chiarito, perché pare che questo bonus avrebbe come vincolo la presenza del beneficiario nei primi mesi successivi alla chiusura dell'esercizio. Su questi ultimi versanti siamo però appunto sul terreno delle supposizioni. Rimane al di là di tutto, ad un anno dalla morte, l’importanza di Sergio Marchionne, delle sue visioni strategiche, del suo lavoro.
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