Marco Bizzarri: «Non solo carbon neutrality, Gucci sostiene l’agricoltura rigenerativa, l’economia circolare e la conservazione delle foreste»
Invitato al Forum economico di Davos – quest’anno in modalità virtuale – il ceo di Gucci racconta i progetti della maison e conferma la vocazione del gruppo al quale appartiene, Kering, appena inserito tra le 10 società del settore più sostenibili al mondo
di Giulia Crivelli
7' di lettura
La strada scelta da Gucci per definirsi, ogni giorno di più, sostenibile, è un percorso che richiede investimenti, coerenza, condivisione all’interno dell’azienda e sintonia con le strategie del gruppo al quale appartiene, il colosso francese Kering. Gli obiettivi già fissati restano e molti, mese dopo mese e nonostante la pandemia, vengono condivisi e raggiunti. Ma ne vengono posti di nuovi, a metà tra la visione del futuro e il sogno. Non è un caso che per raccontare i successi avuti sinora e per anticipare i traguardi in tema di sostenibilità ambientale ai quali puntare da oggi in poi Marco Bizzarri abbia scelto il Forum economico di Davos , al quale il presidente e amministratore delegato di Gucci aveva già partecipato in passato.
Un’edizione anomala
Il Forum del 2021 è “solo” idealmente ambientato nella località delle Alpi svizzere dove si svolge da sempre: la pandemia ha imposto la modalità virtuale. Con i suoi svantaggi, ovviamente: in questi consessi internazionali la possibilità di parlare guardandosi negli occhi, dopo che magari per mesi o anni non ci sono state occasioni di incontri, è molto importante. È il famoso “networking”, letteralmente, fare rete, un’espressione coniata decenni fa e che spesso si trova nei programmi (cartacei) di forum e congressi come Davos. Quasi sempre, ad esempio, per indicare cosa avviene dopo una conferenza, cosa si consiglia ai partecipanti, alla platea “fisica” di fare, si leggono (leggevano, dovremmo dire) suggerimenti come: “13.00, lunch and networking time”. Ironia della sorte, quella parola, network, in tempi di pandemia assume un significato forse più proprio, legato alla rete per eccellenza, internet. E qui sta anche il vantaggio, dell’edizione virtuale di Davos: l’audience è potenzialmente centinaia di volte più grande di quella degli scorsi anni e i messaggi – o semplicemente gli spunti di riflessione – lanciati dalle “nevi virtuali” del Forum possono raggiungere molte persone in più.
La leadership di Kering
Il ruolo di Kering era stato confermato nel giorno di apertura: lunedì 25 gennaio l’annuale indice Global 100 di Corporate Knights Corporate Knights ha inserito Kering – un gruppo secondo, nel mondo nel lusso, solo a Lvmh – tra le dieci società più sostenibili (settima su 8.080 per la precisione) al mondo e prima nella categoria Clothing and Accessory Retail (letteralmente, vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori). Oltre a Gucci, maison di punta, Kering – che annuncerà i risultati annuali il 17 febbraio e dal 18 gennaio è quindi in “quiet period”, non rilascia cioè indicazioni economiche – ha in portafoglio anche Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Boucheron, Pomellato, DoDo, Qeelin, Ulysse Nardin, Girard-Perregaux e la divisione occhiali Kering Eyewear. Kering, che ha oltre 38mila dipendenti nel mondo, aveva chiuso il 2019 con un fatturato di 15,9 miliardi.
L’annuncio a sorpresa di Marco Bizzarri
L’amministratore delegato e presidente di Gucci Marco Bizzarri ha annunciato una vera e propria evoluzione della strategia della maison in materia di sostenibilità ambientale, che prevede oltre alla “semplice” carbon neutrality molte altre iniziative. Il nuovo Natural Climate Solutions Portfolio di Gucci comprende interventi di protezione e ricostituzione di foreste e di mangrovie in aree significative per la biodiversità e a rischio di deforestazione e l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa all'interno della supply chain. Gucci è infatti interamente carbon neutral per tutte le sue attività e per quelle dell'intera filiera dal 2018, seguendo una strategia di sostenibilità che ogni anno si pone l’obiettivo di evitare, ridurre e successivamente, come misura finale, compensare le emissioni inevitabili di gas serra (i cosiddetti GHG) attraverso soluzioni nature based. La nuova strategia per il clima di Gucci, ha spiegato il ceo, continua a dare priorità alla riduzione delle emissioni, ma promuove al contempo lo sviluppo sostenibile della catena di fornitura al fine di generare un impatto positivo sulla biodiversità e sul cambiamento climatico. «L’evoluzione della nostra strategia comprende una serie di azioni precise per la mitigazione della crisi climatica che confermano il nostro obiettivo di dare priorità alla riduzione delle emissioni, per rimanere carbon neutral lungo l'intera catena di fornitura. Allo stesso tempo, tra i principali pilastri del nostro approccio, stiamo investendo in pratiche di agricoltura rigenerativa. Basato su fondamenti scientifici, il nuovo Natural Climate Solutions Portfolio protegge e rigenera importanti ecosistemi che mitigano il cambiamento climatico, garantendo al contempo la conservazione della biodiversità e benefici climatici per il futuro – ha spiegato Bizzarri –. Vogliamo essere parte della soluzione in favore della natura e del clima, integrando pratiche e sistemi virtuosi che trasformino la natura stessa da vittima a protagonista dei cambiamenti climatici e che alla fine determineranno il futuro del nostro pianeta».
Il link per seguire la tavola rotonda che si terrà a partire dalle 18 e alla quale parteciperà Marco Bizzarri e, tra gli altri, Al Gore
I dettagli del Natural Climate Solutions Portfolio di Gucci
Bizzarri è entrato nel dettaglio del nuovo progetto, spiegando per punti quali siano i prossimi traguardi, che coinvolgono aree di business e processi aziendali molto diversi e, forse ancora più importante, riguardano molti Paesi ed ecosistemi di ogni continente.
Conservazione delle foreste ad alto valore ambientale e sociale
Come risulta dal conto economico ambientale (EP&L) annuale , tra il 2018 e il 2019 Gucci ha registrato una riduzione del 18% delle emissioni di gas serra totali rispetto alla crescita. In linea con l’impegno ad essere carbon neutral nelle proprie attività e nell’intera supply chain, la maison ha compensato le emissioni residue derivanti dalle sue attività del 2019 – pari a 1.369 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (CO2) – supportando azioni a tutela della biodiversità di circa 1.195.000 ettari di importanti foreste. La collaborazione di Gucci ai progetti Chyulu Hills REDD+ in Kenya (foto in alto), con il partner Conservation International, e Kariba REDD+ in Zimbabwe, con il partner Southpole, mitiga il cambiamento climatico, crea un impatto economico e sociale positivo per le comunità locali e protegge la fauna selvatica in pericolo e il suo habitat.
Il sito dedicato ai progetti REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) delle Nazioni Unite
Ricostituzione e tutela delle mangrovie
Oltre agli impegni di compensazione delle emissioni di gas serra per il 2019, Gucci ha investito nel progetto Muskitia Blue Carbon REDD+ in Honduras con il partner South Pole , per proteggere dalla deforestazione circa 5mila ettari di mangrovie e oltre 285mila ettari di foresta. Le mangrovie immagazzinano anidride carbonica fino a dieci volte in più rispetto alle foreste terrestri, tuttavia il 30-50% delle mangrovie del mondo sono già andate perse e la loro distruzione continua a un ritmo del 2% l’anno. Quando questi ecosistemi vengono danneggiati o distrutti, un’enorme quantità di anidride carbonica viene nuovamente emessa nell’atmosfera, contribuendo in questo modo al cambiamento climatico.
Agricoltura rigenerativa per una migliore gestione del suolo
Come primo passo di una strategia più ampia e a lungo termine in favore di pratiche agricole rigenerative, Gucci sta collaborando con Conservation International, South Pole e Native Sustainability per studi di fattibilità volti a identificare e sviluppare progetti di agricoltura rigenerativa nelle principali aree della propria supply chain, con l’obiettivo futuro di integrare le materie prime generate da questi progetti nei propri prodotti. Spingendosi oltre la propria supply chain, Gucci incentiva gli agricoltori locali all’adozione dell’agricoltura rigenerativa attraverso tecniche di carbon farming, che consentono la cattura e l’immagazzinamento di carbonio nel suolo. La maison ha investito direttamente nei recenti progetti rigenerativi di Native per le filiere della lana e della pelle su un’area di circa 3.075 ettari, che consentiranno nei prossimi cinque anni una cattura di circa 25.000 tonnellate di CO2 nei terreni. Queste attività rientrano all’interno di un più ampio intervento su 32mila ettari di terreno gestiti secondo tecniche di agricoltura rigenerativa e consentiranno la cattura di ulteriori circa 200mila tonnellate di CO2 durante l’intera durata del progetto. Altro esempio: Gucci ha finanziato dei produttori di lana in Patagonia per la conversione rigenerativa di oltre 1.800 ettari di praterie dedicate al pascolo, in un progetto che promuoverà la salute del suolo, la qualità dell’acqua, l’aumento della biodiversità, le migliori pratiche di rispetto del benessere degli animali e il sequestro del carbonio nel lungo termine. Nel complesso, Gucci sta promuovendo la transizione dalle attuali pratiche agricole intensive basate sull’uso di prodotti chimici e monocolture che tradizionalmente forniscono le materie prime all’industria della moda, a sistemi agricoli in grado di nutrire e rafforzare il terreno piuttosto che sfruttarlo ed impoverirlo. Nell’ambito della sua strategia olistica in favore del clima, Gucci continua a concentrarsi sull’obiettivo di evitare e ridurre le emissioni di gas serra lungo tutta la sua filiera. Nel 2019, questi sforzi hanno portato a una riduzione di 266.000 tonnellate di CO2 (-706.125 tonnellate di CO2 negli ultimi due anni), grazie alle iniziative di sostenibilità e ai miglioramenti quantificabili in attività ad alto impatto lungo l’intera supply chain di Gucci.
Obiettivi raggiunti in fatto di energia rinnovabile
II passaggio all’energia verde ha consentito a Gucci di evitare l’emissione di 59mila tonnellate di CO2 e di raggiungere un utilizzo dell’83% di energie rinnovabili nei suoi negozi, uffici, magazzini e stabilimenti, con un obiettivo del 100% entro la fine del 2022. Gucci supporta inoltre i fornitori nella transizione all’energia verde nei processi produttivi.
Efficienze produttive e approviggionamento
Gucci ha esteso i processi sostenibili e le efficienze di produzione con la concia metal free, i programmi Gucci Scrap-less e Gucci-Up e la riduzione degli sprechi di produzione, evitando emissioni di circa 3mila tonnellate di CO2. Le politiche di approvvigionamento sostenibile e l’introduzione di fibre organiche nelle collezioni hanno evitato l’emissione di 179.000 tonnellate di CO2, in linea con l’obiettivo Gucci di approvvigionarsi in maniera 100% sostenibile entro il 2025.
Economia circolare
In fatto di circolarità, Gucci ha incrementato l’uso di materiali riciclati e rigenerati come nylon, cotone, cashmere, poliestere e metalli ma anche plastica e materiali per imballaggi, con un risparmio equivalente a 13mila tonnellate di CO2. Nel grande tema dell’economia circolare si inserisce da una parte il lancio di Gucci Off The Grid , la prima delle collezioni Gucci Circular Lines interamente sostenibile, dall’altro l’apertura di una piattaforma e-commerce per articoli second hand in collaborazione con il player del settore The RealReal.
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