Marco Martinelli da Aristofane al Paradiso di Dante
Una scena fatta di sogni, fantasmi e confini
di Antonio Audino
2' di lettura
Sembra tramato di mille tracce pasoliniane il lavoro che Marco Martinelli presenta al festival, portando qui una rielaborazione di Uccelli di Aristofane, realizzata con settanta adolescenti di Pompei e Torre del Greco e realizzata in collaborazione con il Parco Archeologico alle falde del Vesuvio. E non soltanto per l’attenzione che il regista pone ai giovani di zone disagiate, a quei luoghi sospesi in un contrasto stridente fra classicità e degrado, tra bellezza e miseria. C’è in questa operazione la consapevolezza che forse in quelle zone qualcosa è sfuggito alla massificazione e all’appiattimento culturale del nostro Paese, come scriveva l’intellettuale friulano a un immaginario Gennariello nel 1975, in un testo che Martinelli ha tenuto presente per questa operazione, nella quale, per altro, riprende le linee della sua “non scuola”, creata tanti anni fa a Scampia.
Ed è sempre Martinelli, poi, riunendosi ad Ermanna Montanari, a portare a compimento la trilogia dantesca iniziata negli anni scorsi, con Paradiso, anche in questo caso con una chiamata pubblica alla cittadinanza, tra sacra rappresentazione e azione di strada rivoluzionaria alla Majakovski. Più intimo lo sguardo di un altro artista ravennate, Eugenio Sideri, in Calēre (sentieri) Transitus animae, di cui è autore e regista, con al centro un altro tema fortemente pasoliniano, quello del difficile dialogo tra padri e figli. Mentre il romanziere di Casarsa viene direttamente chiamato in causa per Il sogno di una cosa, rielaborato e portato in scena da Elio Germano e Teho Teardo, in cui si racconta di giovani italiani in fuga verso la Iugoslavia alla ricerca di lavoro e di un mondo migliore. E ancora Elena Bucci indaga nell’universo pasoliniano dedicando il suo spettacolo a una figura a lui molto vicina, intitolato Bimba 22 e riprendendo quindi il modo in cui il poeta chiamava affettuosamente l’attrice Laura Betti. Chiudono il cartellone teatrale due lavori di Fanny & Alexander, il primo è un’installazione dedicata al racconto del dolore attraverso la musica nei secoli, il secondo è Addio fantasmi, tratto dal romanzo di Nadia Terranova con in scena Anna Bonaiuto e Valentina Cervi.
loading...