Marelli taglia 1.500 lavoratori in tutto il mondo e rafforza le attività in Cina
L’obiettivo è costruire un’azienda più snella in questa fase di carenza dei componenti dovuta alla pandemia. Fim Cisl: «Non scaricare i costi sui lavoratori»
di Cristina Casadei
2' di lettura
Il produttore di ricambi e accessori per auto Marelli starebbe pianificando circa 1.500 tagli di posti di lavoro in tutto il mondo, secondo una notiza battuta da Bloomberg. L’obiettivo è costruire un’azienda più snella in questa fase di carenza dei componenti dovuta alla pandemia. Così, l’anno prossimo, Marelli eliminerà circa il 7,5% dei suoi 20mila dipendenti per allineare i suoi livelli occupazionali e i suoi costi ai livelli del settore. È quanto emerge da una lettera inviata dall’amministratore delegato Beda Bolzenius ai dipendenti. L’operazione sarebbe solo una parte della ristrutturazione che Marelli starebbe pianificando e che includerà dieci nuove unità aziendali e sei divisioni. Vi sarà invece un rafforzamento delle attività in Cina. Nella lettera viene anche annunciato che Volker Krebs sarà nominato chief financial officer, mentre Juan Molla sarà nominato global chief commercial officer. Bharat Vennapusa sarà invece il nuovo capo delle operazioni globali.
Marelli è stata costituita nel 2019, dopo che KKR ha completato l’acquisizione di Magneti Marelli da Fiat Chrysler Automobiles e la ha fusa con Calsonic Kansei. La società oggi gestisce circa 170 strutture e centri di ricerca e sviluppo in Europa, Africa, Americhe e Asia Pacifico. KKR starebbe anche prendendo in considerazione la vendita del business dei sistemi di sospensione di Marelli. Forte preoccupazione è stata espressa dai sindacati italiani che non sono ancora stati convocati dall’azienda. Ferdinando Uliano della Fim Cisl osserva che nella missiva inviata solo ai lavoratori «si dichiara un processo di razionalizzazione a livello centrale e poi si chiede alle diverse realtà di operare di conseguenza, senza alcuna valutazione sulla situazione nei singoli paesi e senza una discussione puntuale sul piano industriale complessivo. Non ci vede nemmeno d’accordo sulla modalità di comunicazione, le organizzazioni sindacali non sono nemmeno state informate dal Ceo in un apposito incontro. Chiediamo con urgenza una convocazione del sindacato per essere puntualmente informati, su quanto comunicato e soprattutto per aprire un confronto sulle scelte e i piani industriali necessari per dare prospettive alle realtà di Marelli nel nostro Paese. Le eventuali razionalizzazioni non possono essere anteposte ad ogni discussione di garanzia di prospettive e soprattutto devono essere condivise da lavoratori e sindacato».
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