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Marelli trova l’accordo con i sindacati per 550 uscite volontarie

Saranno utilizzati gli scivoli a disposizione per gestire gli esuberi e il contratto di espansione. Usciranno 100 dirigenti

di Cristina Casadei

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Marelli ha trovato l’accordo con i sindacati per gestire gli esuberi che erano stati annunciati nei mesi scorsi. Come spiega una nota unitaria di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri le intese raggiunte, che riguardano le aree professionali e i dirigenti, consentiranno di gestire 550 esuberi «con strumenti unicamente volontari, attraverso l’utilizzo delle dimissioni incentivate e del contratto di espansione, che dovrà successivamente essere siglato presso il Ministero del Lavoro». Delle 550 uscite, 100 saranno di dirigenti.

In particolare il contratto di espansione consentirà a un massimo di 350 persone di uscire anticipatamente per agganciare la pensione entro 5 anni. Inoltre, nello stesso contratto di espansione, sono previste assunzioni in rapporto di uno a tre delle uscite (massimo 117, se si realizzeranno tutte le uscite, di cui circa 90 fra i somministrati oggi presenti a Bari e ALI Venaria, con circa 30 ingegneri nelle aree di R&D), nonché piani formativi. Le dimissioni incentivate, invece, non saranno seguite dalla Naspi o da altro trattamento di disoccupazione, in quanto non sono state precedute dall’apertura di procedure di licenziamento e dunque sono qualificate come uscite volontarie in senso stretto. Le uscite volontarie incentivate saranno massimo 200 e, sommate alle uscite del contratto di espansione, non potranno superare 450 unità. I 100 dirigenti saranno invece conteggiati e gestiti a parte.

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L’incentivo varierà per qualifica e anzianità: per il personale con massimo 5 anni di anzianità aziendale, l’incentivo sarà pari a 24 mensilità di retribuzione lorda e in ogni caso per gli impiegati e i quadri non inferiore a 50.000 euro e per gli operai non inferiore a 40.000 euro. Per il personale con oltre 5 anni di anzianità aziendale, l’incentivo sarà pari a 36 mensilità di retribuzione lorda, in ogni caso per gli impiegati e quadri non inferiore ai 100.000 euro e per gli operai non inferiore ai 70.000 euro. Per chi uscirà entro il 30 aprile 2022 sono previsti ulteriori 20.000 euro. Le mensilità di incentivo, ferme restando le cifre minime, potranno essere rimodulate nel caso in cui la persona sia a meno di tre anni dal pensionamento.È anche prevista una mobilità interna, per consentire passaggi da mansioni potenzialmente in esubero a mansioni rese libere dalle uscite.

Tra i sindacati si registra molta soddisfazione perché gli accordi raggiunti «garantiscono la presenza delle attività del Gruppo in Italia, sia dal punto vista industriale che occupazionale ed impegnano l’azienda ad avviare un percorso con i sindacati volto ad affrontare, per ogni singola divisione, la verifica delle missioni produttive degli stabilimenti, delle attività di ricerca e sviluppo e di staff». Gli accordi hanno inoltre avviato un confronto sulle missioni industriali dei siti e scongiurano il rischio di esuberi unilaterali utilizzando gli strumenti oggi a disposizione. Per la salvaguardia occupazionale, adesso però, i sindacati chiedono che «per affrontare la fase di crisi e la transizione è urgente che il Governo convochi i sindacati e il sistema delle imprese affinché il cambiamento in atto diventi un’opportunità di rilancio del settore e di sviluppo dell’occupazione nel nostro Paese».

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