ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa mobilitazione prosegue

Marelli sospende a tempo indeterminato la chiusura dello stabilimento di Crevalcore

A seguito dell’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Marelli ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore. La decisione è stata accolta con soddisfazione dai sindacati, che però chiedono un ritiro definitivo della procedura e un piano di reindustrializzazione del sito

Magneti Marelli, lavoratori fuori dal Mimit: "L’azienda ritiri procedura chiusura a Crevalcore"

3' di lettura

Sospesa sine die la procedura di chiusura dello stabilimento Marelli di Crevalcore . Si è concluso con questa decisione il primo incontro sul tavolo di crisi Marelli Europe, azienda leader nella produzione di prodotti e sistemi per l’industria automobilistica. La riunione, convocata d’intesa con il Ministero del Lavoro, è stata presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso , e dal sottosegretario Fausta Bergamotto , con il coordinamento della Struttura per le crisi di impresa del Mimit: presenti i vertici aziendali, le parti sindacali e datoriali, le rappresentanze dei lavoratori, della Regione Emilia-Romagna e della Città Metropolitana di Bologna.

«I vertici aziendali - si legge in un comunicato - accogliendo quanto proposto dal Ministro, hanno comunicato la sospensione piena, senza alcuna scadenza temporale, della procedura di chiusura dello stabilimento per consentire l’avvio di un confronto serrato, con tutti gli attori del tavolo, verso una piena reindustrializzazione del sito di Crevalcore. «La disponibilità di Marelli a sospendere a tempo indeterminato la procedura di chiusura della fabbrica di Crevalcore è un primo, seppur piccolo, risultato conseguito grazie alle mobilitazioni dei lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani e grazie alla solidarietà dimostrata dalle istituzioni pubbliche». Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive, e Stefano Lombardi, segretario generale della Uilm di Bologna, al termine dell’incontro tenutosi al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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«Avremmo voluto un ritiro completo e definitivo della procedura di chiusura, ma oggi abbiamo ottenuto una sua sospensione a tempo indeterminato, che per lo meno consente di avviare un confronto senza un conto alla rovescia avviato. Il tempo così guadagnato si rivelerà davvero utile, però, solo se porterà alla individuazione di una soluzione che scongiuri la cessazione della produzione e il licenziamento dei lavoratori», continuano Ficco e Lombardi.

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Riconversione d’obbligo

«Per salvare Crevalcore è indispensabile una sua riconversione. Le produzioni attuali, legate al motore endotermico, sono difatti condannate a calare progressivamente, per via del processo di elettrificazione sancito in sede europea. Le risorse pubbliche già stanziate per l’automotive devono essere impiegate presto e bene per supportare gli investimenti nelle nuove tecnologie: la politica ha deciso di passare all’elettrico e ora la politica deve farsi carico delle conseguenze. Come sindacato pensiamo che la via migliore sarebbe convincere la stessa Marelli a effettuare un rilancio del sito e accetteremmo un piano di reindustrializzazione da parte di un terzo solo se fosse molto forte e credibile, poiché abbiamo visto troppi progetti fallire. Ci aspettiamo delle prime risposte nel prossimo incontro convocato al ministero il giorno 8 novembre», concludono i sindacalisti.

La mobilitazione prosegue

«La Fiom ha chiesto, insieme alle altre organizzazioni sindacali, il ritiro della procedura per l’apertura di una discussione per il rilancio industriale dello stabilimento di Crevalcore che garantisca continuità occupazionale e produttiva. L’azienda ha affermato di non voler ritirare, ma sospendere la procedura a tempo indeterminato, in attesa di ricercare e valutare piani di riconversione in grado di mantenere il sito industriale e l’occupazione». Così Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, e Simone Selmi, segretario generale Fiom-Cgil di Bologna. «La sospensione a tempo indeterminato della procedura di chiusura dello stabilimento è un primo importante risultato, frutto anche della mobilitazione dei lavoratori di tutto il gruppo, ma non sufficiente. La vertenza è tutt’altro che risolta. La mobilitazione prosegue», affermano i due esponenti sindacali.

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