Verso le amministrative

Maresca il «civico» che fa impazzire il centrodestra a Napoli

Dopo il «me ne fotto dei simboli» si attende la risposta della coalizione: i boatos però scommettono sul lieto fine con il magistrato

di Barbara Fiammeri

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Sembrava la scelta più facile, quella su cui tutti – da Matteo Salvini a Giorgia Meloni e, naturalmente, Silvio Berlusconi – erano d'accordo. La candidatura a Napoli di Catello Maresca, magistrato anticamorra che della guerra ai Casalesi ha fatto la sua bandiera, si sta invece complicando. Molto probabilmente non in modo irreparabile.Ma quel volersi smarcare in modo palese dai partiti, quel rivendicare il suo”civismo” che gli ha fatto dire «noi cene fottiamo dei simboli» sta creando parecchi malumori.

Il civismo di Maresca

Soprattutto dentro Fratelli d'Italia che minacciosamente ha già fatto sapere di potersi sfilare candidando il “suo” Sergio Rastrelli, figlio di Antonio che nel ’95 conquistò la Regione. Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo simbolo. Per di più nella città dove sarà il primo partito.

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Lo scontro con i partiti

Anche Lega e Forza Italia cominciano a mostrarsi insofferenti. Maresca non sembra però preoccuparsene. Il suo obiettivo è andare oltre il 25% che i sondaggi attribuiscono al centrodestra. Deve quindi conquistare anche una parte dell’elettorato “ostile” ai suoi sponsor, sfruttando l’uscita di scena di De Magistris, l’insofferenza nel Movimento 5 Stelle e perché no: la sua passione calcistica per il Napoli, che nella città che ha intitolato lo stadio a Diego Armando Maradona pesa non poco, soprattutto se il principale avversario, Gaetano Manfredi, il candidato del centrosinistra e di M5s, è un tifoso juventino.

L’esperienza in magistratura

Che avesse voglia di scendere nell’arena politica non è stata certo una sorpresa. Di lui già si parlava come possibile candidato Governatore contro Vincenzo De Luca alle ultime Regionali. Allora però non se ne fece nulla. Alla sfida per Palazzo San Giacomo invece non ha voluto rinunciare. Anche se il suo ruolo di sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello partenopea ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Proprio ieri il Csm ha archiviato il procedimento aperto nei suoi confronti a inizio aprile, quando ancora la sua candidatura non era stata ufficializzata. Maresca nel frattempo è andato in aspettativa per dedicarsi alla campagna elettorale.

Si attende la decisione di Salvini, Meloni e Berlusconi

Adesso si attende la decisione del centrodestra. L’aria che tira è di un accordo, un compromesso che consenta a Maresca di mantenere il suo “civismo” ma ai partiti di presentarsi con i loro simboli. Vedremo. Il magistrato che lo scorso anno salì alla ribalta accusando l’allora Governo Conte II e in particolare il ministero della Giustizia guidato dal grillino Alfonso Bonafede, della scarcerazione di pericolosi mafiosi, compreso Pasquale Zagaria, fratello di Michele, il boss dei Casalesi, a seguito della circolare del Dap sui soggetti a rischio Covid nelle carceri, non è mai stato troppo diplomatico.

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