Sostenibilità ambientale

Marettimo capitale internazionale della transizione ecologica

A luglio le Egadi, che celebrano il trentennale dell’Area marina protetta, sono state faro della sostenibilità ambientale e sociale, con il festival del cinema dedicato al mare e una spedizione del National Geographic, il varo della prima barca elettrica a basso voltaggio e alta potenza e il Food and climate shapers boot camp

di Laura La Posta

Compie 30 anni l'area marina protetta delle Isole Egadi, la più grande d'Europa

6' di lettura

Marettimo, isole Egadi, provincia di Trapani: un diamante grezzo incastonato nel mare turchese. Ma il vero gioiello è sott’acqua, dove si estende la più grande prateria di Posidonia oceanica protetta del Mediterraneo. Vale a dire il più efficiente meccanismo di carbon storage al mondo (in grado di stoccare grandi quantità di carbonio). Rappresenta l'equivalente dell'Amazzonia per il Mediterraneo e produce due volte e mezzo in più di ossigeno della foresta amazzonica a parità di estensione, secondo una ricerca pubblicata su Nature Geoscience (https://www.nature.com/articles/ngeo1477?proof=t). Inoltre è una nursery di pesci e protegge le coste dall'erosione marina. Un ecosistema incontaminato, protetto da trent’anni dall’Area marina protetta isole Egadi (http://www.ampisoleegadi.it/) – la più grande del Mediterraneo, con i suoi 53.992 ettari - ora presieduta dal sindaco di Favignana, Levanzo e Marettimo, Francesco Forgione e guidata dal direttore Salvatore Livreri Console.

Marettimo ha ospitato tre eventi internazionali

Non poteva esserci scenario migliore, dunque, per ospitare a luglio tre eventi concatenati, dedicati alla difesa del mare: la seconda edizione del festival del cinema Marettimo Italian Film Fest – We love the sea con la partecipazione straordinaria del National Geographic, il varo di Ev-Ita (della prima imbarcazione elettrica a basso voltaggio e alta potenza) e il Food and climate shaper boot camp organizzato dal Future food institute sotto l’egida della Fao. Tre eventi promossi o ospitati sull’isola delle Egadi grazie all’opera di promozione svolta dall’associazione culturale SoleMar Eventi, guidata dalla presidente Cettina Spataro e dai vicepresidenti Giorgio Rusconi e Gabriella Carlucci, con Beatrice Just e Toto Vento. Ma sono tante le partnership e i patrocini attivati, come quelli con il ministero della Cultura, la Regione siciliana, Il Fondo sociale europeo – Piano operativo Sicilia 2020 e Unipol (che hanno co-finanziato il festival), il Comune di Favignana, Levanzo e Marettimo, l’Area marina protetta, i festival cinematografici di Formentera, Palma di Maiorca, Minorca, Malta, Ortigia (Siracusa), Alghero e Montenegro (favoriti da Gabriella Carlucci), l’organizzazione Friends of the sea, il Parlamento del Mediterraneo e il National Geographic.

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Proprio quest’ultimo partner, il National Geographic, ha portato sull’isola tre suoi esploratori, che si sono immersi nelle acque cristalline per documentare la salute della Posidonia oceanica e realizzare degli short form che rendono omaggio all’arcipelago e all’Area marina protetta. “L’intento è mettere sotto i riflettori la difesa del mare e il territorio delle isole Egadi - spiega Cettina Spataro, professionista locale e presidente di SoleMar –. Ce lo chiedono i nostri figli e l’Onu, che ha dedicato alla tutela del mare e delle sue risorse l’obiettivo di sviluppo sostenibile (Sdg) 14, nell’ambito dell’Agenda 2030 sottoscritta e diventata legge in quasi tutti i Paesi al mondo. Marettimo rappresenta un faro di tutela ambientale che risplende nel Mediterraneo. E può essere, grazie alle sue caratteristiche naturali, alla luce e la bellezza del suo territorio, un set cinematografico ideale per film e fiction, nel rispetto dell’ambiente”.

Area marina protetta e pescatori difendono assieme il mare cristallino

Del resto, la difesa dell’ambiente ha un ruolo centrale nella vita degli isolani, che hanno preservato l’isola dallo sviluppo immobiliare incontrollato avvenuto in altre località turistiche italiane e che praticano da anni una pesca sostenibile, regolamentata non solo dalle disposizioni europee e nazionali sui fermi biologici, ma anche dalle regole dell’Area marina protetta e dal buon senso. “La mia famiglia, di pescatori per molti mesi all’anno e di guide turistiche a luglio e agosto, ha sempre preservato i pesci e l’ambiente ben oltre le norme di legge – spiega Peppe Torrente, che per tre stagioni all’anno pesca e d’estate porta i turisti sulla barca Posidonia -. Allunghiamo i periodi di fermo biologico per permettere la riproduzione e da decenni ributtiamo a mare le aragoste femmine e quelle piccole, in aree non frequentate da altri pescatori. Anni dopo le ritroviamo cresciute e le riconosciamo da piccoli dettagli: una zampetta mancante o un segno particolare. Nessuno ce lo impone se non il rispetto per i nostri figli e nipoti, ai quali dobbiamo lasciare risorse sufficienti per vivere”.

Anche le normative, però, hanno fatto la loro parte per preservare questo santuario marino del Mediterraneo, salvaguardato da diverse regolamentazioni, fra cui il decreto di istituzione dell’Area marina protetta (Amp) Isole Egadi del 1991, le direttive europee Habitat e Uccelli (che ha creato la Zona di protezione speciale) e l’istituzione del Sito di importanza comunitaria che tutela i fondali. “Quando l’Area marina protetta fu istituita trent’anni fa molti cittadini temevano che avrebbe tolto risorse e libertà alle loro amate isole – ha spiega il sindaco Francesco Forgione (anche presidente dell’Amp) al varo dell’imbarcazione elettrica Ev-Ita alle Egadi -. Si sono dovuti ricredere, per fortuna. Le risorse sono aumentate, sotto il profilo ambientale e quello economico. E gli abitanti adesso non vi rinuncerebbero mai”.

Il depauperamento di risorse ittiche è stato contrastato anche con il posizionamento di dissuasori antistrascico e ripopolanti, per ridurre l’impatto dello strascico illegale sotto costa che danneggia anche i fondali e quindi la Posidonia oceanica. Un progetto inizialmente finanziato dal ministero dell’Ambiente e poi esteso sostenuto anche da Bolton food, multinazionale italiana famosa per il tonno Rio Mare (che si vanta di essere il più sostenibile del mondo). Luciano Pirovano, responsabile sostenibilità globale di  Bolton, ha fatto il punto sulla partnership nell'ambito di un evento organizzato a Favignana dall'associazione SoleMar e condotto dal suo vicepresidente Giorgio Rusconi. "Abbiamo installato 40 dissuasori della pesca a strascico nell’Area marina azzerando la pesca di frodo - ha spiegato -. Il mare si è ripopolato di pesci e la Posidonia e' stata protetta. Abbiamo anche finanziato l’Osservatorio delle foche monache, documentando il loro ritorno nelle Egadi, e il Centro di recupero per le tartarughe marine e il loro monitoraggio una volta guarite e liberate con un tag satellitare sul carapace. Una collaborazione ad ampio raggio, quindi, quella con l’Amp”.

Il direttore dell’Area marina protetta Isole Egadi Salvatore Livreri Console nel Centro di recupero per tartarughe marine allo Stabilimento Florio di Favignana (Trapani) (Credit: Laura La Posta)

La visita - nell’ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana – al Centro di recupero delle tartarughe marine, dotato di sala operatoria, terapia intensiva e vasche di degenza e recupero, fa toccare con mano il grave problema delle plastiche nei mari. “Quando una tartaruga sta troppo a galla, vuol dire che non riesce a immergersi per un problema: sempre più spesso si tratta di plastica ingerita, che non può espellere – ha raccontato il direttore dell’Amp Isole Egadi, Salvatore Livreri Console -.A volte bisogna addirittura operarle, tagliando un pezzo di carapace. Quando poi la liberiamo in mare la gioia è indescrivibile: l’abbiamo salvata da una morte atroce e stiamo contribuendo alla salvaguardia del pianeta attraverso la difesa della biodiversità. Occorre davvero un ripensamento globale sull’impiego delle plastiche monouso, che non sempre vengono correttamente riciclate e avvelenano la terra e i mari, entrando anche nella nostra catena alimentare”.

La barca elettrica Ev-Ita e i climate shapers hanno regalato progetti green ai marettimari

L’imbarcazione Ev-Ita sarà impiegata anche per liberare in mare queste pazienti speciali, al termine delle cure. “Questi animali bellissimi, una volta ristabiliti, prenderanno il largo nell’assoluto silenzio del motore elettrico del gozzo privo di emissioni e quindi non avranno modo di spaventarsi per il rumore di un motore tradizionale – ha raccontato Beatrice Just, co-fondatrice dell’associazione SoleMar Eventi -. Questa attività contribuirà a dare un senso al nostro lavoro non profit di otto mesi e al tempo sottratto alle famiglie e alle imprese. E’ stato molto simbolico anche consegnare  il tubo di scarico rimosso dopo il refitting ecologico, chiuso in una teca in vetro, all’assessore ai Trasporti delle Egadi,  Vito Vaccaro (ristoratore a Marettimo, ndr), che ci ha sostenuti con convinzione, con il grande spirito ambientalista che lo contraddistingue”.

Dopo il varo, Ev-Ita ha raggiunto la perla delle Egadi, per essere ormeggiata all’ombra del maxi-schermo e del palco montati per il Marettimo Italian Film Fest che ha celebrato il mare. Intanto, i partecipanti del Food and climate shapers boot camp, prima di partire, consegnavano alla comunità locale, al Future food institute e alla Fao cinque progetti per migliorare la resilienza sociale e l’ambiente sull’isola. Ora parte la ricerca dei fondi, pubblici e privati, per trasformare in realtà gli ambiziosi business plan scritti durante il campus, svoltosi a Roma e a Marettimo. Tra gli obiettivi, il ripopolamento invernale (dalla sessantina di abitanti attuali) aprendo hub di smart working per i “nomadi digitali”, lo sviluppo economico sostenibile mettendo a frutto le erbe spontanee, l’uso delle fonti naturali locali con abolizione delle bottiglie di plastica ora usate per l’acqua, la lotta all’erosione delle coste attraverso il reimpiego sulle spiagge dei gusci di molluschi usati dai ristoranti (previa tritatura fine). la trasformazione in area “carbon free”, riducendo e compensando le emissioni di carbonio anche attraverso l’elettrificazione delle barche dei pescatori e delle guide turistiche. Quanto ai fondatori dell’associazione SoleMar, le attività per la valorizzazione di Marettimo non termineranno con la stagione estiva: l'ente non profit sta identificando un edificio dismesso da rigenerare sull'isola, per ospitare un centro di formazione internazionale sui temi della tutela marina, con l'aiuto di sponsor. Così, con il raggiungimento anche dell’obiettivo 17 delle Nazioni unite – attivare partnership per raggiungere gli altri 16 Sustainable development goals (Sdg) il cerchio della sostenibilità si chiude. Con al centro, il faro di Marettimo.

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