Marche

Marlic, al via il laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo dei biomateriali

di Michele Romano

2' di lettura

Con l’attivazione di una figura operativa che affiancherà il tecnologo e il consulente gestionale già operativi, diventerà funzionale entro l’estate un importante laboratorio di ricerca applicata per materiali compositi innovativi a matrice polimerica. Un investimento pubblico-privato da circa 11,5 milioni di euro per un’infrastruttura al servizio delle imprese manifatturiere delle Marche, con l’ambizione di diventare un centro leader a livello nazionale per la creazione di nuovi materiali, affiancandosi a un altro polo di eccellenza, il Consorzio Proplast, che ruota intorno al Politecnico di Torino. Si chiamerà Marlic, acronimo di Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites e avrà sede a Camerino, nel cuore del cratere maceratese del sisma, in stretto collegamento con Unicam, università che da anni dedica particolare attenzione allo sviluppo di materiali bio e alla circolarità dell’uso e del riuso del rifiuto post-industriale e post-consumo. Il rifiuto, dunque, non da eliminare ma come oggetto di studio per essere riciclato in nuovi prodotti, anche necessariamente ad un costo di produzione superiore a quello vergine.
«Ci occupiamo di praticabilità reale dell’economia circolare per questi innovativi materiali compositi: l’obiettivo è di ideare materiali dei quali si conoscerà preventivamente quale la sarà la fine vita, perché possano diventare qualcos’altro di utile e di utilizzabile», spiega Enrico Marcantoni, docente di chimica organica della Scuola di Scienze e Tecnologia dell’università camerte, coordinatore e responsabile scientifico di quella che è riconosciuta come la quarta piattaforma tecnologica di ricerca collaborativa avviata poco più di un anno fa. Ad oggi, il cluster è composto da 21 aziende, che insieme alla Regione Marche (6,4 milioni dal fondo Por Fesr 2014-2020), hanno sostenuto l’investimento complessivo: dentro ci sono, tra gli altri, HP Composites, Delta-Plados, Fratelli Guzzini, Simonelli Group, Carnj Cooperativa Società Agricola, leader mondiali nei rispettivi comparti produttivi, ma anche aziende di piccola dimensione, come lo Scatolificio TS e il suolificio Prefiniti Simon.
Verranno studiati materiali compositi, dall’alluminio alla cellulosa, dalla plastica agli scarti originati dalla produzione agricola e dall’industria alimentare e, attraverso una stretta collaborazione con il sistema produttivo, Marlic sarà in grado di aumentare l’efficacia e minimizzare i rischi di investimenti per le aziende alla ricerca di materiali, sia sintetici che naturali, che possano trovare un’applicazione quotidiana. «Quello che abbiamo progettato è un laboratorio di ricerca applicata – sottolinea Marcantoni -, perché i produttori hanno bisogno sia di conoscenza reali che di soluzioni innovative, che hanno impatto su chimica, fisica, biologia». Non è un caso se, accanto a Unicam, ci sono anche la Politecnica delle Marche e l’università di Urbino, ENEA e CNR, «per lavorare insieme, ognuno con le proprie competenze, a ridurre l’impatto ambientale del processo produttivo».
«Marlic può dare supporto a varie pipeline di progettazione industriale – spiega Rosaria Ercoli, presidente della Fondazione Cluster Marche che si occupa della disseminazione dei risultati dell’attività di ricerca realizzata -, ma soprattutto è un laboratorio di prossimità, che viene messo a disposizione dell’intero sistema manifatturiero marchigiano, in una logica di sostenibilità che vada oltre gli slogan».

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