Mascherine al lavoro: come cambiano le regole dal 1° maggio
Sarà un incontro tra imprese e sindacati a decidere il destino dei protocolli anti Covid e quindi anche della mascherina. Per la Pa c’è una circolare
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Nei luoghi di lavoro, pubblici e privati - tranne ospedali e Rsa - non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine, dispositivi che sono solo raccomandati. L'ordinanza firmata il 28 aprile dal ministro Speranza, e in vigore dal primo maggio, infatti, prevede che è solo «raccomandato indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico». Compresi dunque i luoghi di lavoro.
Protocollo di sicurezza da aggiornare il 4 maggio
Anche se qui è necessario chiarire meglio: per il settore privato ci sarà un incontro il 4 maggio tra imprese e sindacati per decidere il destino dei protocolli anti Covid e quindi anche della mascherina. Attualmente il protocollo anti-Covid negli ambienti di lavoro firmato dalle parti sociali prevede che «in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore». Il 4 maggio la regola potrebbe essere confermata oppure il protocollo potrebbe essere aggiornato in chiave di una mera raccomandazione, lasciando la “libertà” alle singole aziende di trasformare a loro volta la raccomandazione in obbligo.
Ffp2 raccomandate nella Pa per chi è contatto con pubblico
Per gli uffici pubblici, sulla base dell'ordinanza emanata dal ministro della Salute, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato una circolare indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche. Sarà cura di ogni amministrazione «impartire tempestivamente le necessarie misure operative, tenendo conto delle condizioni concrete dei di lavoro e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa dei propri dipendenti». In linea di massima però l'uso delle mascherine FFP2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico (cosiddetto sportello) sprovvisto di idonee barriere protettive; per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due (salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti); nel corso di riunioni in presenza; per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti.
L’utilizzo non è considerato necessario in caso di attività svolta all'aperto; in caso di disponibilità di stanza singola per il dipendente; in ambienti ampi, anche comuni (ad es. corridoi, scalinate) in cui non vi sia affollamento o si mantenga una distanza interpersonale congrua.
Le incertezza delle imprese
La questione della mascherina al lavoro nel settore privato potrebbe riservare ancora qualche novità nei prossimi giorni, in vista dell'appuntamento del 4 maggio tra le parti sociali. Anche perché non tutte le associazioni di categoria potrebbero pensarla allo stesso modo: la linea generale è quella di tenere la mascherina fino a giugno nei luoghi di lavoro, ma i distinguo non mancano. A esempio la Fipe che rappresenta il mondo di bar, ristoranti, pizzerie e locali è d'accordo nel «raccomandare il suo impiego tra i lavoratori anche perché può rappresentare un segnale di attenzione per i clienti, ma - avverte Roberto Calugi direttore generale Fipe - non siamo convinti che serva ancora un obbligo vero e proprio».
Confesercenti: consiglieremo a imprese uso mascherine
Si attesta sulla linea della raccomandazione anche Confesercenti. «In attesa di informazioni più esaustive, vista anche l’attuale situazione dei contagi, consiglieremo comunque alle imprese a noi associate di continuare a fare usare la mascherina ai propri dipendenti, a tutela della loro salute e di quella della clientela» dichiara la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, avvertendo però che «i provvedimenti in zona Cesarini, che arrivano all’ultimo minuto utile o quasi, non aiutano le imprese ad avere un quadro definito».
Fida-Confcommercio: mascherina almeno fino al 15 giugno
Sembra propendere per l’obbligo Fida-Confcommercio. «In attesa dell’incontro del 4 maggio, la nostra Federazione, che rappresenta gli operatori che sono stati in prima linea per tutto il durare della pandemia, e che quotidianamente accolgono nei negozi e nei supermercati centinaia di clienti, ritiene indispensabile il mantenimento dell’uso della mascherina per i lavoratori, perlomeno fino al 15 giugno. Infatti sono ancora tantissimi i casi di positività che riscontriamo tra i nostri collaboratori e l’applicazione dei protocolli, che dovranno essere semplificati, ma certamente non aboliti, è un punto fondamentale nella tutela della salute di tutti» scrive, in una nota, Donatella Prampolini, presidente di Fida –Confcommercio.
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