Masi lancia una bottiglia il 33% più leggera (disegnata da Piero Lissoni)
Il debutto all’insegna della sostenibilità e della riconoscibilità di Fresco di Masi segue la presentazione dei dati del 2022 e le dimissioni di Renzo Rosso dal Cda
di Emiliano Sgambato
I punti chiave
4' di lettura
La nuova “Bottiglia Masi”, dall’aspetto ricercato e riconoscibile, punta sulla sostenibilità. Il design è opera di Piero Lissoni, che l’ha definita tra i suoi progetti più impegnativi, soprattutto a causa dei “condizionamenti” tecnici che ha implicato la premessa del suo lavoro creativo, e cioè un peso di 370 grammi, inferiore di un terzo a quello di bottiglie di analogo posizionamento presenti sul mercato. E che quindi permette una notevole diminuzione dell’impatto ambientale, sia in termini di minore quantità di vetro utilizzato e di minore energia necessaria a forgiarla, sia per quel che riguarda le emissioni prodotte dal suo trasporto.
Un progetto che è diventato tecnicamente realizzabile grazie alla collaborazione con l’azienda specializzata Verallia, big del settore con circa 10mila dipendenti in 34 stabilimenti che producono packaging in vetro in 12 Paesi per 3,35 miliardi di vendite generate.
Ricavi in aumento ma la crisi si sente
Risale a pochi giorni prima della presentazione della nuova bottiglia la comunicazione al mercato (Masi è quotata su Euronext Growth Milan) dei risultati consolidati del 2022 che registrano 74,7 milioni di ricavi (+13%) Ebitda in aumento a 13,2 milioni euro (contro i 12,9 milioni nel 2021, ma «in percentuale penalizzato dall'aumento dei costi operativi»). L’utile netto è in diminuzione a 4,5 milioni contro i 5,4 del 2021 a causa soprattutto dei «cambi negativi registrati nell'ultimo trimestre».
«Un 2022 positivo, per quanto influenzato da elementi poco controllabili e più contingenti che strutturali. Tra essi – ha commentato il presidente Sandro Boscaini – la tendenza della clientela, soprattutto estera, ad approvvigionarsi in abbondanza o ad alleggerirsi, i pesanti aumenti dei costi, sia di prodotto che operativi in generale. I cambi hanno giocato un effetto favorevole nei primi nove mesi, ma molto negativo nell'ultimo trimestre. Dopo la pandemia e con la guerra in Europa abbiamo assistito a trend disarmonici nei vari canali distributivi e nei Paesi in cui operiamo, fattispecie che conferma l'importanza della nostra strategia di omnicanalità, ai fini sia del posizionamento di marca che di mitigazione del rischio di business».
Le dimissioni di Renzo Rosso
Nello stesso giorno sono arrivate le dimissioni dal Cda del consigliere Renzo Rosso che era entrato in Masi fino a detenerne il 10% con la sua Red Circle Investments: «Segnalo – si legge nella sua lettera di dimissioni – che sulla mia decisione di rinunciare alla carica ricoperta in seno all'organo amministrativo di Masi Agricola ha pesato il fatto di aver riscontrato un'organizzazione del governo societario non in linea con gli standard di riferimento di società con azioni negoziate sui mercati di capitali. Per quanto detto ritengo che non vi siano presupposti per poter apportare il mio contributo professionale e innovativo e per una proficua partecipazione ai processi gestori della società».
Nella nota di bilancio Masi Agricola osserva come a Rosso non sia «mai stata negata l'opportunità di esprimere le proprie valutazioni nell’ambito del dibattito consiliare, anche con riferimento al governo societario, ricordando peraltro le recenti dichiarazioni del Sig. Rosso su Il Sole-24Ore circa il contributo da lui portato a Masi, definita “un'azienda ben strutturata”».
Una bottiglia strategicamente sostenibile
Tornando al progetto della Bottiglia Masi, questo si inserisce nella strategia di differenziazione e multicanalità dell’azienda, come ha spiegato il direttore marketing Raffaele Boscaini, durante la presentazione a Milano: «Abbiamo scelto di utilizzare la nostra nuova bottiglia identitaria in primis per un prodotto emblema della sostenibilità: Fresco di Masi». Una linea di vini biologici che Masi descrive come «interpreti di una rinnovata visione di sostenibilità, prodotti per sottrazione, minimizzando l'intervento dell'uomo sulla natura».
«Il nostro lavoro di ricerca – ha spiegato Boscaini – si è concentrato non solo nella ricerca dell’essenza del vino, ma anche dell’essenzialità della sua bottiglia. Masi si propone sempre nelle sue attività con una propria identità forte e cosa più della bottiglia che dà forma al nostro vino può esprimere una certa unicità? La forma peraltro influenza anche la “voce del vino”: il collo accentuato della bottiglia Masi enfatizza il suono, il caratteristico “gluglu” durante la versata».
Una bottiglia che comporta anche risparmi in termini economici in un momento dove il caro delle materie prima condiziona i conti delle aziende, e che nello tempo aiuta a rientrare nei parametri ormai richiesti da alcuni mercati esteri di crescente importanza come quello canadese. Una novità che potrebbe fare da apripista ad altre iniziative su questo filone, forse anche quelle che dovrebbero essere annunciata al Vinitaly sul bestseller Campofiorin.
«Con questo progetto abbiamo voluto rappresentare il nostro profondo rispetto per il vino – ha aggiunto Piero Lissoni, architetto tra i più influenti maestri del design contemporaneo –e dare forma alla bellezza di un contenitore che racchiude al suo interno uno dei liquidi più preziosi del mondo. La Bottiglia Masi nasce intorno a due elementi: leggerezza e resistenza. Per disegnarla ci siamo chiesti se fosse possibile diminuire la quantità di vetro, allo scopo di renderla più efficiente, sottile e delicata, senza perdere la robustezza».
«Abbiamo aderito al progetto da subito per le sue elevate caratteristiche innovative e perché in linea con i nostri obiettivi di alleggerimento del vetro – ha aggiunto Diego Dallatorre, direttore commerciale e marketing di Verallia Italia – nell’ottica di ottimizzare la sostenibilità dei contenitori che produciamo. Si è trattato di una vera e propria sfida, perché prima di oggi non esisteva una bottiglia in vetro con queste caratteristiche e così leggera».
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