Master of None 3: la storia intima di Denise e Alicia
Nella terza stagione Aziz Ansari racconta con coraggiosa sincerità il passare degli anni, le vittorie e le delusioni senza offrire facili consolazioni
di Gianluigi Rossini
2' di lettura
La terza stagione di Master of None (su Netflix da oggi) arriva a quattro anni di distanza dalla seconda e non è una sorpresa: Aziz Ansari, ideatore e volto principale della serie, aveva espresso l’intenzione di prendersi una lunga pausa già nel 2017, perché non gli sembrava ci fosse granché da aggiungere sulle avventure sentimentali di un trentenne single a New York.
Di lì a poco, nel pieno del Me Too, Ansari è stato accusato di molestie sessuali in un articolo che, tuttavia, molti hanno contestato come esempio di cattivo giornalismo. Per qualche tempo è scomparso dalle scene, per poi tornare l’anno successivo con un nuovo spettacolo di stand-up comedy in cui affrontava in maniera abbastanza convincente anche quella vicenda.
La sorpresa
La sorpresa sono i moltissimi cambiamenti: il protagonista Dev (Ansari stesso) appare di sfuggita, al centro invece ci sono Denise (Lena Waithe) e la sua nuova compagna Alicia (Naomi Ackie). A Denise era già stato interamente dedicato uno degli episodi migliori della seconda stagione, Thanksgiving, scritto in coppia con la stessa Waithe, che qui è promossa a seconda autrice e co-firma tutte e cinque gli episodi. La cosa che colpisce di più è la regia: uno stile rigorosissimo, documentaristico, che ricorda il kitchen sink inglese anni 60: inquadrature lunghe, pochissimi movimenti di camera, quasi nessun primo piano, addirittura schermo in formato 4:3. È una storia intima, con pochissimi personaggi e tutta in interni, ripresa da una telecamera piazzata in un angolo e lasciata lì, ma orchestrata in maniera così credibile e delicata da non essere mai noiosa.
Coraggiosa sincerità
Il tono generale è più serio e maturo: app d’incontri, serate mondane e fughe in Italia lasciano il passo a case in campagna, carriera e figli. Come ha detto Ansari, sulla carta sembravano tutte pessime idee, e invece è la miglior Master of None vista finora: scompaiono la piacioneria e l’autocompiacimento che avevano reso un po’ deludente la seconda stagione, sostituiti da una coraggiosa sincerità che affronta il passare degli anni, le vittorie e le delusioni senza offrire facili consolazioni.
Master of None 3, Aziz Ansari e Lena Waithe, Netflix, da oggi
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