ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCorte europea dei diritti dell’Uomo

Maternità surrogata, legittimo il no alla trascrizione: la via è l’adozione

Per i giudici di Strasburgo inammissibili i ricorsi delle coppie che chiedevano la condanna dell’Italia. La decisione in linea con il precedente del 2021

di Patrizia Maciocchi

Meloni: "Parlare di natalità e maternità sembra rivoluzionario"

2' di lettura

Per la Corte europea dei diritti dell’uomo lo Stato non è obbligato alla trascrizione in automatico all’anagrafe dei figli nati con la maternità surrogata. Strasburgo ha, infatti, bollato come inammissibili una serie di ricorsi contro l’Italia di coppie dello stesso sesso - e di una coppia eterosessuale - con i quali si chiedeva la condanna dello Stato, per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani sul diritto al rispetto della vita privata e familiare. Diritto fondamentale messo a rischio, ad avviso dei ricorrenti, dal veto posto alla trascrizione all’anagrafe degli atti di nascita legalmente riconosciuti all’estero per bambini nati usando la tecnica della maternità surrogata. Ma i ricorsi non centrano l’obiettivo, perché gli eurogiudici hanno considerato legittimo il no dell’Italia, con una decisione le cui ragioni sono state affidate ad una nota. «Il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali - scrivono i giudici - non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata». Anche se lo Stato italiano non ammette, infatti, «la trascrizione dell’atto di nascita per quanto riguarda il padre putativo», garantisce attraverso l’adozione, la possibilità di riconoscimento legale.

La Corte ha sottolineato, tra l’altro, che i ricorrenti, che grazie alla maternità surrogata hanno creato una famiglia, erano consapevoli che tale pratica era ed è «contraria all’ordine pubblico italiano».

Loading...

Il precedente della Cedu

Un verdetto che non sorprende, tanto che le stesse sezioni unite nell’indicare la via dell’adozione in casi particolari, avevano sottolineato come la decisione fosse in linea con la giurisprudenza di Strasburgo. Nel 2021, il 18 maggio, la Cedu aveva negato che il divieto alla cosiddetta gestazione per altri posto dall’Islanda fosse “irragionevole” e “arbitrario” come affermato dalla coppia di ricorrenti. Anche in quell’occasione la Cedu considerò lecito il divieto dell’utero in affitto e non un limite alle aspirazioni genitoriali.

Le Sezioni unite

Ad indicare la step child adoption come soluzione per la tutela dei minori, da ultime le sezioni unite secondo le quali «Con l’adozione in casi particolari l’ordinamento italiano assicura tutela «all'interesse del minore al riconoscimento giuridico, ex post e in esito a una verifica in concreto da parte del giudice, del suo rapporto con il genitore d’intenzione. Non si manifesta, in tal modo, alcuna insidiosa vicinanza alla logica del fatto compiuto, ma si guarda alla condizione materiale del minore e al suo interesse affinché l’accudimento prestato da colui che ha condiviso in concreto il progetto procreativo assuma, con la costituzione dello status, la doverosità tipica della responsabilità genitoriale». Una diversa soluzione porterebbe a incoraggiare una pratica considerata reato nel nostro paese e il desiderio degli adulti di una genitorialità ad ogni costo. Una posizione che Strasburgo per ora sembra avallare


Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti