Un premio ai protagonisti della solidarietà

Mattarella: «Il virus ha mostrato che dipendiamo gli uni dagli altri»

Premiati al Quirinale i protagonisti di gesti di solidarietà e di altruismo, di senso di responsabilità nei confronti della collettività

di Nicoletta Cottone

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3' di lettura

«Senza solidarietà non esiste una vera comunità in cui vivere e convivere: fa parte del sentirsi parte di una comunità, conferisce speranza, fiducia e sicurezza». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferite “motu proprio” dal capo dello Stato nel 2020 e nel 2021 a cittadine e cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità, del diritto alla salute e dei diritti dell’infanzia.

Un premio ai protagonisti della solidarietà

«Questa cerimonia - ha sottolineato Mattarella - premia i protagonisti di gesti di solidarietà e di altruismo, di senso di responsabilità nei confronti della collettività. Ma esprime anche una sensibilità diffusa di senso responsabilità per gli altri che è radicata nella vita civile dell’Italia. Senza solidarietà non esiste una vera comunità nella quale vivere e convivere. Sentirsi parte di una comunità conferisce fiducia ed anche sicurezza». E ai premiati ha detto: «Oggi voi rappresentate anche tanti altri italiani, che adottano comportamenti analoghi ai vostri, perché sono, nel nostro Paese, fortunatamente, diffusi i comportamenti di chi si fa carico delle esigenze degli altri, delle ansie, dei bisogni, delle speranze».

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La soddisfazione di un sorriso da chi è stato aiutato

«Queste onorificenze - ha osservato Mattarella - non sono per voi il premio. Il premio - lo sapete meglio di me, lo sapete benissimo - è costituito dalla soddisfazione di aver fatto quel che avete compiuto, dal ringraziamento di chi è stato aiutato, dal sorriso di chi è stato aiutato: questo è il vero ringraziamento. Questo è un ringraziamento che rappresenta davvero un arricchimento anche per chi compie questi gesti. Ed è il vero premio che avete conseguito».

Il virus ha mostrato come dipendiamo gli uni dagli altri

La pandemia «ha reso evidente come dipendiamo gli uni dagli altri. Bisogna sottolineare quanto sia decisivo il legame che ci lega. Voi rappresentate tanti altri italiani, perchè fortunatamente sono diffusi i comportamenti di chi si fa carico degli altri», ha detto Mattarella.

Un paese è ricco quando si prende cura dei deboli

Nel suo discorso il capo dello Stato ha ricordato Jonathan Sacks, rabbino capo di Gran Bretagna, morto a Londra un anno fa. E ha ricordato che diceva: «Un Paese è forte quando si prende cura dei deboli; è ricco quando si occupa dei poveri; diventa invulnerabile se si occupa delle persone più vulnerabili». Queste, ha osservato il capo dello Stato, «non sono affermazioni utopistiche o ideali, sono elementi concreti della realtà di ciascuna comunità, di ciascun Paese».

Il mondo ha davanti sfide che nessuno può affrontare da solo

Questa mattina il capo dello Stato Sergio Mattarella è intervenuto alla Farnesina alla XXI edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo. «Il campo in cui agiamo è caratterizzato dalla complessità della realtà che ci circonda. Il mondo è di fronte a sfide che nessun Paese, nessuna cultura, può immaginare di affrontare da solo», ha rilevato Mattarella. «Crisi quali quelle indotte dai cambiamenti climatici; le giuste aspirazioni a uno sviluppo autenticamente equo e sostenibile; tutte si intersecano con nuove frizioni globali e focolai di instabilità che attraversano le linee geografiche tra i nostri continenti». Mattarella ha sottolineato che «ci attende un impegno globale a favore dell'’italiano di domani’: la lingua che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e tramandare. Per cittadini attivi nella propria comunità e nel mondo, attenti, ispirati, creativi. Coscienti del proprio passato, consapevoli del presente, aperti alle sfide del futuro».



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