Mattarella: non mercanteggiare su bilancio Ue
di Redazione Roma
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«L’Italia è un contributore attivo dell’Unione. Ma mi sono sempre rifiutato di considerare questi rapporti sul piano del dare e avere, anche perché i benefici dell’integrazione non sono quasi mai monetizzabili interamente. Non è attraverso il calcolo contabile che si definisce il vantaggio che l’Unione assicura a tutti i suoi componenti». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella da Riga, parlando dalla Lettonia, nel suo intervento al vertice del “gruppo Arraiolos” che ha riunito a Riga 13 capi di Stato europei. «Il rischio è quello di mettersi a mercanteggiare fra di noi, fra i nostri Paesi, sui rapporti contabili».
Quella di «mettere in comune il futuro degli europei» è «una ragione, storicamente, per il futuro, così vasta se si raffronta con il passato, che non c’è movimento che possa mettere in discussione questo valore storico. Però va fatto comprendere con maggiore efficacia e con maggiore capacità». Lo ha sottolineato Mattarella.
Spirito Ue è mettere in comune futuro europei
Il Capo dello Stato ha delineato quello che dovrebbe essere lo spirito dell’Europa: «qual è stato lo spirito» che ha dato il via all’Unione europea? «È stato quello di abbandonare il passato mettendo in comune il futuro. Tutto questo è messo, oggi, in discussione e in crisi. Noi dobbiamo far comprendere, in maniera palese ed evidente, alle nostre pubbliche opinioni, ai nostri concittadini, che anche le realtà attuali, il mercato unico, lo spazio Schengen, l'unione monetaria, rispondono a questo stesso spirito, hanno lo stesso obiettivo: mettere in comune il futuro degli europei».
Secondo il Presidente della Repubblica, bisogna «mettere in comune il futuro degli europei» ma anche ricordare che «senza questa prospettiva l’Europa non conterà nulla nel mondo». «È stato ricordato il ruolo di Stati Uniti, Russia, Cina. Quale Paese dei nostri, anche il più in solido e il più prospero, può essere un interlocutore che può contrastare o comunque discutere amichevolmente, o non amichevolmente, con i colossi della comunità internazionale?», si è chiesto retoricamente il presidente. «Ma anche sotto il profilo della sicurezza, rispetto a
eventuali ritorni di ostilità di qualcuno dei grandi Paesi, che cos’è efficace? Un’Unione infragilita dalle rivalità interne, in cui ognuno si presenta da solo, in realtà, o un’Unione coesa, compatta, che rende più forti tutti i Paesi che la compongono? Abbiamo spesso commesso degli errori - evidentemente - nel considerare come ormai acquisiti alcuni risultati, dando per scontate alcune condizioni. Invece - ha concluso - va fatto capire, anche alle giovani generazioni, che non sono mai né acquisiti per sempre, né scontati per sempre».
Io anziano, ho idiosincrasia nazionalismo
«Io sono avanti negli anni - ha continuato Mattarella -, sono nato durante i bombardamenti e, forse per questo, mi è rimasta un’innata diffidenza, e un’innata idiosincrasia verso qualunque pericolo di nazionalismo e di guerre» per cui «occorre riflettere su questo perché corriamo il rischio che riproporre dentro l'Unione un clima che non è soltanto concorrenziale ma è di contrapposizione, che poi diventa contrasto, poi diventa ostilità, diventa non sappiamo cosa».
«Piena collaborazione» tra Italia e Germania e «convergenza sulla opportunità di orientare le politiche della Ue verso la ripresa economica, l’occupazione, i giovani». È quanto è emerso da un colloquio tra Mattarella e il presidente Frank-Walter Steinmeier svoltosi oggi a Riga. Il Capo dello Stato partecipa a un vertice con i 12 capi di Stato europei. I due presidenti hanno sottolineato che «la creazione di comuni regole Ue, anche sull’immigrazione, sia vantaggioso per l’Italia e la Germania». Mattarella ha accolto l’invito di Steinmeier di una visita a Berlino.
Posizioni distanti tra Salvini e Seehofer sui migranti secondari
Sempre sul tema migranti, e sempre con riferimento ai rappoti tra Italia e Germania, non c’è l’accordo tra i due paesi sui migranti secondari: Salvini ne ridiscuterà col collega tedesco Seehofer oggi a Vienna, a margine della riunione dei ministri di Giustizia e Interno. Si tratta dei cosiddetti “Dublinanti”, ovvero dei migranti che, una volta sbarcati in Italia, non hanno fatto domanda di asilo e hanno raggiunto la Germania. Seehofer chiede che l’Italia riaccolga queste persone (si parla di 60mila migranti). Il responsabile del Viminale chiede che per ogni migrante secondario che l’Italia accoglie ci sia un migrante giunto nei porti italiani che Berlino si impegna a ricevere, un sistema “a somma zero”. Salvini chiede anche che le nuove regole non si applicano per i casi che si sono manifestati prima dell’eventuale stipula dell’intesa.
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