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Mattarella, con incertezza e inflazione tutelare il risparmio. Visco: servono riforme e investimenti

Lungo applauso dalla platea che celebra oggi la giornata del risparmio nell’auditorium di Confindistria, al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che termina oggi il suo mandato

di Nicoletta Cottone

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7' di lettura

«La sfida di una efficace tutela del risparmio delle famiglie e dei loro redditi, alla prova di una rinnovata pressione inflazionistica, è più che mai attuale e riguarda anzitutto le istituzioni europee e internazionali, quelle nazionali, accanto agli operatori privati». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato alla 99a Giornata Mondiale del Risparmio. Il capo dello Stato ha quindi sottolineato che «non mancano le incertezze, in una condizione di conflitti come l’attuale, con conseguenze aspre sulla vita di ogni giorno, sui commerci, sui mercati economici e finanziari».

Risparmio meritevole di tutela costituzionale

«Il risparmio, con l’istituzione della Repubblica, diviene questione di interesse pubblico e, dunque, meritevole di tutela costituzionale. Lo è, a maggior ragione, perché - ha ribadito il capo dello Stato - la difesa del potere d’acquisto dei cittadini, e quindi dei loro risparmi, è questione democratica, che interpella il Paese e gli Stati che, con l’Italia, hanno dato vita all’esperienza dell’Euro, moneta che afferma sempre più ruolo e sovranità dell’Unione europea».

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Lungo applauso per Visco, che termina oggi il suo mandato

Lungo applauso dalla platea dell’Acri che celebra oggi la giornata del risparmio nell’auditorium di Confindistria, al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che termina oggi, 31 ottobre 2023, il suo mandato. Visco interverrà dopo i discorsi del presidente Acri Francesco Profumo e del presidente Abi Antonio Patuelli. Profumo, dopo aver ringraziato Visco per il suo lavoro in questi 12 anni, ha quindi speso parole di elogio per il suo successore, Fabio Panetta.

Visco: prosegue ristagno economia, esaurito forte recupero dei servizi

«La fase di sostanziale ristagno del prodotto è proseguita in Italia anche nell’estate. Le nostre indagini e gli indicatori qualitativi continuano a segnalare una diffusa debolezza dell’attività manifatturiera; nonostante il buon andamento del turismo, nei servizi sembra essersi esaurito il forte recupero che ha fatto seguito alla fase più acuta della pandemia», ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla 99m Giornata mondiale del risparmio. Le attuali stime, ha aggiunto Visco, presentano rischi «orientati al ribasso, soprattutto per l’acuirsi delle tensioni geopolitiche e l’irrigidimento delle condizioni di finanziamento».

Rapida riduzione disavanzo per rafforzare sostenibilità debito

L’economia italiana ha fondamentali solidi ma è necessaria «una rapida riduzione del disavanzo che preservi la qualità della spesa» con il vantaggio di rafforzare «la sostenibilità a lungo termine del nostro debito pubblico; ciò rappresenta il contributo principale che la politica di bilancio può e deve dare alla tutela del risparmio delle famiglie italiane – non solo di quello investito direttamente in titoli di Stato». Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco,nell’intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio, l’ultimo del suo mandato, dà i suoi ultimi suggerimenti sulla politica economica al Governo.

La sfida più importante per il Paese è realizzare riforme e investimenti

«La sfida più importante per il Paese resta quella di realizzare riforme e investimenti capaci di spingere verso l’alto il tasso di crescita potenziale», ha sottolieato il governatore. Secondo Visco, «per rendere sostenibile nel tempo una crescita più elevata occorre rimuovere gli ostacoli allo sviluppo, promuovere l’innovazione e la conoscenza, favorire la crescita dimensionale delle imprese e accompagnare la modernizzazione del nostro tessuto produttivo». Le risorse disponibili - ha detto il Governatore - «vanno prioritariamente indirizzate verso quegli investimenti che il settore privato non potrebbe porre in atto a causa dell’orizzonte temporale troppo esteso, dell’elevata rischiosità, della mancata internalizzazione delle loro ricadute sociali o ambientali. Questi investimenti, che includono quelli in capitale umano, tendono a ripagarsi nel lungo periodo e, in ultima analisi, non hanno effetti negativi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche». Visco che mette in guardia dalla spesa in disavanzo, cita quindi le parole di Keynes: “la cosa importante per il governo non è fare ciò che gli individui fanno già, e farlo un po’ meglio o un po’ peggio, ma fare ciò che presentemente non si fa del tutto”.

Giorgetti, l’economia regge,senza crisi globale debito cala

«Il sistema economico italiano, nonostante tutte le difficoltà, è riuscito a reggere di fronte alla concomitanza di tanti fattori critici», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «Se riusciremo a evitare il rischio, che non sembra del tutto improbabile, di una nuova fase recessiva globale assicurando accettabili tassi di crescita, potremo realisticamente ridurre progressivamente il peso del debito pubblico, creare nuove opportunità di occupazione». Il Governo, ha aggiunto il ministro dell’Economia, «dispone di alcune leve, oggettivamente limitate per i margini più ridotti rispetto a quelli a disposizione di altri partner». Parlando della manovra ha detto che «il governo ha dovuto fare scelte dolorose anche rimediando a gravi errori compiuti in passato che hanno prodotto un carico notevolissimo sulla finanza pubblica». «Allo stesso tempo - ha aggiunto - sia pure in uno scenario contrassegnato da tanti elementi di precarietà e incertezza, si è inteso rassicurare gli italiani per rafforzare il patto di fiducia tra cittadini ed istituzioni e che è alla base della legittimazione dello stesso sistema democratico».

Patto di stabilità, manca consenso alla proposta italiana

«La posizione italiana» di ripensare le regole Ue e riconoscere «uno spazio adeguato ad alcune tipologie di spese per investimenti, con particolare riferimento a quelli, assai consistenti, che stanno impegnando i nostri sistemi economici nelle difficili transizioni e in relazione alle maggiori esigenze di sicurezza e difesa», ha detto il ministro dell’economia, «non trova ampio consenso», ma «noi la ribadiamo con forza».

Serve un confronto ampio sulla modalità di utilizzo del risparmio degli italiani

«Ritengo che nel nostro Paese si debba aprire un confronto ampio sull’utilizzo del risparmio italiano che non è interamente collocato nei conti correnti ma che già oggi assume forme e destinazioni diverse, anche in relazione alle esigenze di ordine previdenziale», ha detto il ministro dell’Economia, auspicando «un confronto ampio che si avvalga di tutti i contributi che possono essere forniti dai soggetti più qualificati e dalle organizzazioni rappresentative del sistema finanziario inteso in senso lato». Obiettivo del confronto dovrebbe essere «la valorizzazione del patrimonio formidabile costituito dal risparmio degli italiani per sostenere le potenzialità di crescita della nostra economia e, conseguentemente, assicurare prospettive meno precarie alle prossime generazioni».

Patuelli, ridurre la pressione fiscale su investimenti

«Il decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio. Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei tassi e al calo della domanda di credito, occorrono riflessioni ed iniziative innovative.Il risparmio va sempre rispettato e mai forzato dalle Istituzioni e da pressioni commerciali indebite. Il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione: occorre riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia. Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio». Così il presidente dell’Abi Antonio Patuelli alla 99sima Giornata del risparmio. «Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine - continua - In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico, gravati dall’aliquota ridotta del 12,5% di tassazione per favorirne il collocamento.Il risparmio collocato in liquidità subisce l’aliquota del 26%».

Bce combatta l’inflazione con incentivi a sviluppo

«Chiediamo alla Bce di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione: bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo», ha detto il presidente Abi Antonio Patuelli. «Le strette monetarie consistono negli aumenti dei tassi, nella riduzione degli acquisti della Bce di titoli di Stato, nell’impennata dei costi per le banche dei finanziamenti Tltro di liquidità e nell’azzeramento della remunerazione della riserva obbligatoria che le banche debbono mantenere depositata nelle Banche centrali».

Profumo: risparmio fermo sui conti correnti, forte erosione per inflazione

«Il risparmio italiano è prevalentemente fermo sui conti correnti, e questo ha determinato una forte erosione del suo valore reale a causa dell’impennata dall’inflazione, seguita alla crisi energetica e che, seppur in fase di rallentamento, non è ancora tornata a livelli accettabili.Inoltre, il risparmio degli italiani è distribuito in maniera fortemente diseguale e risulta radicalmente concentrato: si stima che il 60% di queste risorse appartengano al 20% delle famiglie più abbienti», ha detto il presidente Acri Francesco Profumo nel suo discorso alla 99sima giornata del risparmio. «Fuori da questa rilevazione - ha aggiunto - rimane una quota d’italiani che, non solo non riesce a risparmiare, ma ha perfino difficoltà a sopravvivere: poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o di esclusione sociale. E già oggi, in Italia, 6 milioni di persone (il 12% della popolazione over 16) vive in condizioni di “povertà alimentare”, cioè non guadagna abbastanza per potersi nutrire in maniera decente ed è costretto a ricorrere a mense e altre forme di assistenza».

Debito è immensa eredità che pesa su giovani

«Il debito pubblico è un’immensa eredità del passato che grava sulle generazioni presenti e future. È il frutto di scelte fatte nel passato – anche recente – che limitano o condizionano pesantemente le scelte di spesa e gli indirizzi che possiamo prendere oggi.I soli interessi passivi sul debito che l’Italia paga ogni anno stanno superando la soglia dei 100 miliardi di euro. Più di quanto lo Stato spende per l’istruzione», ha detto il presidente Acri Francesco Profumo nel suo discorso alla 99sima giornata del risparmio. «Una cifra che quasi eguaglia quella complessiva per le politiche sociali e che equivale al 10% della spesa pubblica totale - aggiunge- Il quarto debito pubblico al mondo in rapporto al Pil ricade sui giovani italiani di oggi che dovranno contribuire a pagarne gli interessi per tutto il corso della loro vita».

Giovani in difficoltà anche a causa di mondo lavoro

«Il tema del risparmio delle giovani generazioni deve tener presente almeno quattro variabili fondamentali» che «possono aiutarci a comprendere le grandi difficoltà che incontrano oggi ventenni e trentenni per accumulare risparmi», ha sottolineato il presidente Acri Francesco Profumo intervenendo alla 99sima giornata del risparmio.«Innanzitutto, l’accesso al lavoro. La disoccupazione giovanile è al 22%; seppur con lievi oscillazioni è un dato che non muta da vent’anni. Peraltro questo va coniugato con il grave mismatch che sconta il nostro Paese, che registra una cronica mancanza di personale in settori cruciali per il funzionamento e lo sviluppo: mancano tecnici e operai specializzati, ma anche insegnanti, medici e infermieri. Urge un ragionamento serio e approfondito sulle ragioni di questa carenza, alla luce del dato sulla disoccupazione».

Perché il nodo longevità impone più attenzione al risparmio

Livello dei salari fermo da anni

Profumo ha ricordato «che il livello dei salari in Italia è fermo ormai da oltre trent’anni e l’Ocse stima che, rispetto agli anni pre-pandemia, il loro valore reale sia di fatto calato del 7,5%». E infine è «radicalmente cambiato il mondo del lavoro. Ad esempio, il tema della conciliazione vita-lavoro, dei tempi e delle modalità per lavorare, il fenomeno della “great resignation” costituiscono delle rilevanti novità che ci segnalano come le aspettative dei giovani nei confronti del mondo del lavoro siano diverse da quelle delle generazioni che le hanno precedute».


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