Matteo Lunelli confermato alla guida di Altagamma: «Prioritario tutelare le filiere del made in Italy»
di Giulia Crivelli
4' di lettura
Non una semplice rielezione, quella di Matteo Lunelli alla guida di Fondazione Altagamma. L’assemblea dei soci che lo ha confermato per il triennio 2023-2025 ha anche rinnovato gli organi di governance nella misura del 30%, come previsto dallo statuto, nominando una squadra dal profilo sempre più alto e costituita da imprenditori e ceo di alcuni tra i brand più prestigiosi del made in Italy. Cresce inoltre la presenza delle donne, che rappresentano circa il 27% del totale (20% in precedenza). Ma le novità della prima presidenza Lunelli e quelle alle quali si lavora per i prossimi tre anni non finiscono qui.
Ha iniziato il suo primo mandato poco prima dello scoppio della pandemia e lo finisce dentro a una crisi geopolitica sempre più grave. Come riesce a essere comunque ottimista?
Ci sono cose, fattori esterni, che nessuno può controllare. Vale per le persone, le aziende e i Paesi. Gli anni dominati dal Covid però ci hanno insegnato a rivedere piani e strategie con grande velocità e a non dare mai niente per scontato. Come Fondazione, abbiamo cercato di continuare a studiare, fare ricerche, investire e abbiamo imparato a collaborare meglio e di più, tra soci e con altre associazioni, come Camera della moda e Salone del mobile. La nuova governance rispetta la rappresentatività dei diversi settori di Altagamma – moda, design, alimentare, ospitalità, motori, nautica, gioielleria e altri – in base al numero di soci aderenti. I dati ci confortano: malgrado le varie difficoltà congiunturali, nel triennio 2020-2022 i soci Altagamma sono cresciuti da 108 a 113 e i partner da 20 a 25.
Anche i dati del recente Monitor Altagamma-Bain sono confortanti.
Lo sono e lo è stata la presenza del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso alla presentazione del ventunesimo Osservatorio Altagamma, che ha confermato il forte trend di crescita di tutto il comparto dell’alto di gamma a livello mondiale (+21% a 1.400 miliardi di euro nel 2022, ndr). Lo scenario si prospetta positivo pure per il 2023, anche per la marginalità delle imprese, che dovrebbe crescere del 6 per cento. Il ministro Urso ha detto chiaramente di condividere la nostra visione: il settore dell’alto di gamma può essere locomotiva economica, oltre che di immagine, per il nostro Paese, che ha tante eccellenze e attrae chi vuole creare e produrre eccellenza e sa di poterlo fare solo qui.
Ha parlato della collaborazione e unità d’intenti con Camera della moda e Salone del mobile. Si rispecchia anche nella nuova governance?
Direi proprio di sì: Claudio Luti, ceo e presidente di Kartell, socio di Altagamma da 25 anni, da vicepresidente diventa vicepresidente vicario.Tra i dieci nuovi consiglieri ci sono ad esempio Lorenzo Bertelli, attuale responsabile per la sostenibilità del gruppo Prada, e Alfonso Dolce, ceo di Dolce&Gabbana, che nel 2023 entrerà per la prima volta in Altagamma. Ma anche Daniel Lalonde, ceo di Design Holding, e Benedetto Vigna, ceo di Ferrari.
Ha citato il ministro Urso, ma cosa chiedete, più in generale al Governo e alla politica?
La cosa più urgente è secondo noi la proroga della soglia di non imponibilità dell’importo di beni e servizi prestati dalle aziende ai lavoratori a titolo di welfare aziendali, sulla quale siamo perfettamente allineati alla Camera della moda. Fino al 31 dicembre la soglia è di 3mila euro e capiremmo se ci fosse una rimodulazione, ma non vorremmo si tornasse ai 250 euro di qualche anno fa, specialmente con l’inflazione che galoppa e il crescente disagio economico di molte famiglie. C’è poi il fondo filiere strategiche da rifinanziare, per promuovere l'evoluzione dei modelli di business attuali, nell'ottica di raggiungere standard di efficienza e sostenibilità sempre più elevati e conformi agli obiettivi previsti dalle varie leggi europee.
E sui crediti di imposta?
Per continuare a crescere, come stiamo facendo, e per dare un contributo all’occupazione giovanile e alla tutela del know how artigianale abbiamo bisogno di tantissima formazione di qualità e diffusa sul territorio. Sarebbero utilissimi quindi l’estensione e il potenziamento del credito di imposta Formazione 4.0 e il contributo a fondo perduto per le Academy aziendali, che continuano a nascere grazie alla volontà delle imprese, ma che potrebbero essere ulteriormente rafforzate. Poi c’è il Patent Box: chiediamo la reintroduzione dei marchi di alta gamma tra i beni immateriali agevolabili.
Tornando alle leggi europee, come si muove Altagamma in Europa?
Siamo una delle sei associazioni di Eccia (European Cultural and Creative Industries Alliance) e con Circulo Fortuny, Comité Colbert, Gustaf III Kommitté, Laurel, Meisterkreis e Walpole rappresentiamo oltre 600 marchi e istituzioni culturali europee. Il 2023 sarà lo European Year of Skills, l’anno europeo delle competenze, e noi possiamo dare un grande contributo. A tutti, cittadini che votano il Parlamento europeo, e politici che scelgono che mandare a Bruxelles, dico però che è importante essere rappresentati a livello europeo da persone, appunto, competenti.
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