ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEditoria

Renzi dirigerà il Riformista: «Direttore e parlamentare, come Mattarella»

L’ex premier e senatore di Italia viva: «Ho chiamato Meloni, prima a sapere la notizia. Resterò un anno». Prende il posto di Pietro Sansonetti che passa alla guida dell’Unità, l’altra testata rilevata da Alfredo Romeo

Renzi direttore del Riformista: “Sarà voce Terzo Polo ma anche Pd e FI”

3' di lettura

L’annuncio viene dato sui social dallo stesso Matteo Renzi. «Ho accettato una sfida affascinante: per un anno sarò il direttore de Il Riformista». La notizia è stata poi rilanciata dal sito del quotidiano: «Dopo oltre tre anni il direttore Piero Sansonetti lascia la direzione de Il Riformista per passare a quella de l’Unità, testata storica salvata da Romeo Editore che verrà rilanciata dopo gli anni bui che l'hanno portata al fallimento».

Renzi: direttore-parlamentare come Mattarella

In conferenza stampa il senatore di Italia Viva (che era segretario del Pd quando l’Unità chiuse per la terza volta, nel 2017) ha poi dato ulteriori dettagli sulla sua scelta. Rivelando di aver chiamato «la presidente del Consiglio, di cui sono un fiero oppositore e a cui non lasceremo passare mezza virgola, per informarla. È stata la prima a sapere questa notizia».

Loading...
Renzi direttore del Riformista: "Non lascio l'impegno in politica, ma raddoppio"

«Lo stipendio? Ancora non ho firmato il contratto»

«Ringrazio Sansonetti per il lavoro di questi anni» al Riformista, ora che dirige l’Unità «sarà affascinante capire su quali temi l’Unità si caratterizzerà, sarà bello dialogare e discutere a distanza. Credo che la vera notizia sia il ritorno dell’Unità in edicola. Una grande scommessa» ha poi detto l’ex premier. Che ha chiarito: «Non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il mio lavoro di parlamentare dell’opposizione e a intervenire in aula, ma ci metto sopra un carico da 90 come quella di fare un’esperienza affascinante e un’operazione che serve al Paese». Renzi ha poi citato altri esempi di parlamentari alla direzione di testate giornalistiche: «Veltroni era vice direttore dell’Unità, Mattarella direttore del Popolo». L’ex presidente del Consiglio ha spiegato che non sarà «il direttore responsabile perché non sono giornalista. Sarò in carica come direttore editoriale per un anno dal 3 maggio al 30 aprile 2024». Il compenso? «Non ho ancora firmato il contratto. Quando firmerò lo renderó pubblico senza segreti».

Riformista anche per il Pd che non si riconosce

«Non c’è un legame con il Terzo polo, il Riformista sarà letto da una parte della maggioranza, il centrodestra riformista, e l’area del Pd che non si riconosce nella Schlein» ha detto il senatore toscano, parlando della componente politica a cui si rivolgerà la testata sotto la sua direzione. «La forza di un giornale sta in questa capacità di riuscire a offrire una verità, che nel caso del Riformista sta nel nome, la sua identità è non essere il sovranismo di Meloni e della maggioranza né la linea politica, che non è la nostra, che ha vinto il congresso del Pd e che rappresentano Conte e il M5s. Fra i sovranisti e una sinistra radicale c’è un mondo, una maggioranza silenziosa, forse non è maggioranza, ma è sicuramente silenziosa».

Romeo: Riformista torna alla vocazione liberal-democratica

L’editore del Rifomista e della nuova Unità è l’imprenditore Alfredo Romeo. «Io conosco Romeo come un galantuomo e le vicende giudiziarie che avete seguito dimostrano che questo convincimento è in me rafforzato. Quello che è accaduto con la vicenda Consip è uno scandalo da parte di alcuni pezzi deviati delle istituzioni. Sono orgoglioso di lavorare con Romeo», ha affermato Matteo Renzi.

Da parte sua Romeo ha detto che il Riformista «tornerà alla sua vocazione originale liberal-democratica, garantista e pluralista, rappresentando tutte le idee costruttive che vanno dalla sinistra più moderata di ispirazione socialista e democratica, alle tradizioni popolari e quelle liberali, con uno sguardo fortemente rivolto al futuro del mondo. Per questo ho chiesto a una personalità italiana di grande spessore, come Matteo Renzi, di assumerne la direzione. E lui, generosamente, ha accettato».

Il Riformista era stato fondato da Antonio Polito nel 2002 ed era stato chiuso dieci anni dopo (nel 2012). Poi nel 2019 la “rinascita” sotto la guida di Sansonetti. Il giornale è stato per molti anni di proprietà del Gruppo Tosinvest (famiglia Angelucci) che lo ha poi ceduto a Romeo nel luglio 2019.

Calenda: complimenti a Renzi per il prestigioso incarico

Tra i primi congratularsi con l’ex premier è stato l’alleato Carlo Calenda: «Complimenti a Matteo Renzi per il nuovo prestigioso incarico. Il Riformista è un giornale che ha fatto tante battaglie di civiltà, con Matteo avrà una voce ancora più forte» scrive su Twitter il capo di Azione.

Critiche son arrivate dal Movimeto 5 Stelle. «È francamente preoccupante - affermano Anna Laura Orrico e Luca Pirondini, i capogruppo M5S, in commissione cultura alla Camera e al Senato - che un parlamentare in piena attività diriga contemporaneamente un quotidiano. Renzi non vede o fa finta di non vedere che ci sono ragioni di opportunità evidenti nell’assumere questo doppio incarico: la legge non lo vieta, ma che credibilità può avere un giornale diretto da un leader di partito?».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti