Maxi passante sopra Bologna, nel centro città solo biciclette
Investimento da 1,5 miliardi per il nuovo snodo autostradale. Per i tram altri 770 milioni. Pacchetto complessivo da 4 miliardi
di Ilaria Vesentini
I punti chiave
3' di lettura
Un grande arco di cemento dove il traffico veloce dal Nord Europa al Sud Italia, dalla Lombardia all’Adriatico, correrà senza più ingorghi su almeno 16 corsie, che tende la corda della Via Emilia, arteria sfinita da 22 secoli di traffici. Dentro e attorno 1.400 ettari di verde tra parchi e giardini e un reticolo di mille chilometri di piste ciclabili, 3 linee tranviarie, 350 chilometri di reti ferroviarie. È la grande trasformazione infrastrutturale che sta prendendo forma nel capoluogo emiliano sotto la guida del neo-sindaco Matteo Lepore, che ha preso il testimone di decenni di progetti e discussioni e da qui al 2030 intende ribaltare le proporzioni tra spostamenti in auto (oggi al 60%) e quelle sostenibili nei 140 chilometri quadrati della città metropolitana, per ridurre del 40% le emissioni di gas serra entro 8 anni. Chiudendo al traffico il cuore di Bologna e valorizzando i 62 km di portici patrimonio Unesco.
Le infrastrutture simbolo
Le 2 opere simbolo di questa rivoluzione, dopo il debutto 2 anni fa del People Mover (la monorotaia sopraelevata a 5 metri da terra che in 7 minuti dovrebbe collegare – condizionale dovuto ai continui malfunzionamenti – aeroporto e stazione, 130 milioni di investimento) saranno il Passante di mezzo e la prima linea rossa del Tram: 2 cantieri che, da cronoprogramma, partiranno in contemporanea a inizio 2023 e rappresentano il grosso dei 4 miliardi di investimenti che nei prossimi 5 anni convergeranno su Bologna.
Le risorse messe in campo
- Oltre 2,3 miliardi di euro per il Passante, tra l’allargamento di 8 metri per 13 km del semianello tangenziale-autostrada attorno alla città (1,5 miliardi) e il resto per le opere complementari e di adduzione;
- 770 milioni le 3 linee del tram cofinanziate dal Pnrr (la prima in agenda, la Rossa da Borgo Panigale al Pilastro, vale da sola 509 milioni ed è stata già aggiudicata in via provvisoria);
- 450 milioni per il potenziamento del Servizio ferroviario metropolitano, per portare la frequenza delle corse in periferia a 15 minuti, contro l’ora attuale;
- altri 400 milioni per rinnovare le filovie del Tpl e convertire l’intero parco bus cittadino a elettrico o idrogeno;
- quasi 14 milioni per le ciclabili (il piano Biciplan), oltre alla messa in sicurezza di ponti e canali.
Il Piano urbano della mobilità sostenibile
È tutto previsto nel Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile dei 55 comuni bolognesi, il primo approvato in Italia, a livello metropolitano, nel 2018, che il sindaco ha declinato nei 2 pilastri del suo mandato per la “Grande Bologna” progressista: uno orientato al verde, con 6 nuovi parchi, 100mila alberi e l’obiettivo di arrivare al 10% degli spazi lasciati alla natura; l’altro volto a plasmare la città della conoscenza, complici 500 ettari di aree ferroviarie dismesse da convertire.
La pandemia ha rallentato i piani di espansione dell’aeroporto e della fiera, perché se fossero messi a terra anche quelli, il rischio di paralizzare la città con i cantieri sarebbe concreto. Il Passante di nuova generazione (ultima versione progettata da Aspi che si è aggiudicata il massimo riconoscimento di sostenibilità “Platinum” da Envision) è l’opera che sta facendo discutere di più, «ma è molto più importante quello che succederà attorno al Passante, rispetto all’intervento in sé – sottolinea Valentina Orioli, assessora a Nuova mobilità e infrastrutture –. Saranno i lavori di ricucitura con la città e gli investimenti ingentissimi in aree verdi, piste ciclopedonali e parco fotovoltaico (50 MW previsti lungo il Passante, ndr) a cambiare il volto di Bologna».
Le opere accessorie
Oltre ai cantieri nel tratto tangenziale-autostrada, Autostrade realizzerà anche 20 km di barriere fonoassorbenti, 5 km di nuove strade locali, ricostruirà i ponti sul Reno e sul Savena, realizzerà 10 nuove rotatorie, 19 tra sottopassi e sovrappassi, nuove “porte” di accesso alla città e 140 ettari di nuove aree verdi.
Il Passante si incrocerà con i cantieri della linea Rossa, in fase di appalto: 16,5 km dalla periferia ovest alla zona est di Caab e Fico Eatalyworld, passando per Ospedale, Piazza Maggiore e il quartiere fieristico, con corse ogni 4-5 minuti e tram in grado di smaltire oltre il 20% del trasporto pubblico locale.
Per Bologna è un ritorno al futuro: «Il tram era stato tolto negli anni ’60, quando si pensava che la modernità passasse per altre vie e oggi invece tutte le medie città occidentali lo stanno riscoprendo come mezzo più efficiente e sostenibile», precisa Orioli. Che è in attesa del progetto definitivo della seconda linea Verde (dal centro città fino a Castel Maggiore a nord, 222 milioni di intervento finanziato dal Pnrr) per poi mettere a gara la linea Blu e collegare Casalecchio alle Due Torri.
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