Maxi riassetto nell’energia, scambio di asset tra le tedesche E.On e Rwe
di Cheo Condina
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Settore energetico in fermento in Europa (anche in Borsa) dopo l'annuncio del maxi riassetto in Germania, che coinvolge le due principali utility del Paese, ovveroE.On e Rwe. Entrambe, a completamento di un percorso dettato dalle strategie nazionali post incidente nucleare di Fukushima (nel 2011 il cancelliere Angela Merkel decise l'uscita progressiva ma definitiva del Paese dall'atomo entro il 2022) , si focalizzano così su due aspetti della filiera energetica, cosa che avverrà attraverso un reciproco scambio di asset. Nella ideale "divisione di compiti" E.On sarà più spostato sulla distribuzione (reti) e vendita al dettaglio di elettricità e gas mentre Rwe si concentrerà sulla produzione, con un forte focus sull'energia rinnovabile.
Parte da Fukushima la rivoluzione verde tedesca
Quello di oggi è forse l'ultimo passaggio di un percorso iniziato nel 2011, quando - come detto - Fukushima spinse il Governo tedesco a imporre un brusco cambio di rotta a tutta la politica energetica nazionale. Ovvero stop al nucleare (con oneri per oltre 23 miliardi di euro sulle spalle dei produttori) e forte taglio alle emissioni di anidride carbonica (punto sul quale la Germania è invece in fortissimo ritardo visto che ancora metà della produzione elettrica nazionale viene dal fossile). Di qui la decisione dei due big E.On e Rwe di dividere gli asset "buoni" da quelli "cattivi". Così E.On - che per la cronaca capitalizza oggi poco meno di 20 miliardi in Borsa e ha un fatturato annuo di quasi 50 miliardi - a inizio 2016 ha completato lo spin off degli asset di generazione elettrica da fonti convenzionali, principalmente gas e carbone ma anche nucleare (in tutto oltre 36 GW di capacità installata), in Uniper, poi ceduta ai finlandesi di Fortum. Rwe, invece, ha separato le fonti rinnovabili (con capacità produttiva oltre 3 GW distribuita in tutta Europa) e le reti in una società a parte, Innogy, quotata in Borsa, e controllata al 76,8%.
Il riassetto nel dettaglio
Fatta questa premessa è più semplice capire la ratio del riassetto annunciato oggi. E.On rileverà da Rwe il 76,8% di Innogy lanciando un'Opa sul resto delle azioni a 40 euro, dando in cambio il 16,67% del proprio capitale (ci sarà una ricapitalizzazione fino al 20%). Inoltre, E.On trasferirà a Rwe buona parte del proprio business delle rinnovabili e le quote di minoranza (che fanno capo alla controllata PreussenElektra) detenute negli operatori nucleari Emsland e Gundremmingen, già controllati da Rwe; cosa ancora più importante: le "rigirerà" la parte di Innogy che si occupa di rinnovabili. A saldo di tutto il riassetto, Rwe verserà a E.On 1,5 miliardi.
L'esito dell'operazione sarà che Innogy diventerà un leader europeo delle rinnovabili con Rwe votato alla produzione di energia elettrica mentre E.On sarà più focalizzato sulla distribuzione e vendita di elettricità.
Anche la Borsa promuove l'operazione
L'operazione è stata promossa in Borsa dove sia Rwe che E.On schizzano al rialzo e sono i migliori titoli del Dax oltre ovviamente a Innogy che balza di oltre il 10% a ridosso del prezzo d'Opa. Lo stoxx di settore delle utility è così il migliore in Europa (+1,6%) ma anche sugli altri listini guidano la fila i titoli energetici: a Milano tra le prime ci sono Italgas, Snam Rete Gas, Enel e A2amentre a Parigi spiccano Engie e Veolia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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