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Maxi risarcimento per la sofferenza del figlio ignorato dal padre naturale

Il genitore che non ha riconosciuto il figlio alla nascita e non lo ha mantenuto deve 150 mila euro per i danni morali e oltre 83 mila euro per il mancato assegno

di Patrizia Maciocchi

"Ai figli il cognome dei due genitori, non solo del papa'"

2' di lettura

Il padre che non riconosce il figlio alla nascita e lo ignora per anni, paga per la sofferenza che la sua assenza ha provocato al minore e per il mantenimento che era comunque dovuto. La Corte di cassazione, con la sentenza 15148 avalla il maxi risarcimento di oltre 233 mila euro, dei quali 150 mila per i danni morali e 83.600 per le spese relative alla crescita e all’istruzione del figlio sostenuto dalla sola madre di cui il ragazzo porta il cognome. Per i giudici l’assenza della figura paterna aveva senza dubbio comportato un grave pregiudizio per il figlio «privato sin da bambino del sostegno morale e delle cure materiali necessarie ad una serena crescita». Il disinteresse mostrato dal padre, che rientra nel raggio d’azione dell’illecito civile, è stata non solo una grave violazione dei doveri di cura e assistenza morale ma ha anche «inevitabilmente provocato una grave lesione dei diritti del figlio nascenti dal rapporto di filiazione».

Il danno maggiore da zero a 18 anni

E questo a prescindere dal fatto che la madre lo abbia riconosciuto fin dalla nascita e abbia provveduto a tutti i suoi bisogni. Gli obblighi di mantenimento da parte del padre decorrono dal momento della nascita del figlio, di cui l’uomo era al corrente, e non dal riconoscimento giudiziale di paternità. Quanto ai danni morali la Suprema corte afferma la possibilità di liquidarli in via equitativa con un criterio proporzionale. Va dunque considerato il maggiore impatto che l’assenza di un padre ha nella vita di un bambino per il periodo che va da zero a 18 anni. La misura poi decresce nel periodo successivo, quando l’abbandono «può ritenersi, almeno parzialmente, stabilizzata ed ormai, presumibilmente, quasi metabolizzata o in fase di progressiva compensazione». Nel caso esaminato l’importo di 150 mila euro per il pregiudizio non patrimoniale tiene conto della durata dell’inadempimento, in assenza di qualunque giustificazione al comportamento del genitore che semplicemente aveva cancellato il figlio dalla sua vita.

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